Egoismo occidentale e ignavia italiana

crisi economica

Nelle cronache dei mass media sulla tempesta che sta percorrendo il mondo arabo, traspare spesso la preoccupazione.

Quanto aumenterà il prezzo del petrolio? Che regimi verranno al posto delle dittature che stanno crollando? Ci troveremo governi integralisti islamici vicino a casa nostra?

Sì, anche le ipotesi più allarmistiche possono avere il loro posto nelle previsioni per il domani, ma quello che dovrebbe essere prioritario è quello che sta succedendo oggi.

Sono uomini e donne che immolano le loro vite per la libertà, per la dignità, per migliori condizioni di vita per loro e per i loro figli.

E sono uomini e donne che si aspettano il nostro aiuto, l’aiuto degli occidentali che non arriva mai o arriva lieve e inadeguato. L’aiuto dell’opinione pubblica e dei governi, che l’opinione pubblica potrebbe e dovrebbe condizionare.

Quando in Iran la gente moriva e veniva imprigionata, violentata e torturata, un poco ci siamo scossi. Ma poi? Ci sono ancora delle manifestazioni sotto le ambasciate iraniane?

I nostri governi perbene hanno forse smesso di comprare il petrolio iraniano e di fare affari con gli iraniani vendendo loro, magari, anche armi? Non sia mai!

In Iran i nostri fratelli e le nostre sorelle continuano a lottare coraggiosamente, a morire o a venire imprigionati, e noi e i nostri governi siamo impegnati a discutere sui cantanti, sui reality, sugli stravizi del nostro imperatore.

E anche se questi accenni che faccio sono italiani, non parlo solo dell’Italia, ma di tutto l’Occidente.

In Italia a quello che sta succedendo vicino a noi, guardiamo magari con la simpatia per quelli che lottano o con le preoccupazioni di cui parlavo prima… come faremo senza il petrolio libico… ma il petrolio lo vende solo la Libia?

Al massimo tutto questo. E non ci viene in mente che dovremmo anche noi scendere in piazza come i libici, gli egiziani e i tunisini.

Certo, che pensiero balordo! In Italia si sta molto meglio che in Egitto e non ci sono le dittature di quegli stati.

No, la dittatura ancora no, ma il regime sì. E certo non c’è la fame dell’Egitto, ma ogni giorno la fame cresce pure da noi e coinvolge sempre più gente, ma noi e voi, che leggiamo gli articoli sul Web, a questa fame non ci siamo ancora arrivati, magari saltiamo una rata del mutuo, dieci anni fa non sarebbe successo, ma la fame vera quella ancora no.

Quella lasciamola agli egiziani e ai nostri poveri che sono ogni giorno di più. Noi siamo già anziani e la fame magari non la faremo mai. Questa possibilità vada in eredità ai nostri figli!

Del resto il nostro governo ha permesso che con l’avvento dell’Euro i prezzi e le tariffe raddoppiassero, mentre gli stipendi restavano gli stessi. L’Euro è arrivato in tanti paesi, ma solo da noi è stato possibile uno schifo simile.

Guardiamo intorno e vediamo quello che ci fa comodo vedere. E non quello che veramente dovremmo vedere.

Una nazione allo sbando, una nazione che perde ogni giorno posti di lavoro e quindi benessere. Uno stato che i governanti stanno distruggendo dall’interno, demolendo le nostre regole di vita e i valori che per tanti anni ci hanno permesso, anche nei momenti difficili, di conservare la nostra dignità.

Il nostro stato sociale, l’alibi per nostri egoismi, sta crollando e presto non ne rimarrà traccia. Le prime spese che tagliano sono quelle per il soccorso alla gente.

Io ho un amico ricco. Io ho il conto in banca in color rosso tonalità eterno, ma ho degli amici ricchi. Ma solo di uno vi voglio parlare. Del mio amico ricco, che, a differenza degli altri miei amici ricchi, prova sensi di colpa.

“Giovanni, che da anni c’è la crisi lo vedo pure io. Vedo i negozi vuoti, con i proprietari fuori a fumare, e le facce della gente.

Vedo quelli che rovistano tra le immondizie cercando materiali da rivendere, vedo i campi di nomadi alla periferia. Conosco le storie di quelli che hanno perso il lavoro e non ne troveranno un altro alla loro età.

Vedo i ragazzi che hanno smesso di cercarlo il lavoro e vedo quelli più intraprendenti e più brillanti che vanno a cercare all’estero la loro strada e qua non torneranno mai.

Sì, Giovanni, che c’è la crisi, me ne rendo conto. Ma per vederla devo guardare fuori da casa mia.

I miei soldi continuano a restare nel mio conto in banca, non pago una lira in più di tasse di quanto ne pagavo dieci anni fa e se avessi dei figli in età di andare a scuola, invece dei figli grandi che ho, mi darebbero pure un contributo per farli frequentare una scuola privata a mia scelta!

Un contributo a me che ne non ho bisogno, mentre tolgono a quelli che hanno bisogno.”

Lui nega, ma probabilmente è uno sporco comunista, visto che la pensa così.

E allora restiamocene al caldo delle nostre case riscaldate dal gas libico, e cerchiamo di non vedere.

Di non vedere che ormai la classe politica in Italia è ignobile.

Corrotta, prepotente, razzista e incompetente la congrega che ci governa.

Inesistente, collusa e litigiosa quasi tutta l’opposizione. Politici di professione, che hanno perso il contatto con la gente, per curare solo le pianticelle del proprio giardino, oppure demiurghi come Grillo che menano per il gusto di menare, facendo di tutta l’erba un fascio, proprio come vuole la destra al potere.

Ma che c’importa? Non siamo certo eterni. Quando arriverà il diluvio magari non ci saremo più. E allora restiamo nelle nostre case e non scendiamo in piazza ogni giorno come fanno gli arabi, finché i loro corrotti capi non levano il disturbo. Mica siamo scemi come gli arabi che muoiono in strada. Mica siamo una nazione africana… o no?

Noi i nostri corrotti capi ce li teniamo e restiamo in casa. Vivi, o almeno così crediamo di essere.

A proposito, cosa fanno in televisione stasera?

www.giovannimerenda.it

http://giovannimerenda.blogspot.com/



Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè



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One Reply to “Egoismo occidentale e ignavia italiana”

  1. non ci sono commenti da fare !! …l’unica cosa di cui mi stupisco è perchè anche tu continui a stare nella tua calda casa a scrivere quello che pensi tutti debbano conoscere sulle iniquità dei politici ( certamente solo di quelli al governo) mentre potresti essere in prima fila ad aiutare quelli che soffrono la fame o ad aiutare quelli che hanno perso il lavoro e che non ne trovano un altro. A questo proposito ti invito a consigliare a questi ultimi di adattarsi a fare i lavori che in Italia mancano.Si cercano artigiani siano idraulici o elettricisti o calzolai senza poi parlare di panettieri. Le richieste di personale o non sono raccolte o sono rifiutate perchè lavorare è duro e faticoso …..è molto più comodo protestare e aspettare che gli ” infami ” che governano trovino al posto loro un meraviglioso lavoro sicuro dove si può sempre protestare perchè lo stipendio è troppo basso ma dove non è necessario lavorare. NON CI SONO COMMENTI DA FARE!!!

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