Scoop by Scop (Novella 2012 – Come si riduce un uomo…)

 
scarpini al chiodo 

 

Lunedì 9 gennaio

 

Ramon si sta facendo rapidamente strada tra i passanti, in ritardo all’appuntamento con Cla’ allo studio.
D’un tratto si sente toccare una spalla. Si volta.

 

– Morè, ma dove corri?

 

Ramon si toglie gli occhiali da sole e sorride riconoscendo un suo amico.

 

– Gianfi!

Si abbracciano dandosi delle pacche sulle spalle.

 

 

– Brutto ceffo, come stai?

 

Ramon – Bene. Tu?

 

gabbia– Come mi vedi… Ma ndo cazzo sei finito, a bbello?
In gabbia col biondino ho sentito…

 

Ramon sorride.

 

– E mo’ dove vai così di fretta?

 

– Da Clarence, sono già in ritardo…

 

– E vabbèèèèèèè, fallo aspettare… quando ti becco più io…
(pausa)
Di’… che cazzo vai combinando?

 

– Lavoro un po’ qua un po’ là. Come al solito.
Tu?

 

– Non mi lamento, di giorno si lavora… la sera mi vedo con gli amici, solito posto, dopo le nove…
Te invece non ti si vede più… Embè, ormai fuori dal giro, pacchia finita!…

 

– Non esageriamo…

 

– Ma va!… Ammettilo, scarpini al chiodo!…
(cantilenando) Casa e chiesa, niente più fumo, carte men che meno… scommetto che non ti fai più neanche una birrozza…

 

Ramon fa una smorfia
– In effetti, raramente…

– E che, solo a scopare pensi?
Oddio, considerato il ragazzo ti capisco pure… (pausa)

(tastandogli l’avambraccio)
E mi ci gioco i coglioni che vai pure in palestra…

 

– Tre volte a settimana.

 

– Vedi? Un disastro… (pausa)
(dando di gomito, allusivo) E di’, pure l’amante donna c’hai?

 

(ridacchiando) – Ehhhhhhhh, così si dice!…

 

– Sparisci prima che mi prenda un colpo…
 Come si riduce un uomo!

 

caffetteria elegante


Nomentano, 10 gennaio, in mattinata

 

Cla’ entra nella caffetteria che frequenta abitualmente per prendere un caffè, prima di recarsi allo studio. Si sente chiamare, e con sua grande sorpresa vede Bobby seduto a un tavolino, davanti a una tazza di cioccolata.

 

Bobby gli fa segno di raggiungerlo.

Un lieve imbarazzo si staglia sul volto di Clarence, che però fa buon viso a cattivo gioco…

 

Cla’ – Come mai da queste parti?

– In realtà ci vengo spesso, fanno un’ottima cioccolata…
Te ne faccio portare una?

  

(mascherando alla meglio il nervosismo) – No, grazie. Ho appena preso il caffè.

 

Bobby fa per gustare un sorso.

 

Quella tazza fa sorgere automaticamente due diversi pensieri in Bobby e Clarence.

Nostalgia in uno, rabbia nell’altro. La notte di Halloween ha indubbiamente lasciato il segno. Cla’ cerca di dissimulare. E di trovare argomenti di conversazione.

 

– È da un po’ che non ho notizie di Didy. Come sta?
Avete passato le feste insieme?

 

albero natale– No. Quest’anno lei ha cambiato programma. C’era il fratello col bambino, ma poi sembrerebbe che i giorni successivi si sia organizzata per conto suo…

 

– In che senso ‘sembrerebbe’, se non sono indiscreto?…

 

Bobby lo guarda e sorride vago.
– Già, tu non lo sai… Lei si sta vedendo con uno, un collega… il dottor Hernandez… Hugo Hernandez, psicologo…

 

L’espressione interdetta di Cla’ lo induce a continuare.

 

– Non le posso dare torto sai, ultimamente le cose non vanno proprio a meraviglia tra noi…
(pausa)

A dicembre Philippe è rimasto bloccato a Parigi per un giro di conferenze, Ralph era a Boston, e io… (sospira) diciamo che ho avuto da fare, e qualche scusa per non vedere Didy…

 

Cla’ fa finta di non cogliere, restando ad ascoltare.

 

– … così lei si è data da fare… la conosci Didy… sì insomma… non sa stare da sola troppo a lungo… (pausa)
Philippe ovviamente è andato su tutte le furie, ha dato la colpa a me… ha perfino detto che rimpiange i tempi di Ramon, almeno con lui si riusciva ad avere un ménage tutti insieme…
Scusa, non dovrei dirlo proprio a te…

 

(Cla’ incassa ma fa il superiore) – Figurati…

 

Bobby – E voi invece… come va?
Didy mi ha detto di Pa’…

 

(lapidario) – Bene direi, anzi ‘benissimo’.
Non potremmo stare meglio…

 

Bobby annuisce mestamente, poi prende a guardare oltre le spalle di Clarence, in direzione della vetrina, dove un ragazzo che gli pare di riconoscere sta sbirciando all’interno.

– Mi sa che qualcuno ti sta cercando…

 

Cla’ si volta e vede avanzare Thomas, più figo che mai, verso di loro.
Accenna un sorriso, il primo da quando è entrato nel bar.
Anche Tommy sembra illuminarsi alla vista di Cla’.

fortuna

 

Bobby – Eh sì… direi che tu hai proprio tutte le fortune…

Cla’ stavolta gli ammicca sornione.

 

Thomas li raggiunge, abbraccia Cla’ (che si è alzato) e porge la mano a Bobby.
(a Bobby) – Posso rubartelo?
(a Cla’) Ho bisogno di parlarti.

 

Cla’ – In realtà stavo andando via. Ho un appuntamento su fra mezz’ora.

  

Si congedano rapidamente da Bobby e Cla’ uscendo dal negozio appare sollevato.

 

– Meno male che sei arrivato… a quello gli darei volentieri un cazzotto…

Thomas – Infatti me lo stavo chiedendo… Che ci facevi con lui?
Che io sono un po’ geloso, sa…

 

Cla’ gli fa una smorfia.

 

Attraversato il marciapiedi, Cla’ arriva al portone e suona al citofono.
Tommy resta sulla soglia, esitante.

 

(a Tommy) – Scusa non sali?

 

– Ma tu non hai un appuntamento?

 

Avanzano all’interno.

 

– Non proprio, ma dovevo cambiare aria…
E poi lo sai che per te…

 

Qualche passo e di colpo Tommy si ferma. tatoo nel portone

 

– Magari un’altra volta…

 

Cla’ lo guarda stranito.
– Ma non dovevi parlarmi?

 

(fermandosi) – No Cla’, volevo solo… vederti… (e piazza i suoi straordinari occhi in quelli di Cla’)

 

Cla’ resta a guardarlo fisso per lunghi interminabili secondi.
Gli prende una mano fra le sue. Prima di abbracciarlo stretto.

——-

Sabato, 14 gennaio
Casa di Cla’, dopo il tramonto

  

Suonano alla porta, Ramon guarda fuori dallo spioncino e apre sorridendo.

 

(quasi incredulo) – Paolè!
(retropensiero: “Finalmente ti sei stesa… maledetta…”)

 

Lei gli stampa un bacio sulle labbra, lui se ne prende anche un secondo.

 

– Come mai da queste parti?
  

– Dovevo ritirare una cosa per la stampante. La cartuccia.
Il rivenditore sta qua alle spalle.

  

(lui pensa) “Quindi non per me, ti ucciderei…
Vabbè, benedetto lo stesso il rivenditore…”

 

(facendole strada in casa, ghignando sardonico)

 

– Fra un po’ viene anche Cla’, aveva un cliente allo studio. Una consegna.

  

Pa’ resta con indosso lo spolverino.

 

– Vuoi darmelo? (facendole segno di liberarsene)
Prometto di non zomparti addosso subito…

  

Pa’ ride, posa la borsa e se lo sfila.
stivaliSotto ha un miniabito aderente di cachemire e stivaloni fascianti che arrivano alla coscia, lasciando intravedere le sue forme sottilmente sensuali. 

 

Posando lo spolverino su una poltrona e osservandola

Ramon – Wow! Sei a dir poco arrapante…

 

Lei sorride e fa una smorfia di dissenso, poi si stringe nelle spalle. 

– Ora però sento freddo.

 

– Il riscaldamento è già acceso (e fa per controllare un termosifone).

 

 

(Ramon, allargando le braccia) – Vieni qua, che ti riscaldo io.

Lei si avvicina e gli si pressa.

– Ma stai tremando!
Sicura di stare bene?

 

Lui l’abbraccia e la tiene ben stretta a sé, dondolandola come fosse una bambina.
Poi prende a baciarla dolcemente sul collo.

 

Lei sta lì a farsi coccolare, gli occhi socchiusi.

 

Dopo qualche istante

(lui) – Va meglio?

(sommessa) – Sì. Però tienimi stretta…

 

(pensa) “Non chiedo di meglio…”

 

Lei fa per serrargli ancor più le braccia intorno alla vita, lasciando scivolare le mani sui glutei.
Al contatto Ramon sospira lievemente.

Accortasi del sospiro, lei solleva lo sguardo

– Che c’è?

mani intrecciate
(lui risponde sussurrando)

– Mettile dentro, le mani…
(pensa) “Come mi sono mancate…”  

  

Lei lo guarda maliziosa
– Sono fredde come il ghiaccio…

 

– Resisterò.

 

Pa’ fa per sfregare le mani sul pullover di Ramon, nel vano tentativo di riscaldarle, poi lentamente le insinua nella parte posteriore dei suoi jeans. Al contatto sente la pelle di lui incresparsi come di ghiaccio su una superficie arroventata, e un gemito fuoriuscirgli dalle labbra, mentre piega la testa indietro.

 

– Non le togliere! fa lui anticipando una possibile contromossa. – Ormai mi sono… abituato…

Lei resta incerta se continuare ad accarezzarlo o prendere altre iniziative.

 

 

(lei) – Balliamo, vuoi? Metti un po’ di musica.

 

– Ho un’idea migliore. Mettiamoci sul divano.

 

Lei lo guarda sospettosa.

 

– Non stesi…
Vieni.

La prende per mano e la conduce accanto al divano.
Si siede, allarga le gambe e la invita a sedersi dandogli le spalle.
Poi le stringe le braccia intorno alla vita.

 

– Vedi? Così stiamo comodi e posso riscaldarti.

 

Con la scusa di riscaldarla non fa altro che palpeggiarla sul vestito.

 

  

Pa’ – E il collo?

 

Lui prende immediatamente a baciarglielo.

(lei) – Ah ecco!

 

– Sono a sua completa disposizione, signorina (dice tra un bacetto e un morso)

 

– Ma Cla’ a che ora dovrebbe venire?

 

– Ha detto dopo le 7, perché aveva da fare.
(retropensiero “Avremmo il tempo per una sveltina…”)
Però scommetti che se lo chiamo e gli dico che sei qua si fionda subito?

 

scommessa
– Ma nooo, non ci credo. (pausa)
Quanto vuoi scommettere?

 

– Non quanto, cosa.
Facciamo il massaggio orientale dell’altra volta?

 

– Andato.

 

Ramon afferra il cellulare dal tavolino e compone il numero di Cla’.

 

– Hai fatto col cliente? A posto?

– Sì, se n’è appena andato.

 

– E ora che fai?

 

– Devo finire uno schizzo, ne ho per tre quarti d’ora al massimo, più il tempo per arrivare. Dai, un’oretta.

 

– Ti aspetto.
Peccato però, perché sai abbiamo visite…

 

– Mmmmm? Visite?

(pausa)

Noooooo, allora vengo subito.

 

Ramon che ha fatto ascoltare anche a Paoletta, fa un gesto con la mano tipo “visto, che ti dicevo?”.

 

Pa’ intanto se la ride. E pure Ramon.

 

  

Cla’ – Perché ridi?

 

– Niente, Ciccio (pensa “dovevo chiedergliene almeno due di massaggi…”)

 

——-

Un quarto d’ora dopo

 

Cla’ entra in casa, e dalla soglia si sente la sua voce

– Ho fatto più presto che potevo…

 

Si affaccia in salotto e li trova ancora seduti sul divano, abbracciati.

 

A Ramon
(interdetto) – Ma che le stai facendo? (e si avvicina) pensieri di ramon

 

(senza scioglierla dall’abbraccio)

Ramon – Nulla, come vedi. I miei pensieri sono puri come un giglio.

  

Cla’ (ridendo) – Sì, sti cazzi… scusa Pa’, lo capisci pure tu…

 

Clarence si piega a baciare prima lei poi Ramon, per cavalleria.

 

– Fatemi mettere comodo che vi raggiungo…
Ah Pa’, vai nella mia borsa. C’è una cosa per te.

 

– Davvero? (fa lei alzandosi, eccitata come una bambina)

 

Cla’ osserva compiaciuto la mise
– Wow come stiamo messe stasera, principessa!

 

– Gliel’ho detto anch’io, dovrebbe farlo più spesso…

 

tracolla di cla'Lei intanto ha aperto la tracolla di Cla’, ma sembrano esserci solo fogli, schizzi e cartelline.

Dal bagno, mentre si lava le mani
Cla’- Vai sul davanti, c’è una busta coi fiori.

 

Pa’ la trova e la porta in salotto.

Cla’ la segue a ruota, ridacchiando.

 

Paola estrae dalla busta un baby doll leggerissimo in seta ricamata, restando a bocca aperta (e nel fondo della busta ci sono anche un minuscolo slip e una sorta di pareo coordinati).

– È bellissimo!

 

Cla’ – L’ha scelto Ramon, non so come è riuscito a scovarlo…

 

Ramon annuisce gongolante.

 

 

(Pa’ incredula) – È per me?

 

Ramon – E per chi se no?

 

Paolè fa per accostarselo al corpo.

– Come mi sta?

 

Ramon e Cla’ all’unisono – Benissimo!

 

Cla’ – Ma ora tu ce lo farai vedere dal vivo, dolcezza…
Sei d’accordo Ramon?

 

Lo sguardo di Ramon è tutto un programma… praticamente due spirali negli occhi.

 

Pa’ – Ma fa freddo…

 

Cla’ e Ramon si guardano complici.
Lo stesso pensiero li attraversa all’istante: “E ora ci pensiamo noi a fartelo passare…”

 

Ramon – Massaggio orientale a tre?
Che ne dite della vasca?

 

candele di cla'

Un quarto d’ora dopo Ramon e Cla’ sono in attesa della loro principessa, calati a mollo in acqua ben calda e piena di schiuma.
L’atmosfera è già carica, Cla’ ha acceso pure le sue consuete candele profumate.

Paoletta compare nella penombra e incede lentamente col suo baby doll di seta e una serie di prodotti in mano.

 

Ramon – Mio dio!
Sei un’apparizione!

 

Cla’ resta senza parole, ma quando lei avvicinandosi alla vasca prende a sfilarsi il baby doll, il pareo e poi gli slip
Ti avverto Pa’, non rispondo di me…

Ramon si passa una mano piena di schiuma sulla fronte accaldata, e intanto con un piede sfiora il Gigio di Cla’, che già appare disponibile ad entrare in azione.

 

– Don’t worry, ho fatto in modo che non possiate nuocere…

 

 

Cla’ e Ramon si scambiano un’occhiata interlocutoria.

  

Cla’ – Ma sì dai, chi se ne frega, è te che vogliamo…

 

 

Pa’ resta un attimo esitante davanti a loro
– Reggerà?

 

Cla’ – Chi?

 

(lei candidamente) – La vasca.

Ramon – Per una piuma?

 

 

Pa’ – Staremo un po’ strettini, però…    lupo che ulula

 

Ramon pensa: “Meglio…”

 

Cla’ (impaziente) – Dai che ci andiamo in tre… tu occupi poco spazio.

 

Paolè si decide e si sistema al centro, fra le loro gambe.

Di colpo viene stretta in una morsa.
Ma è tardi per sottrarsi agli occhi e alla fame di due allupati cronici…

 

——-

 

Gianfi, com’era?
“Come si riduce un uomo…”

gatto allupato

 

Che darei per ridurmi così…

 

 

(Dall’inviato Farina 00)

 
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)

 

 

 

 

 

 

 

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