La fine della satira

la satira è morta

Meno male che non mi pagano per scrivere questi articoli.

Perché se dovevo contare su questi miei piccoli pezzi, invece che sulla mia favolosa pensione di professore di gruppo C (come si diceva una volta),  mai arrivato al massimo della carriera (sono scappato prima…), per tirare avanti, ero messo male.

Sì, perché io spesso, scrivendo per LetterMagazine, i miei lettori se ne saranno accorti, tento di fare, non so quanto successo, della satira.

E per la satira in Italia sono tempi grami.

Noi poveri scrittori satirici mentre  ci struggevamo per trovare degli spunti per la nostra scrittura, siamo stati sorpassati e resi inutili dalla cronaca.

E’ successo che i personaggi di cui ci occupavamo più spesso, i cosiddetti potenti, hanno provveduto da soli a rendersi più ridicoli di come noi avremmo mai avuto l’ardire di disegnarli.

Per la satira non c’è avvenire, quelli che, fino a ieri fortunati, scrivevano e venivano pagati per scrivere, dovranno cercarsi un altro lavoro.

Perché noi scrivendo possiamo deformare i fatti, adattandoli alla ricerca di qualcosa che induca nel lettore una risata o almeno un semplice sorriso, ma oltre certi limiti non possiamo spingerci, ci accuserebbero di avere esagerato e raccontato storie che non avevano alcuna possibilità di avvenire.

E invece…

La verità è più strana della fantasia perché la fantasia è costretta a attenersi al probabile, la verità invece no, scriveva Mark Twain.

Insomma, se io avessi scritto dopo le storie di Noemi e della D’Addario che il nostro presidente si sarebbe spinto più oltre, chi mi avrebbe mai creduto?

Mi avrebbero accusato di fare fantascienza, non satira.

Pensateci  un momento, miei cari lettori. Se io qualche mese fa, ispirato dal Dio della Premonizione, avessi scritto di feste con sedicenni marocchine e con tante ragazze nude, brave nell’arte dello strusciamento… di feste con tutte queste brave figliole insieme al nostro caro Silvio e poi… poi Emilio Fede e Lele Mora… sì, proprio Fede e Mora, non ci posso credere!… quanti di voi mi avrebbero scritto, giustamente indignati, accusandomi di descrivere scenari che non avevano nessuna probabilità di avverarsi.

Dai, Giovanni… e che cazzo! dopo tutto il casino che è successo secondo te questo si mette a organizzare megafeste con striptease  e lapdance con tante ragazze che lo possono sputtanare… e poi si sceglie come compagni per queste feste Emilio Fede e Lele Mora…

No, Giovanni stavolta hai esagerato, quello che hai scritto non succederà mai!

Al confronto la notte con la D’Addario, consumata in privato nel lettone di Putin, sembrerebbe una normale marchetta da ragioniere o al massimo da commercialista.

E poi la satira può anche avere un risvolto da humor nero, ma non c’entra niente col terrore.

Mentre oggi in televisione il terrore trabocca dai teleschermi durante i talk show e i telegiornali, quando gli uomini e soprattutto le donne del nostro capo del governo lo difendono parlando di congiura, di accanimento giudiziario senza mai contestare un fatto preciso.

Tutte le donne, senza alcuna vergogna, senza nessuna consapevolezza che quello che è accaduto offende soprattutto le donne.

No, mie care politichesse, essere donna, con tutto quello che nel mondo le donne subiscono e hanno subito nei millenni, è un dono e una conquista.  E voi questo dono non ve lo meritate più. Sceglietevi un altro sesso!

Ed è terrificante e abominevole l’uso che si sta facendo nelle televisioni Mediaset di Ruby, che resta sempre una povera ragazza marocchina di 18 anni, mandata allo sbaraglio a dire che a lei Papi non l’ha toccata mai, condendo il tutto con una terribile storia, che noi speriamo non sia vera, di una violenza subita a 9 anni da due zii paterni. Peccato che il padre ha un solo fratello.

E’ terrificante anche che si discuta della competenza del tribunale di Milano, dicendo che l’inchiesta dovrebbe essere affidata ai giudici di Monza. Forse, se dovesse decidere Monza, le graziose fanciulle non sarebbero più nude e Ruby avrebbe 39 anni? Qui non è importante la competenza giurisdizionale dei tribunali, qui a essere vergognosi sono i fatti imputati al premier. E anche se non costituissero reato basterebbero per renderlo indegno anche della carica di aiutante dell’aiutante di un vice operatore ecologico. Cioè quello che una volta si chiamava spazzino.

E’ terrificante pure il ministro Tremonti che dichiara di essere fiero di fare parte di questo governo. Bravo! 7+. Se lo ricordino quelli del terzo polo, e magari anche qualcuno di sinistra, che lo vedono come successore di Berlusconi.

Ma gli  Italiani, si sa, hanno la memoria corta.

 

P.S. A proposito di memoria, il 21 gennaio 1911 nasceva Camilla Cederna. Ricordatela e riflettete sul fatto che in Italia una volta avevamo donne e giornalisti come lei.



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Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè


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4 Replies to “La fine della satira”

  1. Certo che sono daccordo con te! Come donna e italiana sono disgustata, nauseata e anche inc….issima, chi o cosa ci libererà da questo individuo schifoso e meschino. Ho sempre saputo che con i soldi si può comperare tutto e a volte anche la felicità, ma non avrei mai pensato che ne occorressero così tanti per ottenere tanta MISERIA e SQUALLORE.

  2. Caro Giovanni, a parte l’osceno spettacolo che ormai siamo abituati a sorbirci in quasi tutti i programmi e notiziari TV sulle imprese erotiche dei notri eroi,
    io e alcune mie sconsolate amiche (tutte donnette da poco, che lavorano, fanno la spesa, tirano avanti con figli e nipoti, cercando di arrivare alla fine del mese) facevano qualche calcolo terra terra: l’eterno Emilio Fede-classe 1931, il divino Silvio -classe 1936. Va bene il Viagra, va bene certe polverine magiche che certo contribuiranno a “tirar su” il tono della serate, ma le propabilità di un infartino non sono poi da escludere. Sarebbe un degno finale, veramente da satira.

  3. ANCHE A ME HA FATTO LA STESSA IMPRESSIONE.
    MA NATURALMENTE ERA PROPRIO LUI.
    COME HO DETTO NEL MIO ARTICOLO NESSUNO IMITANDOLO LO AVREBBE FATTO COSI’ VILLANO.
    GIOVANNI

  4. hai ragione Giovanni, tempo fa ho scritto sul mio blog una berlusconeide esagerando, ma non sono riuscito ad immaginare quello che sta venendo fuori.
    La telefonata di SB all’Infedele sembra fatta da un imitatore…
    La Minetti di madre lingua inglese si presta a volgari giochi di parole

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