La sfortuna di chiamarsi ******

Racconto rimosso per volontà dell’autore.


Latest posts by Juan Jose (see all)

35 Replies to “La sfortuna di chiamarsi ******”

  1. Ricordo a tutti coloro che commentano, che LetterMagazine è dotato di un sistema in grado di tracciare una serie d'informazioni tecniche (es. IP, browser, cookie, SO, RAM, CPU, ecc.) e geografiche.
    La motivazione è che è necessario mantenere un livello elevato di sicurezza, come imposto dalle attuali Leggi in merito.

    Tra le altre cose, questa tecnologia, permette di scoprire cose molto semplici e stucchevoli, come ad esempio rispondere fingendo di essere persone diverse cambiando il nickname.

    Poiché consideriamo la maggior parte dei nostri lettori persone intelligenti, non attiveremo un sistema di registrazione obbligatoria per lasciare i propri commenti agli articoli, ma ci riserviamo di cancellare i commenti clone e bannare gli utenti duplicati.

    Il sistema ci ha appena avvisato che la persona dietro Kobe, Giulio e Bea è la stessa e la cosa è davvero molto triste, oltre ad essere uno spreco di tempo e risorse.

    Continueremo a lasciare i commenti aperti a tutti, perché sappiamo che una percentuale di commenti (e commentatori) stupidi sia endemico ad ogni sistema democratico.

    1. Per un certo verso sono d'accordo con kobe.
      Se è una cagata l'originale, difficilmente una versione rivisitata (che si basa sempre su una cagata iniziale) viene meglio.
      Poi quando dice che il critico di solito è un frustrato, mi spiace per il KOBE, ma ha dimostrato di stare ancora peggio del critico XD XD XD

      P.S. mi spiace dirlo, ma tralasciando il contenuto (che a me non piace) io mi soffermerei sul fatto che è scritto male, con errori gravi e con periodi scritti male.

      1. Caro Kobe, dopo quest'altra tua risposta non solo dico che sei sceso più in basso del critico, ma aggiungo che il critico ti ha staccato di molto.
        Per essere critici non bisogna assolutamente saper fare il mestiere che si critica. Anzi, tutt'altro.
        Se leggi i più importanti saggi universitari noterai che tutti i lettori sono dei critici. Non serve altro che avere strumenti per approcciare un testo in modo giusto ed avere strumenti per poterlo criticare.
        Criticare, come tu saprai (almeno spero se no sto parlando a vuoto) significa giudicare secondo determinati principi (diventerei spocchioso se te li spiegherei uno ad uno). Giudicare sia positivamente che negativamente.

        Dopo di questo mi sono scocciato di spiegarti le cose basilari e farlo gratis, quindi se vuoi continuare contattami, ci mettiamo d'accordo per il prezzo 😉
        Però se vuoi essere autodidatta ti consiglierei: Le teorie della critica letteraria, Carocci. o in alternativa La critica letteraria del Novecento, Il Mulino.

        Ripeti un po', hai le idee confuse.

        Poi ci risentiamo… ciao cucciolotto

        1. se te li spiegassi*

          Ma perché non mi da l'opportunità di correggere mentre scrivo. quando vado a capo non torna più su per correggere

          1. no "se ti spiegassi"…"se te LI spiegassi"…sai è collegato a principi 🙂

          2. da come parli (scrivi) sembri un maestro a far cadere la saponetta………………… XD XD XD

            Era una battuta…senza rancore… 🙂

          3. figurati… mica me la prendo anzi mi diverto un sacco a prendervi in giro:-)

          4. sn sempre kobe ma sti pisciazza mi hanno bloccato perche mi sa che nn sanno stare al gioco che loro hanno inventato… cmq figurati se me la prendo, mi diverto un sacco a prendervi in giro:-)

  2. nessuna ascia di guerra Bea…tanto è vero che mi sono offerto di editare il racconto di Luigi

    pronto al massacro….
    Nessun problema!

  3. Secondo te il mondo dell'editoria è tanto diverso da questo?

    Non volevo commentare ma se uno manda un racconto è normale che viene criticato sia positivamente che negativamente. Tutto deve essere accettato; si può non essere d'accordo con la critica, ma è ridicolo scrivere questa cosa che hai scritto tu e anche quello che ha scritto Luigi nella pagina della recensione "Chi sa fa, chi non sa fare insegna o giudica".
    Il problema è che chi fa non si pone automaticamente ad di sopra di chi insegna o di chi giudica; anzi io penso sia proprio il contrario.
    Ti dico la mia da perfetto ignorante: il racconto non l'ho neanche finito di leggere perché non mi piace dall'inizio. Per me è scritto male, non è fluido e mi stanco dopo un po' a leggerlo. Punti ogni due frasi manco stessimo in prima elementare.
    Parliamo delle parolacce: alcune fuori luogo!
    Già non sono d'accordo sul fatto che i ragazzi parlano così; vabbè forse lui conosce altri, non so.
    Ma poi le parolacce sono dette, a caterve, anche dal narratore. Ritengo il tutto senza senso.
    Mia opinione personale ovviamente.

    P.s. ci sono alcuni errori, ma non so perché non mi fa correggere il testo che ho scritto.

    1. Anche perché di solito è difficile trovare un editore che ti pubblica e automaticamente scrive nelle prime pagine "è una cagata vi avverto" di solito te lo dice prima e non te lo pubblica proprio.
      Poi già Ink Killer ti fa capire tutto. E' una polemica sterile, molto sterile.
      Poi sinceramente anche se leggi all'inizio "è una cagata" nessuno ti toglie il diritto di pensarla diversamente e dire è bello o altre cose.
      Però non fare una crociata sui modi da adottare perché neanche nell'editoria trovi tutta sta gentilezza nei confronti dei giovani emergenti 🙂

    2. Vedi Andrea, il mio punto è proprio questo: il giudizio, senza remore, di un nessuno.
      Se non si riesce ad accettare il giudizio di un signor nessuno, come si fa ad accettare il giudizio di un editore?
      E poi tu hai centrato il punto: il racconto è brutto. Ho cercato di spiegare il perché, ma lo trovo inutile. Ognuno ha i suoi gusti, e se a qualcuno piace il racconto di Traverso, be', trovo sia impossibile cercare di replicare!

      Con Affetto

      IK

  4. Ragazzi, io sono giovane e tra la versione hard di Luigi e quella soft di Raffaele, mi ritrovo nella prima. E' dura e tormentata mentre quella di Raffaele è soft e sa di canne e neve come dice lui. Ernesto nel rifacimento non mi piace. Mi piace più quello delle notti del Liga.

    1. Giovane Holden
      Ognuno ci mette il suo quando scrive. E' ovvio e normale che sia così.
      Comunque prescindendo dalla mia ispirazione e del mio modo di scrivere, ho cercato di
      mettermi nei panni di un editor che deve rendere "pubblicabile" un racconto. Ed io so
      bene come ragionano gli editor..
      Ho tenuto conto di quelli che,secondo Ink Killer, sono i punti deboli del racconto:
      1) l'assoluta inattendibilità dei dialoghi (uno con una gamaba rotta non parla così)
      2) il finale che sa tanto cappuccetto rosso.
      3) la poca immediatezza della storia (ci vuole il presente storico)

      Far diventare tutto un delirio rende attendibile anche i lunghi dialoghi…
      Poi mi sono divertito a nasconderci delle citazioni (e questo è il mio stile).. che poi
      non le hai "lette e capite "… questo è un tuo problema.
      Che non ti piaccia è nelle cose della vita, non si può piacere a tutti.

      1. sono andato a vedere su internet e non si capisce manco che libri hai scritto e con chi. I fetenti di Marotta editore? E dai consigli su come pubblicare con i grandi editori? Ma dai… se scrivi così mi sa che i grandi editori ti cestinano già da come scrivi l'indirizzo. Sei proprio tu un delirio. Il mio problema è stato di venire a leggere ste robe. E poi leggiti e capisciti da solo te e le tue citazioni

  5. ho scritto una mia versione di Ernesto…
    può servire

  6. Ciao. Premetto che sono una lettrice di ***** e potrei apparire partisan 🙂 Pertanto non commento il racconto per cui vale il "mi piace, non mi piace". Detto questo sono rimasta anch'io un pò male, pur nel rispetto totale di chi l'ha fatta, riguardo alla critica o meglio alla sua metodologia. Sarà che amo la grande letteratura del passato e con essa anche i grandi critici di allora che, pur sapendo stroncare anche loro, andavano comunque molto nella profondità e nell'esegesi del racconto cercando di interpretarlo. Questo modo di criticare tipico dei giorni nostri, visto e rivisto in TV e nei giornali, quasi ad annusare l'odore del sangue e suscitare qualche risata complice nel lettore magari giovane ed abituato (purtroppo) solo a questo gioco al massacro, mi lascia abbastanza demoralizzata. Mi sa che si continua ad insegnare ai giovani che conta di più un bello schiaffo che una sana chiacchierata. sarà che sono vecchia e che forse, come dice il killer, devo andare da un'altra parte, scusatemi.

    1. Non credo si tratti di un problema generazionale.
      Il sistema di critica di INK KILLER è estremamente e chiaramente esplicitato nella premessa.
      Si tratta di un gioco e chi partecipa ne accetta le regole nel bene e nel male.
      Possono non piacere, ma tanto è!
      Ah io non sono giovane.

    2. Grazie per il commento Lisbeth.

      Io non sono avvezzo a "questo modo di criticare dei nostri giorni". Non lo so se di solito criticano in questo modo. Io di solito leggo l'opposto, critiche molto all'acqua di rose o addirittura benevole per terribili schifezze.
      Per questa critica vale il MIO parere, e non sono un grande critico.
      Mi sembra comunque di essere andato abbastanza nel dettaglio del perché il racconto non funziona. Si vede che non sono riuscito a farlo capire a tutti.
      Non sono della scuola meglio uno schiaffo di una discussione, ma sono del parere che uno stop immediato sia migliore di una condanna rimandata.

      Con Affetto

      IK

      1. Diciamo, Juan Jose, che mi sembri un pò Morgan di X-Factor… 🙂 Quindi per non conoscere "la critica dei giorni nostri" sei bravo davvero. 🙂

  7. Ma siamo su scherzi a parte? Un critico che si fa chiamare il killer e stronca con ferocia un racconto. Uno scrittore che si arrabbia come una furia e risponde alla Sgarbi. Un altro critico che interviene e chiede quanto ha pagato lo scrittore per far pubblicare i suoi libri e poi i classici “Lei non sa chi sono io…” alla Totò e Peppino. Ma che rubrica è questa? Io penso che sia tutta una combutta fra critici e scrittore per farsi un po’ di pubblicità reciproca. Però ragazzi, un po’ di stile…
    Proprio un brutto esordio per una rubrica che rischia davvero di essere il menzionato Processo di Biscardi. Un consiglio: caro Killer un po’ più di sobrietà di giudizio e meno baldanza. Caro Luigi, il tuo racconto non è affatto così orribile e può essere magari salvato dall’editing di Abbate (ma è gratis? Posso mandarti anche dei miei racconti?) ma un low profile sarebbe più apprezzabile (non sei il miglior King e lo sai anche tu), caro Massimo Petrucci, intervieni a salvare una rubrica che esordisce male e sa molto di artefatto…

    1. Caro Pandergast se mi sono offerto di fare l'editing è ovviamente gratis. Comunque dopo la tempesta iniziale (che ci poteva anche stare) mi sembra che sia arrivata la quiete.
      La linea editoriale di LM, condivisa da TUTTI, è di assoluto contrasto alle pubblicazioni a pagamento.
      Circa la tua richiesta di edinting (ovviamente gratis): SE PO' FA!
      Un'ultima osservazione : la rubrica Ink Killer è una sorta di gioco, perchè non partecipi anche tu?

      1. No, no… ho troppa paura 🙂 Scherzi a parte sono timido e se Luigi che ha scritto dei bei libri è già stato stroncato così, io sarei come minimo crocifisso in sala mensa.
        Devo essere onesto, il racconto non gli rende merito e gliel'ho scritto anche a lui in privato. Poteva fare meglio e si vede che l'ha scritto di getto e senza editing (gli consiglio di usarlo di più perchè spesso capitano errori ortografici, di punteggiatura e di battitura fatti probabilmente per trasporto) però il giudizio del killer mi ha terrorizzato. Io scrivo per puro diletto. Temo la fustigazione stile la passione di Gibson 🙂

        1. pendergast, i giudizi sono personali. Se mi sono scagliato contro il racconto di Luigi (e non contro Luigi) è perchè lo ritengo non sufficiente. Non piace il modo in cui è stato detto? Si preferisce un approccio più morbido? una mezza assoluzione? Io se sbaglio al lavoro sono mandato a casa. Se a scuola facevo errori mi beccavo il 4. Volete la morbidezza? da un'altra parte, prego.
          Luigi si è sottoposto in piena coscienza a un giudizio che mi pare anche abbastanza dettagliato nel perchè non mi piace. Credo che Luigi stesso lo abbia capito. Avrei piacere a rileggere altre sue cose, e se vuole a giudicarle (secondo il MIO giudizio, che vale ovviamente niente).
          Allo stesso modo, Pendergast, ti invito a entrare nel gioco.
          Anche InkKiller entrerà nel gioco, pubblicando sui racconti e mettendosi alla pubblica gogna. Già lo fa con i suoi articoli, esponendosi ai vostri commenti.

          Coraggio allora, avanti. L'importante è continuare a scrivere. L'importante è continuare ad ascoltare. Non si arriva mai: quando pensi di essere arrivato, ti sei semplicemente fermato.

    2. Addirittura chiamato in causa a mo' di deus ex machina, non so, caro Pendergast, se lusingami o preoccuparmi.

      Il Killer di certo ha scelto una strada complicata, non asfaltata, fangosa e piena di curve; mi riferisco alla scelta di mettersi a fare il critico di opere inedite ed edite di aspiranti scrittori. In un popolo dove il 3% legge ed il 97% scrive, la cosa non è per niente semplice.

      I commenti di solito vengono scritti a caldo, la cosa rende viva la discussione, ma spesso ci si perde in stucchevoli "Lei non sa chi sono io", come appunto hai fatto notare. E' lo scotto dell'egocentrismo che è in ognuno di noi. Tuttavia il Killer è un killer buon e si circonda di personaggi amorevoli, come l'Abbate, che gratuitamente si propone per un editing del racconto di Luigi, che pecca (il racconto), e questo credo sia chiaro a tutti, compreso l'autore, di qualche ingenuità.

      Pat Walsh, nelle sue "78 ragioni per cui il vostro libro non sarà mai pubblicato", tra le prime ragioni, per la precisione la quarta, indica: "Avete un'opinione troppo alta di voi stessi". La tracotanza dello scrittore è un elemento chiave della cattiva prosa.

      La maggioranza degli autori (aspiranti?) se ne viene sempre con qualcosa tipo: <<il mio libro non è brutto, è solo che tu sei troppo stupido per cogliere la sottile filigrana del sapore joyceiano/pynchoniono/proustiano>>

      Forse dovrebbero leggere paradigmi di semplicità come "Il vecchio e il mare" oppure "La fattoria degli animali".

      Il problema è che spesso si scrive "per necessità" e si perde di vista il concetto che "scrivere è una faccenda seria", che bisogna curare la lingua, iniziando dalle cose più semplici, tipo <<po'>> con l'apostrofo e non con l'accento: <<pò>> oppure <<qual è>> che si scrive senza l'apostrofo e così via.

      Quando un scrittore o aspirante tale, esordisce con cose del genere, è come toccare con mano la palla in area di rigore dieci secondi dopo l'inizio della finale del mondiale.

      1. Si, capisco. Però qui dovrebbe intervenire l'autore. Io ho già fatto il mio. Comuqe per par condicio sono andato anche a leggere Juan Jose. Ho commentato su Holden Boy. Non è che mi abbia entusiasmato quanto a punteggiatura, ortografia, ecc. Però, in fondo, giustamente lui è un critico. Uno scrittore deve essere più attento a queste cose.

        1. Ringrazio Marco per aver visitato e commentato questa pagina. Ti confermo che non c'è stata premeditazione o inciuci da tv spazzatura tra me e i critici. Solo un piccolo diverbio andato sopra le righe e macchiato da un pò di egocentrismo 🙂 Sul racconto chiedo venia circa le tante ingenuità. In effetti ho scritto di getto e lavorato poco o nulla sull'editing. Colpa mia. Sulla par condicio posso dire che vale quanto scritto da maestra Carla, ossia che chi scrive è meritorio per se stesso e poi chi legge approva o non approva a proprio piacimento. Un saluto e complimenti per lo pseudonimo legato al grande agente speciale di Preston & Child.

  8. P.S.: dopo aver scritto mi sono accorta che errori ne ho fatti anch'io. Confesso che sono di battitura per scarsa esperienza con la tastiera.
    Presumo possa essere così per altri.

  9. Non ho titolo per giudicare un racconto se non quello del "mi piace o non mi piace".
    Non farò quindi commenti in quel senso.
    Se fosse un tem a da correggere metterei un segnaccio rosso sotto UN' davanti ad un nome maschile.
    poi aggiungerei che l'autore deve curare la punteggiatura, quasi inesistente o usata male.
    Detto questo, chi scrive fà sempre un'opera meritoria per se stesso; per chi legge, vale il"mi piace o non mi piace".

Comments are closed.