Never too late (parte II)

 
pa' e cla'


12 aprile

 

Chi l’avrebbe mai detto, più che di primavera, una giornata che sa di estivo, a Roma…

Paoletta decide di indossare un abitino lungo e chiaro, che anziché nascondere mette in risalto la sua silhouette da adolescente mai cresciuta. I capelli legati a chignon le danno un’aria ancor più tenera del solito. Sotto le ciglia scurite dal mascara i suoi occhi conservano ancora un che di sbarazzino. 

col piccolo Mark

Vederli tutti insieme arrivare con due auto cariche di port-enfant, biberon biscotti e pannolini lascia Laura e Mark dapprima a bocca aperta, poi estasiati. Mark ‘il grande’ si perde in brodo di giuggiole a sentire che, caso vuole, il piccolino del gruppo porta col dovuto stile il suo stesso nome. Viene immediatamente eletto a ‘nipotino’ adottivo… Caso vuole sia pure biondo…

 

Mathias, arrivato in auto con Ramon e Tommy, convince molto facilmente zio Ramon a farsi battere in un game virtuale in cui il bambino appare fin dal principio un asso, e con punteggio secco.

A onor del vero, la manfrina si ripete anche con ‘nonno Mark’, che non si dica mai che Biscottino…

 

Mentre Tommy s’ingegna a scaricare armi e bagagli, ed alloggiarli sopra, sornionamente Clarence si alterna a nonna Laura a spupazzarsi il piccolino – fuss che mai ‘qualcuna’ decide di cambiare idea a riguardo – per poi passare a pascolarsi anche gli adulti (leggi Tommy) senza rischiare di tenerli in braccio. Che insomma oltre il metro e ottanta voi capite bene…

  

Messo poi a nanna il piccolino e ‘assicurato’ a dovere l’irrefrenabile Mathias – che smette di agitarsi solo davanti a un piatto di lasagne – si prende tutti posto a tavola davanti alla vetrata che affaccia sul giardino. L’argento vivo addosso del bambino ha contagiato tutti e fatto venir fame anche agli adulti.

La mamma è sempre la mamma, anche senza la Simmenthal, non c’è che dire… Lei ha il tempo e la passione per preparare dei pranzetti da far impallidire un cuoco… E nonrigatoni a caso quel giorno si scatena, ben sapendo come incantare tutti con la sua cucina.
E vai, con tortiglioni e asparagi al gratin, con trofie al pesto, lasagne, e torta al cioccolato… 

Due ore di risate, di sorrisi e di battute, e stranamente anche Laura e Mark distesi e rilassati come poche volte prima.

 

 

Incredulo, Mark a Tommy

– Non fumi più?

 

 

– No. Ho chiuso con le bionde.

Tranne una.

I suoi intensi occhi azzurri brillano posandosi poco distante.

 

 

 

Gli sguardi di tutti si dirigono a lei in automatico.

 

Lei che i ragazzi trattano come una vera regina, sfiorandole discretamente la mano, accarezzandola coi soli sguardi, senza mai eccedere davanti a Laura e Mark.

Laura – che un simile bon ton non si aspettava – resta a fissarla estatica, lei che fino a un giorno prima l’avrebbe certo strozzata, l’avesse avuta a tiro…

E ora eccola là, ad incantare tutti con la grazia, la dolcezza e il polso fermo di una donna d’altri tempi. Forse era davvero un’Aliena, come diceva Tommy. Di sicuro ammaliatrice inconsapevole.

 

 

Laura però non poteva lasciarsela sfuggire… Più l’osservava e più si convinceva che bisognava perdersi nella sua trama per carpirne le chiavi ed i misteri. Quelli che avevano irretito anche il suo Mark…

Salendo elegantemente su col bimbo da cambiare, tutti s’erano offerti di scortarla: Paoletta aveva fatto intendere garbatamente di potersela cavare in piena autonomia.

Trascorsi una decina di minuti, non vedendola tornare, Cla’ era salito felpatamente sopra restando sulla soglia della sua vecchia stanza. Lei lo cullava fra le braccia con la perizia di una mamma esperta, e ancor più saggiamente sapeva come assicurargli il sonno fra i guanciali. Chi mai l’avrebbe detto…

 

 

– Shhh, dorme…

bisbigliò lei rivolgendo lo sguardo a Cla’ mentre lui si avvicinava.

 

 

Prendendola per mano

(sommessamente) – Ti ho già detto quanto sei bella oggi, Pa’?

 

 

Cla’ approfittò per porsi alle sue spalle, mentre lei prendeva a osservare divertita su un comò le foto del suo amore ai tempi del liceo.

 

– Eri fighissimo già allora.

 

 

 

– Ma ora sono meglio, vero?

 

(lei sorridendo maliziosa) – Ah, di sicuro!

 

 

(lui, dondolandola a sé) – Dammi un bacio, ti prego!

 

Inducendola a posare i ritratti, la ruotò verso sé, spinse le braccia di lei intorno alla sua vita, mentre lui la stringeva fra le sue. E incollò le sue labbra, appassionato.

 

– Intollerabile non poterlo fare prima… bacio

 

 

– Tranquillo. Fra poco andiamo via…

 

 

Lui le spostò una mano dalla vita all’inguine, tenendola pressata.

– Solo un momento, ti prego…

 

e approfittò per rubarle un altro bacio.

 

 

 

Era eccitato, non c’è che dire.

Non era il solo.

Sollevando lo sguardo lui si rese conto che sua madre era lì, senza sapere da quanto.

 

 

Cla’ sciolse Paola dal suo abbraccio, e arrossì vagamente.

Non era certo in tono di rimprovero che Laura lo osservava.

Quella scena le sembrava del tutto naturale, anche se un poco inedita da parte di suo figlio. Non ne era certo turbata. La turbò invece una strana sensazione che l’aveva colta al basso ventre, come una scossa, un tremito. Non l‘era mai successo, almeno a sua memoria.

 

Nella mezz’ora che seguì, nel trambusto che in qualche modo era legato a quel piccolo trasloco, Laura cercò di farci caso. Si diceva che, per quanto disdicevole, cogliere suo figlio di soppiatto in atteggiamenti sessualmente espliciti poteva averla ‘eccitata’ in qualche modo. Un po’ come davanti a un film.

Avrebbe recitato qualche Ave Maria per discolparsi e tornare con l’animo sereno.

 

Però non fu così, e i Padrenostro avrebbero dovuto essere tanti quando si accorse che quella sensazione si ripeteva non più ‘spiando’ momenti di intimità rubata, ma al semplice osservarla… Perché era lei che – anche da sola – agitava in Laura lo strano impulso di abbracciarla, baciarla e non si sa cos’altro ancora…

 

 

——- 

figuracceDiciamo le cose come stanno.
Lei li aveva ben che avvisati quella sera: “Non mi fate fare figuracce…”

 

 

Riportati i bimbi a casa sani e salvi, sulla via di casa i ragazzi si scatenano nella macchina di Tommy.

Tommy e Ramon davanti prendono a sfottere Paoletta e Cla’ avvinghiati sul sedile posteriore.

 

 

Ramon (a Paoletta) – Di noi non ti puoi certo lamentare.

È il signorino che deve aver sgarrato…

 

  

(ridendo, Cla’) – Sono innocente. Puro come un giglio!

 

 

Ramon – Sti cazzi!

 

 

Tommy (osservandoli dallo specchietto)

– Di’ la verità… Laura vi ha sorpreso che stavate trombando lassù, perciò è venuta giù così turbata!

 

 

(sempre ridendo, Cla’)

– Ma che turbata e turbata! Per un bacetto!

  

bacio

Paoletta si schermisce

– Confermo!

 

 

Tommy guarda Piumetta, poi lancia un’occhiata d’intesa a Ramon. Che ammicca.

(a Cla’) – Bacetto… Conoscendoti…

Come minimo ti ha beccato con il Gigio pronto all’uso, il che spiegherebbe la sua faccia…

 

 

Cla’ – Ma quale faccia, dai, io non ho visto proprio niente!

 

 

Ramon – No no, Cla’. L’ho notato pure io. Aveva un’espressione strana… Comunque, diamo per scontato che hai trombato.

Quindi ora tocca a noi!

 

 

(Paoletta)

– Ma non esiste proprio!

Ora voi mi lasciate a casa, e pure subi… (si blocca, osservando le espressioni da squalo tutt’intorno)

 

 

 

(Cla’, minaccioso) – Dove vuoi andare tu?

 

 

(Piumetta) – Vorrei… Avrei da fare una pipì, se permettete…

 

 

 

Ramon – Sei donna e devi sempre rompere…

 

 

Cla’ – Puoi farla a casa mia, così poi…

 

 

 

(Tommy) – E perché non da me?

Anch’io ho due bagni…

 

 

Piumetta – Ecco, mo’ famo notte…famo notte

 

 

——-

Si fece tardi quella sera, quei tre non volevano mollarla.

Si optò per la casa di Piumetta. Fare arrabbiare due gatte non era il caso.

 

La prima cosa che si sentì, oltre la soglia, fu la garbata richiesta di Ramon “Mettiti a topa”; un’ora dopo, cacciati via tutti con la forza, fra risate soffocate Ramon tirò fuori la sua seconda perla: “Quando piumiamo di nuovo?”

 

Il giorno dopo, stranamente, una richiesta analoga a quest’ultima comparve sulle innocenti labbra di una madre. Cla’ non si capacitava, per quanto, dati i trascorsi con suo padre… nulla poteva più turbarlo.

Né lo turbò sentire che Lauretta sua volesse chiedere consiglio per questioni di natura personale ad un amico fidato, un uomo di sicura fede ed esperienza, che mai e poi mai l’avrebbe giudicata…

Lo turbò invece il solo pensare alla sua faccia, povero padre Ralph.

 

——-

Seppellite asce di guerra, fieri propositi d’assalti o di vendetta?

Meglio stendere un velo pietoso per un po’. Se son rose iceberg fioriranno.

r come ramon

 

Così anche noi ci accomiatiamo da Vossignorie, sperando di avervi divertite, rispolverando all’uopo la più celebre frase dell’Esperto:

“La vita è una parentesi tra una scopata e l’altra”.

 

Potremmo dubitare?

Noi no. Noi.

 

 

 

(dall’inviato Farina 00)colors

 

(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)      

 

 

quadro di Giovanni Merenda 
www.giovannimerenda.it   

 

 

 

 

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