I dolori del giovane Clarence

 
Werther                     

A beneficio (o maleficio?) dei posteri, se non minorenni…

 

Una notte e via

 

 

17 ottobre 2010

Ramon è tornato da poche ore, un po’ rintronato, dalla trasferta dal Prof. Met-An-Ho (una missione segreta per conto di LetterMagazine, tanto segreta che è meglio tacerne…).

 

Sull’aereo Ramon incontra un amico che si offre di dargli un passaggio in auto a Via Galbani. Quando Clarence lo chiama per sapere se deve andare a prenderlo in aeroporto – e sente che non c’è bisogno – i suoi castelli in aria su Ramon crollano miseramente. Si convince che quel bacio fra loro, due settimane prima, non aveva cambiato le cose di una virgola. C’era da aspettarselo, con uno come lui…


Sconsolato, Clarence accetta l’invito di Brian di andare a cena con lui.
Il tempo di arrivare a casa, risentire Ramon ed ecco che arriva anche la prima scenata, anche se Ramon la butta sul ridere

 

– Ma come! Manco per due settimane e già mi tradisci?

 

– Devo solo cenare con Brian… Una semplice pizza.

 

  

Brian(retropensiero di Ramon:  Semplice pizza… Sì! Con Brian
Mo’ ti sistemo io…)

 

(secco) – Sbrigati allora. Dopo ti aspetto a casa mia. Puntuale!

 

 

Una punta di gelosia?
Clarence si diceva: “Naaa! Non è possibile…”

 

 

Ramon – Zitto!

 

 

– Non ho detto niente!
Cioè… Va bene, señor…

 

 

– No señor…
Sono il tuo Padrone, ricordalo.

 

 

Clarence soffoca a malapena una risata.
– Dici?

 

Ramon osserva interdetto il cellulare, prima di rispondere
– Vuoi scommettere?

 

 

(cercando di restare serio) – Ok, ok. Non discuto.
A stasera am…
Padrone.

 

 

Nelle ore successive il moretto non fa altro che ripetersi:Cla

“Bravo Ramon, così si fa!
Questo non ha capito con chi ha a che fare…
(pausa)

Cazzo però quant’è bono, devo stare attento…”

 

  

Nelle ore successive Cla’ non fa altro che ripetersi:
“Non devi cascarci Cla’.
Non questa volta…”

 
Nel contempo si dà una risposta:
“Sti cazzi…”

 

 

In serata, perfino il tranquillissimo Brian si scompone a sentire la novità.

 

– Ma chi? Ramon de Gadia?

 

 

Clarence annuisce.

 

 

– Tu sei pazzo!!!
Ma hai idea di che razza di…
(pausa in cui lo guarda indagativo)

 

Cla’ resta ammutolito, poi accenna un sorriso sornione.

 

  

– No, Cla’, ti prego! Non mi dire che tu…

 

 Clarence si illumina d’immenso.

   

Ramon

(esterrefatto) – Non ci posso credere!
Ti sei innamorato di lui???

 

L’altro abbassa lo sguardo e sospira.

 

 

Brian – E da quando?

 

 

Facendo mente locale
Cla’ – Nove mesi?…

  

 

– Cazzo Cla’. Stai rovinato!!!

Lo vuoi un consiglio?
Scappa finché è possibile!!!
(pausa)

Ramon…
(e scuote la testa)

 

——-

Amici… Anche se Brian, beh insomma…

 

Gli amici ti condiscono la vita di buoni consigli, consigli che finiscono sistematicamente nel cesso… Almeno se c’è di mezzo quel mix micidiale: un’attrazione pazzesca che abbatte ogni pur minimo buonsenso e la necessità di scacciare un altro chiodo…

Cosa poteva tenerlo lontano da quel corpo sensuale, quel sorriso accattivante, quel profumo di Armani? Okay, quei continui squilli sul suo cellulare dovevano pur dire qualcosa… che era molto ricercato e apprezzato, s’intuiva in quali performances… Perfino da una donna. E che donna

 

E allora?

 

Clarence aveva deciso, trovandoselo davanti. All’istante.

“Sarà una notte e via. Ma me la voglio vivere.”

 

 

Il guaio è che anche Ramon aveva deciso all’istante.
Quel pezzo di figo non poteva che essere suo.
Totalmente, irrimediabilmente, suo.

 

  

18 ottobre 2010

Il vampiroramon vampiro

 

Mica se lo poteva immaginare il giovane, beneducato Clarence, che il grande amore dovesse irrompere nella sua vita con tale entusiasmo e virulenza; né poteva mai fantasticare su, a dir poco, insolite abitudini mattutine e pure postprandiali – allorquando i comuni mortali nuovamente abbracciano il sonno, onde accompagnar la digestione – momenti nei quali un rinomato selvaggio vedeva invece risvegliarsi i suoi appetiti più voraci.

Il buon giorno si vede dal…

 

 

– Ahhhhhhh!

 

Sentirsi conficcare i denti nella materia prima, all’alba, non è sempre piacevole, almeno in mancanza di un minimo preavviso, o in ogni caso la prima volta in assoluto, specie quando si sottrae tale materia prima ad altra interessante materia onirica.

 

Una testolina scarmigliata e uno sguardo luccicante si diressero all’insù, distraendosi dall’occupazione, mentre qualcuno – fatta luce – cercò invano di sottrarre e massaggiarsi la materia con espressione sbalordita…

 

 

Ramon – Che vuoi? Tu mi provochi!

 

 

Cla’ – Ma se stavo dormendo!

 

 

– Appunto. Ti pare modo di dormire impunemente così?

 

 

– Così come?

 

– Con la roba al vento.armatura

 

 

Cla’ lo fissa stranito
– Devo mettermi la corazza d’ora in poi?

 

 

(digrignando)
– Non sia mai detto!

 

E prende ad affondare i denti come e più di prima.

 

 

– Ahiaaaaaaaa!

 

 

(biascicando)
– Sempre a lamentarti uomo… Zitto e godi!

 

 

Cla’ (pensa)
Pure!

Oh my God, con chi sono finito?!

 

vampiro

 

Ore 16, lo stesso giorno, al cellulare

 

Ramon
– Sempre a lavorare tu… Vieni subito a casa!

 

  

(ridendo) – Per…

  

infusione(coccolone) – Infusione di te…

 

(sornione) – Ma se l’abbiamo fatto meno di un’ora fa…

 

 

– Sono già in astinenza!
Ti devo assumere a orari. Come un antibiotico.

 

 

– Non si prendono ogni 12 ore?

 

 

– Non se il paziente è Ramon.

  

 

– Sei da ricovero, amore.

 

 

– Ok. Muoviti.

 

 

Dopo dieci minuti Clarence lo avvisa che non potrà raggiungerlo prima di sera, per colpa di un cliente allo studio.

 

——-

Arrivato a Via Galbani, manco il tempo di liberarsi del casco.
Una furia lo assale e lo spinge verso un baratro morbidoletto

 

 

Cla’ – Ohhhhhhhhhhhh!

e patapunfete sul letto.

 

 

Dopo mezz’ora, prosciugato d’ogni forza, Clarence si solleva barcollando e va a prepararsi un caffè espresso con la cialda.

 

(pensa) Alla faccia dell’antibiotico!
Me… mi serve una trasfusione. E pure urgente…

Sti brasiliani…

 

——-

Fresco come una rosa, riappare dopo un attimo un sorriso smagliante sulla soglia della cucina.

 

– Ecco bravo, bevi, che poi mi servi sveglio…

 

 

Cla’ (lo sguardo allucinato, pensa): Com’era Woody Allen? Ti amo, ma cosa ho fatto per meritarti?

  

Una vocetta immediata lo distoglie
– A che pensi?

 

 

– Niente.
A come sono felice…

(retropensiero)
Non potevo stare single più a lungo?
Nooo?

 

 

Ramon – Di’ la verità… M’immaginavi così?

 

 

caffèButtando giù un sorso di caffè
– Avevo avuto un sentore…

 

 

– Dicerie?

 

 

– Non ti rendevano giustizia…
Sottostime…

 

 

Di colpo nuovamente languido

Ramon – Vieni a letto?

Lo prende per mano e lo trascina.

 

 

– Ecco, appunto…

(retropensiero: Dovrò prendermi una vacanza. Il giro del mondo in 80 giorni?
Forse bastano 40 per smaltire…)

 

 

——-

Ancora a letto, la stessa sera

 

 

Ramon – Mi ami?

 

(prontissimo, Cla’) – Come non amerò mai nessuno!trasfusione
(retropensiero: “Ovvio. Non so se arrivo a domani…”)

 

 

——-

Restano tutte le prime notti, tutta la notte, addossati.
Cioè è Ramon a stare addossato a Cla’, comunque quest’ultimo si giri.
Ah, e con il Gigio bello stretto, fuss che fugge…

 

 

Una notte, l’ennesima, Cla’ anchilosato si sveglia e si volta
– Amore…

 

 

(Ramon biascicando) – Eh?

 

  

– Tutta la notte così?
Per sempre?

 

 

– Sì.
Se vuoi anche di giorno.

 

 

 

Cla’ resta senza parole.
(pensa) Devo fare meno domande.

E rassegnato si rimette da solo le mani di Ramon sul Gigio.
E chiude gli occhi.

E non per sempre…

 

 


Fu solo l’inizio…

  

Padre Ralph a un anno dal loro primo matrimonio.
– Ti vedo in gran forma!

 

Cla’ – Consumo molto.
(Cioè qualcuno mi consuma molto…)

 

 

Qualcuno…

 

  

– Paolè dammi una mano con Ramon, io uno sono… Stasera vedo Tommy…tommy

 

 

– E aumm aumm… Capisco.
(pausa)

Che devo fare?

 

 

– Lavoratelo un po’.
Oh, pochissimo, è chiaro… quello che basta. Giusto un niente…

 

  

– Insomma un contentino…
Scusa gli do un sonnifero!

  

 

– Naaa! Servirebbe una dose da cavallo…

 

 

 

– Vabbè, ho capito. Gli farò un massaggio. Magari bello forte così si stanca e si rilassa…

 

 

– No, il massaggio no!

 

 

– Perché?

 

– Su di lui ha l’effetto opposto…

  

 

– Hmmm?

 

 

– Viene su con certe idee…

 

 

(facendo mente locale) – Ah!
(pausa)

Gliele faccio passare io, se ci tieni…werther

 

 

– Non ci tengo affatto!
(retropensiero: Fallo venire pure da me, che lo gonfio se ti tocca…)

 

  

(lei) – Non mi viene in mente niente.

 

  

– Potresti sfinirlo di parole.

 

 

(Paoletta) – Chi, Ramon?

 

  

– Chessò… leggi qualcosa di tuo…

 

 

(retropensiero di lei: Le mie storie sono così soporifere?)

 

 

——-

Rivelazioni cruciali

 

 

Paoletta – Comincio a credere che hai voluto me per avere un aiuto con Ramon…

 

– Sospetto più che fondato. Quell’uomo è insaziabile.

 

 

– Strano, però.
Ramon dice la stessa cosa di te.

 

  

– Ok. Il più insaziabile finora resta Tommy.
Esclusi i presenti, ovvio.

 

PP bruna– Ma noi non stiamo sempre a fare un’arte…

 

 

– Già. Ogni tanto parliamo.
Troppo.

(e la catapulta sul letto)

 

 

(Paolè, pensa): “Parlo sempre troppo presto…”

 

  

Ramon (affacciandosi) – Non solo. Pensi anche troppo, donna!

 

 

– Ma se non ho fiatato?

 

 

– Ecco vedi? Zitta!Pellico

 

 

(lei pensa): “Zitta, me tapina e toppina…
Beh, però stavolta ha ragione, si parlava dei dolori di Clarence.

Fosse il mio turno, titolerei: Le mie prigioni.
Tanto per dare manforte a Silvio. Quello buono, eh!”

 

Gamy Moore
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