Generazione di post umani cresce

bambini Chi sono i piccoli esserini che crescono davanti ai dispositivi informatici? La velocità con cui internet e i dispositivi informatici sono entrati nella nostra vita quotidiana ci ha trovati impreparati. Nell’arco di vent’anni sono cambiate modalità di relazioni, comportamenti individuali e sotto sotto è cambiata anche la percezione che abbiamo di noi e del mondo. Non esiste ancora una capacità di risposta generalizzata e condivisa. Per i bambini poi la questione si complica visto la loro velocità nel capire i funzionamenti dei dispositivi e il loro essere ancora lontani dal padroneggiare un atteggiamento critico necessario di fronte ai nuovi moloch. Le questioni che ci troviamo ad affrontare sono ancora nuove e spesso rischiamo di sbagliare. Da un lato la novità che si impone e dall’altro la fragilità dei nostri bambini. In mezzo gli adulti spaesati che dovrebbero dare regole equilibrate. Una cosa appare certa, di fronte alla imperiosa avanzata dell’informatica ne usciremo modificati. Una volta ci chiedevano di assomigliare a dio, poi ci hanno chiesto di essere noi stessi e di cercarci da qualche parte se volevamo realizzarci, d’ora in avanti ci chiederanno ( ma sarebbe più preciso dire chiederanno ai bambini) di paragonarci alla macchina e subire le conseguenze dell’improbabile confronto. Per questo ce ancora da capire come intervenire per far sì che il rapporto tra minori e lo strumento informatico si mantenga sempre in equilibrio. I bambini si collegano a Internet in età sempre più precoce, tanto è vero che il segmento di utenti di Internet che registra la crescita più rapida è proprio quello dei bambini in età prescolare. Molti bambini utilizzano Internet a scuola già a 6 anni e questo significa che, con ogni probabilità, vorranno poter fare altrettanto a casa.

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Tuttavia, come prima detto, i bambini al di sotto dei 10 anni, in genere, non hanno ancora sviluppato le capacità di pensiero critico necessarie per poter esplorare il Web da soli. Pertanto, quando utilizzano Internet occorre che il sostegno e l’attenzione dei genitori siano costanti e completi. Ma questo non sempre può essere possibile. Anche perché i genitori spesso ne sanno meno di loro. Le possibilità di intervento alla fine si riducono al modello base: proibizione o razionamento Quando sapremo cosa si sperimenta nei nuovi luoghi come chat-room, newsgroup, blog e community o come si usano servizi di instant messaging o di file sharing (peer to peer P2P, per la condivisione di file tra pc)? Per adesso ci si chiede a che età posso consentire ai miei figli di esplorare Internet? Quando poi si è dato il permesso di navigare nel web cominciano le domande più specifiche e più tecniche e lì spesso si va in difficoltà. Devo permettere ai miei figli di avere account di posta elettronica personali? O dovrebbero condividere l’indirizzo di posta elettronica della famiglia anziché disporre di account personali? Quando crescono, e richiedono una maggiore indipendenza, è giusto impostare per loro indirizzi di posta elettronica individuali? Come posso in seguito controllare o quanto meno chiedere informazioni su eventuali messaggi sospetti che dovessero arrivare? Quali regole dovrei stabilire per l’uso di Internet in casa? Negoziare o imporre regole per il diritto e le limitazioni per l’uso del computer a casa? Nel frattempo i bambini crescono vivendo più o meno da soli le nuove esperienze formando una loro agenda di priorità in cui la discriminante assoluta sarà il funzionamento. Internet è un magnifico strumento per i giovani, in particolare per quelli che hanno difficoltà nell’interazione con i coetanei. Su Internet, i ragazzi esperti di computer riescono a brillare, perché l’aspetto e le doti atletiche non sono importanti e questo contribuisce a rafforzare la loro autostima. Un’autostima che fa a meno del corpo. Tuttavia, un uso eccessivo del computer potrebbe isolare ulteriormente i più timidi dal gruppo dei pari, oppure togliere tempo ed energia da dedicare alle altre attività, come ad esempio i compiti, l’esercizio fisico, il sonno o anche solo l’opportunità di trascorrere tempo con gli altri o per scendere più in profondità,  far amministrare con grandi difficoltà il complicato

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rapporto con la noia. Spesso, genitori e istituzioni non rilevano l’esistenza di un problema finché non si manifesta nella sua gravità. Questo accade perché la dipendenza da Internet non ha ancora ricevuto la dovuta attenzione. Ma c’è un altro aspetto che il concetto di funzionamento, divenuto un assoluto ancora pochissimo inesplorato, pone: come sarà il funzionamento dell’innamoramento fra vent’anni? Come sarà vissuto il funzionamento del desiderio? Per cosa avranno voglia di combattere purché funzioni? Come sarà la percezione funzionale di se stessi in relazione al mondo e alle sue contraddizioni? Sapranno affrontare il funzionamento del dolore e della morte? Insomma saranno ancora “umani”? Ma forse non se ne renderanno conto, come noi non ci siamo resi conto di quanto la televisione ci ha cambiati. Se non fosse stato per qualche poeta.

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One Reply to “Generazione di post umani cresce”

  1. I bambini di sei anni non devono essere lasciati soli neanche davanti alla tv, srcondo me, figuriamoci al computer. E’ cura dei genitori imparare assieme a loro, come sempre la cosa migliore sarebbe cercare di crescere insieme.

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