Pacche, Pecche, Picche. Qui si gioca a Dame!

Lettere del 22 aprile 2010

Gentili esperti di fatti di varia natura,


scusate il preambolo, ma io ho un problema da circa due mesi.

Il mio ragazzo ama prendermi di peso, strapparmi di dosso la roba e sistemarmi sul bordo del lavandino, dove poi procede a fare il resto. Fin qui niente di strano, a parte il fatto che il suddetto lavandino è sospeso a sua volta (è un semincasso di ceramica, pure con qualche anno di età). L’altro giorno abbiamo sentito dei cigolii, ma il mio ragazzo pensava fossi io e ha continuato, e mentre venivamo è venuto via pure il lavandino che è franato sul pavimento.

Non vi dico il rumore, quello di sotto è venuto su come una furia, vai a spiegare che era stato il cane a farlo venir giù perché voleva bere dal rubinetto.

Il padre del mio ragazzo non si è incazzato più di tanto e l’ha fatto sostituire con uno di metallo (mi pare sia alluminio) e questo è ancora più sottile.

Il mio ragazzo ha deciso che il lavandino nuovo lo attizza più dell’altro, così ha voluto inaugurare pure questo, che sotto il peso si è piegato.

Insomma, cosa devo fare?

A me questa fissa del lavandino non è che mi piaccia poi tanto, sto sempre con l’animo ‘in sospeso’.

Datemi una mano.

Stephanie


Risposta della Dama di Picche

Una mia amica ne ha rotti una decina, poi si è rotta lei le palle e ha mollato il tizio per uno che ama farlo sul cesso.

Consiglio: cambia partner oppure di’ al tuo ragazzo di farsi socio di una rivendita di sanitari.

Oppure esistono i vecchi lavandini a colonna, o incastonati su basi in muratura.

Non è che il ragazzo della mia amica è diventato il tuo?

Tienimi aggiornata.

 

Risposta di Ramon de Gadia Fuente

Cara Stephanie,

Innanzitutto vorrei rassicurarti su un fatto: la fantasia del tuo innamorato è del tutto normale. Anzi, ben venga ci siano delle fantasie come questa. È tutto pepe per la coppia.

Un mio amico ne ha una simile: ama sollevare la partner e prenderla sopra al lavandino della cucina,  ma non il loro, quello degli amici quando sono invitati fuori a cena. Spesso anche durante la cena. Vero è che gli sono rimasti come amici solo la Celia che è mezza cecata e il Carlo che è un guardone…

Comunque, per tornare al tuo problema, tutto quello che devi fare è attrezzarti opportunamente: in commercio esistono dei lavandini appositamente studiati per i casi come il tuo. Un installatore specializzato di CasalMaggiore di Pratola, Maurizio Tombolato (per pura casualità amico di mio cugino di terzo grado) ha in catalogo speciali lavandini in fibra di carbonio con inserti rinforzati in acciaio anodizzato testati per resistere a carichi superiori ai 200kg, con frequenza di applicazione di circa 30MHz e accelerazione pari a 2G. Nel caso tu sia interessata, scrivimi pure in privato che ti faccio avere un prezzo speciale.


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Gent.le Signorina

Sono una suora. O almeno credevo di poterlo diventare.

So che le parrà strano che io scriva, ma davvero nel cuore ho un gran tormento e non so con chi parlare. Nessuna qui, sono certa, ha mai vissuto un’esperienza come la mia (Dio mi perdoni).

Alla fine del noviziato mi hanno messo accanto una guida spirituale per proseguire nel mio percorso. Al principio non me ne sono accorta, ma dopo qualche settimana di assidua frequentazione e di discorsi sulla santità ho sentito come un fuoco, un tremore delle carni sotto la tonaca. Non avevo mai provato il bisogno così forte di apporre un sigillo alla mia carne. Non ho mai conosciuto un uomo. Non ce l’ho fatta a resistere ai suoi baffi. Ho suggellato la voluttà che ormai cresceva in me premendo le mie labbra contro le sue. Il contatto con quei peli ispidi mi ha vieppiù eccitato e ho commesso l’ardire di stringere a me il suo petto, palpandolo.

Uno schiaffo mi ha fatto ritornare in me.

Suor Antonina era furibonda, qui non esistono cerette.

Mi hanno isolata per tre giorni, e fatto venire un sacerdote per impartirmi una sonora ramanzina seguita da messa e benedizione con olio santo.

Ho compromesso forse le sorti della mia ascesa spirituale nel convento, ma a dirla tutta, non mi dispiace veramente. Per questo sono ancora più confusa.

Secondo Lei, che stimo esperta in cose mondane, cosa devo fare, reprimere la carne che ancora freme di voluttà, o abbandonare il convento perché incapace di seguire la vocazione?

Suor Giuditta (senza Giudizio)


Risposta di Ramon

Cara Giuditta,

tutto avrei pensato ma che tu potessi perdere la fede per colpa di Suor Antonina questo proprio no. Conosco Suor Antonina da molto tempo, ben prima che le crescessero i baffi, e non mi ha mai minimamente eccitato.

Altra cosa sarebbe stata una reazione come la tua con Padre Bernardo, quel bel maschione fornito di pullover anche quando è nudo.

Allora ti avrei capito. Così no, e quindi ti rispondo semplicemente che secondo me tu hai tutt’altra vocazione, vocazione che la mia nobiltà di linguaggio non mi permette di esprimere qui.

Cedo la parola alla cara Dama che sono sicuro sarà meno tenera di me.

 

Risposta di DdP

Cara Giuditta, essendo oggi estremamente impegnata, ho deciso di lasciare la lettera al vaglio dell’intera redazione.

Dopo ampia discussione, ed essendo io in ritardo per un appuntamento galante, ho disposto che gli esiti della risposta fossero affidati alla signora Gamy, che mentre noi discutevamo appuntava veloce oscure note.


“Sento in me il pulsare della carne
e a noi suore ste gioie sono scarne…

Cosa fare, lasciare il monastero
o assecondare il corpo per intero?”

Ci arriva questa lettera in aprile
ed è come La finestra sul cortile

un assaggio di cose assai proibite
ma più vere perché non rifinite.

Ci mancavano i tormenti delle suore!
È normale, anche loro c’hanno un cuore.

Noi ci siam guardati tutti quanti
qualcun sardonico, taluni affranti:

bella gatta da pelare la risposta…
assai più facile è infilarsi una supposta.

In realtà non si sa che pesci prendere
sulla quaestio rischi pur d’offendere

qua di certo si va oltre la misura
che per dirla in soldoni, fa paura…

Poi arriva la Dama ed è illuminazione
noi si aspetta in silenzio la sua rivelazione:

“Venga Giuditta a bersi una tazzina
con o senza messale o coroncina

le faremo veder come va il mondo
squarciando il velo e rimirando il fondo

e se davvero l’Amor pensa cortese
lo imparerà ben presto a sol sue spese”.

Così s’invita l’aspirante suor Giuditta
male che vada le si dà una dritta

la si affida a lady Coppedè
che di migliori in giro non ce n’è.

“Guarda, fa lei, questi uomini, qui in redazione
sarebbe il caso di farne una canzone…

Leggi i suoi appunti e t’innamor di Max
quello ti scarica via email o fax…

Pensa che iella se accosti il Macellaio
senza alcun dubbio finisci in un bel guaio

pensa che sfiga se incroci l’Ale Greco
del dolor che procura sentirai sempre l’eco…

non ne parliamo se incappi nell’Inkkiller
quello ti inchioda sulle note di Glen Miller.

E per finire se non è Alan è Tino,
è come ubriacarsi di buon vino.

Se invece non ti sfiziano i maschietti
i letti delle donne sono stretti

son occupate con altri bei maschioni
difendono le prede da leoni…

Il mondo fuori è lordo, a volte è dura
e forse non è peggio la clausura

non tutti ahimè son Sandra oppur Raimondo
l’amor può diventare un baratro profondo”.

Mia cara Judy, non rinnego ciò che ho scritto
ma spero che il cor tuo non sia trafitto

te lo ripeto in versi oppure in prosa
forse conviene esser di Cristo sola sposa.

Ma se ti resta alla fine un languorino
basta che chiami e rimedio un signorino…

(Gamy Moore)


————–


PS

Visto che la signora Gamy ha risolto brillantemente la questione, credo che in futuro, al bisogno, sapremo a chi rivolgerci, nel caso Ramon sia variamente occupato, o se invero, come sovente mi capita, devo correre (in vista di un appuntamento caliente) dal mio fornitore personale di reggiseni Wonderbra.

I Wonderbra tradizionali fanno miracoli, care amiche, anche se ultimamente sono più propensa a seguire i dettami di Dita von Teese, che in materia, ahimè, non è priva di esperienza.

Mai però come la DdP.

——–


Spett.le Redazione di LetterMagazine

Att.ne: Posta del Cu…


Oggetto: Mancato pagamento prestazioni da parte della signorina Dama di Picche


Egregio caporedattore,

sono tremendamente spiacente di dovermi rivolgere direttamente a voi, ma prima di procedere per via legale voglio provare a risolvere in modo amichevole questa incresciosa controversia che mi costringerebbe altrimenti a rivolgermi al mio consulente di fiducia.

Mi presento, il mio nome è Pietro Ramazzo e sono il titolare del club privato “Sensi e Bisensi”. Penso si possa intuire che il club è decisamente vietato ai minorenni.

Linea guida e principale idea del club è quella di fornire ai soci la soddisfazione completa dei loro desideri sessuali più reconditi, naturalmente dietro pagamento delle spese sostenute per questo e con l’aggiunta di un minimo compenso, ché tutti dobbiamo mangiare.

Qualche mese fa si è rivolta a noi la suddetta Dama, descrivendoci il suo sogno e chiedendoci di aiutarla. Noi ci siamo subito mossi e abbiamo approntato tutto quanto necessario per la bisogna. Qual è il desiderio della Dama? Vestirsi da lumaca e poi farsi mangiare da un piccoletto vestito da Napoleone.

Certo, un desiderio strano, molto strano, ma nulla in confronto a quello di Ra…………………………………………………………………………………………………………………………………..

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Ecco, vedete anche voi che c’è di peggio. Comunque, per raggiungere l’obiettivo abbiamo dovuto:

–         Costruire un costume da lumaca, completo di corazza in kevlar alleggerito, antenne iodizzate e spruzza bava a regolazione termica;

–         Assumere due porno attori francesi alti 1,60, specializzati in ruoli in costume e che mangiano solo ostriche, foie gras, caviale beluga e tordi farciti;

–         Chiedere alla Hatu una produzione speciale di preservativi a forma di forchettine leva lumache;

–         In collaborazione con la Nasa e il Cern, progettare e costruire una pinza per lumache di dimensioni consone in titanio anodizzato rinvenuto, attivato da un sistema idraulico di derivazione spaziale (è usato per aprire i portelloni dello shuttle) e che consuma per ogni azionamento non meno di 500KW/h.


Come vedete dalla nota spese, tutto quanto voluto dalla suddetta Dama è stato ottenuto, e la stessa ha goduto delle prestazioni per più di un mese ininterrottamente anche più volte al giorno.

Da qualche tempo, ossia dal giorno in cui abbiamo preteso il primo pagamento, la Dama si è dileguata e non si fa più trovare nemmeno al cellulare segreto, quello a forma di Titti che tiene nascosto nella borsa in pelle, ovvero con la suoneria di Titanic.

Vi prego di farvi ambasciatori di questa mia missiva, onde evitare uno spiacevole prosieguo.

Distinti saluti

Pietro Ramazzo

 

Risposta di Ramon de Gadia

Perché pubblicare questa lettera?

Solo per farvi capire che noi non nascondiamo né nasconderemo mai nulla ai nostri attenti lettori (tranne la parte omessa che coinvolge persone e cose di nessuna importanza per noi).

E questo per farvi capire anche che la Dama è una persona come voi, come noi, un essere umano vivo e pulsante.

Stiamole vicino in questo momento, fatele sentire il vostro calore come farò sicuramente io.

Coraggio Dama, non ti nascondere più! Liberati e rispondi a chi ti vuole infamare, paga i tuoi debiti, non lasciarti calpestare.

Noi ti stiamo di fianco, e anche di dietro.

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