Per stare tranquilli le mogli bisogna spararle

 di Elena Bibolotti

 
oggi domani dopodomani

 

Non avevo mai visto un film diretto da Eduardo De Filippo, amo alla follia Luciano Salce e Ferreri è un maestro. Tre buone ragioni per allungare la mano e scegliere “Oggi domani dopodomani” tra i tanti Cult in offerta speciale.

Tre, gli aggettivi appuntati sul quaderno al termine della visione: originale, divertente ed espressivo. Lento, avrebbe aggiunto volentieri mia cognata che divora esclusivamente cinematografia americana e sentimentale – roba da rialzo immediato della glicemia – ma visto che sono io a scrivere, non ne terrò conto.

 

Gli episodi sono tre, tre i registi sceneggiatori, tre le protagoniste femminili, unico il volto maschile, quello di Marcello Mastroianni.

Tre i colleghi illustri coinvolti in brevi “chicche” come si dice in gergo: Lelio Luttazzi nelle vesti di impiegato di banca nel terzo episodio, Ugo Tognazzi un macchinista travolto da Mastroianni, Raimondo Vianello – che non sono riuscita a individuare – mentre Marco Ferreri era nel primo episodio, diretto da se stesso e con panino in mano.

 

Oltre al protagonista maschile, il filo rosso che unisce i tre quadri o anche “scherzi”, così come da sottotitolo, è il rapporto uomo donna e la difficoltà che i due sessi hanno nel comprendere le ragioni dell’altro.

Tutti gli episodi del film, girato nel 1965, si svolgono ai piani medio alti di una borghesia italiana in pieno boom economico.

 

La storia della prima coppia, un piccolo industriale paranoico e una cosiddetta “figlia di papà”, è girata da Ferreri in bianco e nero e quasi interamente nell’appartamento dell’uomo, in un clima di noia asfittica.

I titoli di testa de “L’uomo dei cinque palloni” scorrono su una serie di fermo immagine stile fotoromanzo (allora amatissimo da cameriere e casalinghe), e introducono alla storia: l’uomo, produttore di palloncini, vuole capire quale sia il limite massimo oltre il quale il palloncino usato come gadget – il ’65 è anche l’anno dei primi gadget pubblicitari – scoppierà.

 

Ma se l’uomo è ossessionato da questo dubbio irrisolvibile e da una patologica ansia da prestazione lavorativa, lei, una Catherine Spaak avida di attenzioni, non fa che infastidirsi per ogni suo gesto: lavati le mani, sfilami gli stivali, non ti appoggiare che mi pesi, telefona a mio papà e così via.

La noia, la mancanza di punti d’incontro, al di là delle promesse d’amore eterno e di pentimento, fanno della prima una coppia senza futuro.

oggi dom dopodom

 

Al termine dell’ultimo confronto a due e dopo che la Spaak avrà rumorosamente chiuso la porta dietro di sé, sarà il palloncino a vincere e dopo un intenso e drammatico primo piano con grandangolo, Mastroianni si lancerà dalla finestra per cadere su un’automobile, appunto, di Ugo Tognazzi.

 

 

Virna Lisi, in abitino Courrèges rosa confetto, è la moglie capricciosa e bellissima di Luciano Salce coprotagonista de “L’ora di punta”.

Il secondo “scherzo” girato a colori si apre sulle note di Nino Rota che varia sul tema della marcia nuziale. Tratto da “Pericolosamente” atto unico riscritto per il set e diretto dallo stesso Eduardo, racconta di un “quasi” Nobel per la fisica, un Mastroianni pieno di tic che, atterrato in Italia dopo un esaurimento nervoso che l’ha tenuto all’estero per 12 anni, trova un clima familiare che si rivelerà paradossale.

È l’anno della presentazione alla Camera del primo disegno di legge sul divorzio, in un clima dove la donna è considerata ancora un bell’oggetto da esibire e l’episodio è di un maschilismo oggi, e giustamente, improponibile.

 

Mastroianni, in questo episodio solo spettatore, è invitato dal suo vecchio amico Salce a rimanere ospite in casa sua.  La prima avvisaglia del guaio in cui si sta per cacciare è che Salce, ricordandosi della moglie, si ferma in armeria dove compra due pistole e un numero incredibile di proiettili.

Il pranzo inizia con una serie di comicissimi “micio micio” tra coniugi che, per un’inezia, culmina in una lite violenta, e mentre Rota distorce e drammatizza, Salce spara a sua moglie che dopo uno svenimento si riprende di nuovo dolce e remissiva.

Ma non finisce qui. Di notte scoppia una nuova lite e tra camini di pietra, ampie camere riccamente arredate, donne di servizio in divisa – indifferenti alla faccenda – porte scorrevoli di legno e terrazzi con vista sull’Eur, si svolge l’inseguimento che culmina con un altro colpo di pistola.

– Ma la pistola è caricata a salve! – dichiarerà Virna Lisi – anche se ogni tanto ci mette un proiettile vero, altrimenti non c’è gusto.

 

Tra liti, spari e riappacificazioni arriva, e per bocca di Salce, la battuta “cult” – Ho scoperto che per stare tranquilli, le mogli bisogna spararle!

Ma il paradosso si spinge oltre: tutti hanno ormai adottato questo metodo, anche all’estero, spiega il marito fiero della scoperta mentre, allontanandosi da casa verso l’aeroporto assieme all’ospite, dai palazzi risuonano dei colpi di pistola e fucili a canne mozze.

Esilarante.

 

Una strada deserta percorsa da un’auto scoperta con a bordo Marcello e Pamela Tiffin con lungo velo da sposa al vento, apre il terzo e ultimo scherzo diretto stavolta da Luciano Salce. Tratto da un racconto di Goffredo Parise e sceneggiato da Castellano, Pipolo e Salce, l’episodio ricorda atmosfere felliniane da set di Cinecittà. 

L’auto si blocca in un vicolo del sud – forse Napoli – dove uomini “chiatti e neri” cercano di toccare “La moglie bionda” – questo il titolo dell’episodio – e che, invece di lottare, sensualmente si presta al gioco.

È solo un incubo, forse.

 

Mastroianni, alias Mario e impiegato di banca, in realtà non ne può più della novella sposa che quotidianamente compra abiti, va dall’estetista, dalla sarta, dal parrucchiere e come non bastasse, vuole fare all’amore di continuo.

Nella banca dove lavora, vede un emiro con al seguito una ventina di mogli bionde e, grazie alla complicità di Luttazzi, decide di vendere la sposa per rifarsi del denaro speso.

 

Inizia così la ricerca di un “compratore” e un viaggio in oriente dove, finalmente, l’intelligenza della donna sarà vendicata. Pepita, la moglie Tiffin e niente affatto stupida, capito l’inganno, venderà Marcello a un emiro gay e fuggirà tra le dune, piena di soldi e diamanti, a bordo di una Rolls Royce. Mastroianni vestito da odalisca che la rincorre nel deserto chiude questo film che nel titolo, e del tutto insensatamente, trova immediata assonanza con un altro film di Ponti “Ieri, oggi, domani” con la coppia Mastroianni/Loren.

 

 

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Oggi, domani, dopodomani, Italia 1965, regia di M. Ferreri, E. De Filippo, L. Salce

 

 

 

 

 

 

 

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One Reply to “Per stare tranquilli le mogli bisogna spararle”

  1. l’ho visto quel film…ma grazie dell’efficace descrizione che mi ha illuminato i ricordi…che dire, sarà un periodo che sono stanca di sentire questa lotta continua tra maschio e femmnina tra quello che ci divide e mai si parla di cio’ che invece ci accomuna, sarà che qui, vuoi gli anni in cui è stato girato…ma che poi tanto diverso da ora non è, la donna non ne esce mai bene…sono sconcertata da tante cose, soprattutto dalla mancanza di rispetto verso l’altro, dalla lotta tra persone dello stesso sesso ancora e ancora…forse dovremmo aspettare un cambio generazionale per essere solidali, ma in cambio di questo temo che si acquisca il divario tra uomo e donna.
    KATE

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