il mio nome è Bond, James Bond

Tempo d’estate e il cinema delle prime visioni, almeno da noi in Italia, va in vacanza.

In realtà lui, il cinema, in estate non va in vacanza. Anzi, lavora a pieni ritmi. Infatti, è il periodo nel quale vengono girate le scene che verranno montate durante l’autunno. Il fatto, invece, che i film non vengano distribuiti durante l’estate è una cosa tipicamente italiana. Perché – si sa – a noi italiani andare al cinema piace, ma con il panettone di Natale. D’estate, invece, non toglieteci il mare. Ed il mare non significa il mare in senso stretto, cioè l’acqua salata. E neanche fare vela: meglio non parlare di sport. Perché, è vero, siamo un popolo di santi, navigatori, poeti e selezionatori della nazionale di calcio ma, durante l’estate ogni attività è bandita. Il mare diventa sinonimo di dolce far nulla, una sorta di trimestre sabbatico durante il quale è vietato fare qualsiasi cosa. Non ci credete? Provate a chiedere a quelli che non possono prendere le ferie a luglio e ad agosto.

Le città si svuotano, ma l’immondizia rimane (un fatto misterioso sul quale sono in corso delle indagini), gli anziani negli ospedali si moltiplicano e l’amore per gli animali termina sul ciglio di una strada, i cinema chiudono per raggiungere i teatri in ferie già da un pezzo e gli italiani si trasferiscono nelle case di villeggiatura, spesso a pochi chilometri dalle residenze invernali, per dedicarsi al vuoto pneumatico. Dunque, niente cinema, niente teatro, niente tv e soltanto qualche libro in più, da leggere sotto l’ombrellone. Ma che sia una lettura leggera, perché i chili in più d’estate fanno sfigurare.

E il cinema si adegua: riposa. Un tempo, tanti anni fa in una galassia lontana, almeno c’erano le arene. Lì era possibile recuperare i film perduti in prima visione. Avevate perso Dove osano le aquile? Lo potevate vedere in pantaloncini e ciabatte. Un’esperienza unica: dare l’assalto alla rocca dei nazisti in cima al monte innevato, assieme a Clint e a Richard, e non avere bisogno delle loro tute imbottite di pelo. Eravate rimasti fuori dal raggio d’azione di Krakatoa, est di Giava? Potevate ritornarci con comodo e soprattutto psicologicamente preparati e pronti contro il pericolo di nuove eruzioni posizionandovi, esattamente ad est di Giava, dato che il vulcano – nella realtà – si trova ad ovest. Magari le pellicole erano rigate e le immagini, di tanto in tanto, sfarfallavano. Però, vuoi mettere il piacere di vedere un film in un cinema nel quale Per tetto un cielo di stelle?

E quei pochi che rimanevano in città almeno avevano una speranza. La speranza che qualche cinema rimanesse aperto per dedicarsi alle rassegne. Ad esempio quella su 007. Così, ci si poteva fare una cultura. Si poteva vedere in un solo colpo d’occhio tutta la serie sull’uomo più sexy che la lanterna magica abbia mai inventato.

E’ possibile oggi dire qualcosa di nuovo su James Bond, che già non si sappia? Difficile. Anche perché, con gli anni, Bond ha cambiato sembianze ed ha cominciato a viaggiare su e giù nel tempo, con flashback e  flash-forward. Dunque, il cambio d’immagine c’è stato, eccome. Le certezze, anche al cinema, col tempo cominciano a disfarsi, ma quelli erano tempi nei quali, ad un certo punto preciso, lui doveva pronunciare la mitica frase, quella che sarebbe banalissima se pronunciata da ognuno di noi, ma che – detta da lui – equivaleva al lancio del guanto della sfida, contro un nemico della Spectre, o verso una donna da conquistare con l’arma segreta della seduzione. Quella seduzione che possiede un uomo dalle molteplici e conviventi sfaccettature, sicuro e tenebroso, galante e cinico, colto e selvaggio, dotato di un umorismo freddo e spiazzante e che, soprattutto, non deve chiedere mai.

L’unico ed inimitabile (il primo noto, anche se settimo nell’ordine) agente al servizio segreto di Sua Maestà con la licenza al doppio zero, che equivale alla libertà di uccidere ogni nemico pericoloso senza chiedere permessi e autorizzazioni.

L’agente che beve Vodka Martini, agitato non mescolato o champagne Dom Pérignon del quale conosce le annate migliori, che ama radersi e fare una doccia prima di andare ad uccidere i propri nemici, che ha uno stile inconfondibile nel vestire, nel salire o scendere da un’auto, nell’aprire la porta ad una bellissima donna, nell’uscire in smoking da una muta da sub, nel lanciarsi da un aereo in caduta libera, nel puntare tutto su un numero della roulette sapendo che uscirà perché, ad ogni modo, il denaro è importante ma la vita è precaria. Dunque accumularlo non serve ed è più importante conoscere l’arte di spendere che quella di risparmiare le vite.

E noi, allora, lì ad imparare da lui a non temere nessuno, ad amare la vita nell’incertezza di poterla possedere veramente, a inseguire chiome di bellissime donne che ci sorpassano in auto scoperte o ad attendere in spiaggia l’amazzone bionda con indosso coltello e bikini. Noi infaticabili esploratori di mondi esotici infestati da serpenti con sembianze umane, capaci di guidare aeroplani o elicotteri dell’ultima generazione senza leggere il libretto delle istruzioni e le avvertenze per l’uso, amanti dei gadget che ancora non sono stati messi in commercio perché appena progettati da Q. Noi abilissimi tiratori senza più colpi in canna ma con l’ultima carta ancora da giocare, segretamente innamorati di Moneypenny perché è l’unica donna che ci abbia veramente aspettato tutta la vita.

Noi in vacanza, eravamo gli eroi, mentre James Bond lavorava a pieno ritmo, anzi di più. Impegnato in una rassegna estiva per rinverdire il mito dell’uomo che lotta e vince (sempre) contro i propri nemici, per farci sognare che possa essere così, almeno al cinema: il luogo dove tutto è possibile, i sogni sono realizzabili e non dormono mai. Neanche in estate.

 

 

 

Bond, James Bond

Bond non dorme, riposa

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Per tutti quelli che non cambiano mai

E quindi uscimmo a riveder le stelle

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