L’uomo che fissa le capre ed il certificato elettorale

Come nasce una storia per il cinema?

Spesso è il parto di una mente sfrenata, che in gergo viene impropriamente ribattezzato con il nome di  sceneggiatura.

Altre volte si tratta di biografie, riduzioni da romanzi, sottrazioni da idee altrui, moltiplicazioni di dollari, divisioni di coppie, seni da coppe, coseni dell’ego, menti ottuse, triangoli compromettenti, ricatti d’autore, prestazioni professionali e utilizzazioni finali. Nel mondo del cinema, come in quello della politica, non sempre si programma. Talvolta si lavora nell’emergenza, che discende direttamente dall’improvvisazione.

Ma ci sono quelle volte, in verità rare, che si tratta di storie vere. Infatti, se è vero che l’inganno sul grande schermo – come ci dimostrano le notizie quotidiane – possa essere abbondantemente sopravanzato da situazioni fantastiche e psichedeliche, che non necessitano di alcun effetto speciale talmente sono reali e concrete, è anche possibile il contrario: partire da una storia vera, o presunta tale, per crearne una di fiction, come quella del giornalista Bob Wilton che, nel 2002, è alla ricerca di un fatto interessante da raccontare.

É il caso de L’uomo che fissa le capre. Un film tratto da un romanzo – inchiesta di Jon Ronson, Capre di guerra, opportunamente adattato al grande schermo, per raccontare fatti che sarebbero realmente accaduti, nonostante sembrino incredibili e rasentino i confini della realtà.

La storia capita tra le mani di Wilton, quando il suo editore lo spedisce ad intervistare un tizio che sostiene di avere poteri psichici, di viaggiare con la mente attraverso la visione a distanza. Questo tizio, negli anni Ottanta, faceva parte di un’unità top secret dell’esercito USA, in un programma autorizzato dai pezzi grossi del governo per formare una squadra di spie psichiche.

Si trattava del Primo battaglione dell’esercito Nuova Terra, la cosiddetta squadra dei guerrieri della luce, che conduceva esperimenti addestrandosi ad uccidere alcuni animali con la mente, semplicemente fissandoli. Uno di loro, un certo Lyn Cassady, era riuscito a fermare il cuore di una capra. E la cosa era divenuta dannatamente seria dato che, una volta cominciati gli esperimenti, le spie russe erano venute a conoscenza del fatto che gli americani avessero tentato di comunicare telepaticamente con uno dei loro sottomarini nucleari.

In realtà, il tentativo non c’era mai stato e la notizia era stata diffusa ad arte dai francesi.  Ciononostante, le notizie di intelligence erano ritenute fatti reali ed i russi avevano costituito – a loro volta – una divisione psicologica. Secondo alcuni resoconti, i russi avevano addirittura progettato nuovi generatori psico-tronici: macchine capaci di bombardare il Presidente degli Stati Uniti con energia negativa. Pertanto, agli americani non restava altro che alzare il tiro, potenziando a loro volta la squadra.

Una spirale di assurdità. Tanto è vero (si perdoni l’uso di questo termine) che Bob Wilton archivia l’intervista come le dichiarazioni di un folle. Ma il caso vuole che si trovi nel 2003, come inviato di guerra, a Kuwait City in attesa di entrare in Iraq. E chi ti incontra lì? Giusto Lyn Cassady, l’uomo che aveva sviluppato la capacità di uccidere le capre con la sola forza del pensiero. Così, Wilton decide di seguire Cassady, in missione top secret, per comprendere appieno la filosofia dei soldati figli dei fiori e realizzare il suo bel reportage.

Cassady introduce Wilton alla scoperta di un nuovo modo di pensare, caratterizzato da nuvole che spariscono sotto il bombardamento di occhi scintillanti, da tentativi di entrare nella mente dei nemici per convincerli a deporre le armi, di scelte istantanee di bivii da scegliere senza l’ausilio dei navigatori satellitari e di capre che non sarebbero dovute morire perché, fissandole con troppa intensità, potrebbe partire il pensiero letale.

Ed ecco, alcuni estratti dal manuale di addestramento del Primo battaglione Terra:

  1. L’esercito degli Stati Uniti non ha alcuna alternativa seria, se non diventare meraviglioso;
  2. L’esercito Nuova Terra è un vessillo sotto il quale le forze del bene si riuniscono: il coraggio e l’abilità del guerriero, fusi con la spiritualità di un monaco;
  3. Il guerriero Jedi seguirà le orme dei grandi immaginieri del passato: Gesù Cristo, Mao Tse-tung, Walt Disney;
  4. I guerrieri Jedi si paracaduteranno nelle zone di guerra, usando la tecnica degli occhi scintillanti, portando fiori e animali simbolici, utilizzando musica indigena e parole di pace.

Ma come effettivamente avrebbero potuto, l’amore e la pace, aiutare l’esercito americano a vincere la guerra?

Attraverso una serie di proposizioni bizzarre quali: sognare una nuova America; farla divenire la prima superpotenza dotata di superpoteri; cercando di diventare tutto quello che si può essere. E le anfetamine avrebbero potuto fare comodo. Assurdo, vero?

Eppure, pare che l’esercito americano abbia realmente condotto esperimenti segreti in alcune basi militari, per creare corpi speciali di soldati dai poteri incredibili, come attraversare i muri o diventare invisibili. Soldati che potessero assimilare tecniche di combattimento non violente, che adoperassero competenze di manipolazione mentale e di tortura dolce, quale quella di costringere i prigionieri ad ascoltare senza sosta le canzoni dei Flinstones.

Sembra infatti che, durante la guerra fredda, gli USA abbiano addestrato alcuni soggetti, dotati di particolari poteri ad entrare nelle menti altrui per creare caos e confusione in campo nemico.

Paradossalmente, alcune operazioni di questi corpi molto speciali ebbero successo:

  1. Scoprire il progetto di un importante ed innovativo sommergibile sovietico;
  2. Scoprire alcuni siti di test nucleari sovietici;
  3. Localizzazione di tunnell segreti tra le due Coree;
  4. Individuazione di un bombardiere sovietico Tupolev precipitato in Africa;
  5. Scoprire ii siti degli esperimenti nucleari cinesi;
  6. Catturare una spia sovietica in Cina;
  7. Scoprire le tecniche con le quali, un colonnello sovietico del KGB, trasmetteva messaggi segreti dal Sudafrica;
  8. Individuare il luogo nel quale era tenuto prigioniero il generale James Dozier, sequestrato in Italia nel 1981;
  9. Scoprire una postazione radar a Dushanbè nel Tagikistan nel 1987;
  10. Scoprire il nascondiglio segreto di Saddam Hussein durante la guerra del golfo nel 1991;

Questa stato di fatto durò fino al 1995, quando venne annunciato l’abbandono di tali tecniche sperimentali e la chiusura delle basi militari all’uopo preposte.

È questo che deve avere colpito George Clooney, anti militarista convinto, a ricavare un film dal libro – inchiesta di Jon Ronson, affidando la regia al collega Grant Heslov , ritagliando per sé il ruolo del guerriero Jedi Lyn Cassady e quello del giornalista Bob Wilton per Ewan McGregor. Notevole la presenza di Jeff Bridges, nella parte dell’ex combattente in Vietnam, Bill Django, al quale vengono affidate le cure del nuovo e rivoluzionario battaglione.

È proprio sulle capacità degli attori, nonché sulle battute snocciolate nel più assoluto candore tra il serio e l’assurdo, piuttosto che sulla trama, che si fonda la parziale riuscita del film. L’interesse per la storia è, infatti, altalenante e sconnessamente distribuito tra un ottimo primo tempo ed un più insipido secondo tempo, che scivola in sfumata verso un finale in agrodolce.

 

Finzione o realtà? Verità assurde o reali invenzioni? Chi non ha mai sognato di sviluppare un superpotere, con il quale risolvere i mali del mondo alzi la mano. Si tratta di film, fantasie, parentesi dell’infanzia. Invece, la vita ridimensiona le nostre aspettative. Ci costringe a scontrarci con limiti reali, alla rinuncia forzata di sogni, speranze, capacità di reagire e di indignarci. Talvolta, anche attraverso tecniche di manipolazione della mente, somministrazione di proclami, slogan elettorali, nuvole di parole, fumo negli occhi scintillanti, pareti invalicabili, muri di gomma, sventolamenti di vessilli, simboli di partito, liste bloccate, fiori, canzoni e repubbliche delle banane.

Invece, no. Perché, ci rimane un barlume, perché coloro che vogliono i nostri voti se li devono meritare, perché noi ci affidiamo ma non ci fidiamo, perché a tutto c’è un limite e non ci possono chiedere di diventare elettori invisibili. Perché nessuna tecnica di manipolazione mentale, né le anfetamine, né i Flinstones, né fiori, frutta, animali, cose, persone, dollari, seni, veline, notizie, fogli, romanzi, bugie, sottrazioni, malversazioni, depravazioni, emergenze e corruzioni potranno farci dimenticare che siamo il popolo sovrano e che, sinora, ci siamo soltanto adattati ma, adesso, vogliamo di più. Rivogliamo indietro il nostro potere, a mente sgombra ed occhi scintillanti, per farlo diventare il superpotere del certificato elettorale.

 

P.S.:

Anni dopo, in una galassia lontana:

«Ma riuscivate davvero a diventare invisibili?».

«Quello era lo scopo. Alla fine ci siamo adattati a trovare un modo per non essere visti. Ma una volta compreso il collegamento tra osservazione e realtà, allora, abbiamo cominciato a danzare con l’invisibilità».

 

La canzone del film (More than a feeling): watch?v=SSR6ZzjDZ94

Come attravrsare le pareti: watch?v=QUQjceiqc40

Il trailer: watch?v=nEPESsE7R0E

Intervista al regista: watch?v=TlE3DrL_vMU&feature=related

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