La guerra che favorì la mafia

 

di Elisa Scaringi

 

Tornato sugli schermi cinematografici con In guerra per amore, Arturo Giammarresi (interpretato e diretto da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif) non delude. Nonostante il titolo del film, un po’ ingannatore – e l’etichetta di attore comico almeno in apparenza – questa nuova pellicola conferma la presenza di buoni germogli nel grande calderone del cinema italiano contemporaneo.

Classe 1972, dopo il grande successo de La mafia uccide solo d’estate, Pif torna a parlare di Arturo Giammarresi e delle sue avventure sul territorio siciliano. Avventure che non sono però né stupide né comiche, ma profondamente (e ironicamente) radicate nella storia vera e vissuta dai nostri nonni e dai nostri padri. Questa volta, infatti, sono i rapporti tra la mafia e l’esercito americano a fare la differenza in un film storico e realistico, con quel giusto tocco di ironiaPif film che aiuta la storia a essere molto piacevole e scorrevolissima, soprattutto per coloro ai quali la storia dura e cruda potrebbe risultare ostica e indigesta.

L’avventura di Arturo Giammarresi – da New York nella Sicilia profonda per chiedere la mano della sua amata Flora Guarneri – si incastona perfettamente nell’Operazione Husky, nome in codice per indicare lo sbarco degli americani (settima armata statunitense) e degli inglesi (ottava armata britannica) sulle coste siciliane, avvenuto il 10 luglio del 1943. La sua piccola missione è solamente un pretesto per parlare d’altro: il potere di Lucky Luciano, contattato da un agente dell’Office of Strategic Services, che, dall’America lontana, riesce a spianare la strada siciliana agli alleati. I suoi amici mafiosi, in cambio di impunità e annullamento della pena carceraria, non ostacolano l’avanzata dei “finti liberatori” che, senza alcuno spargimento di sangue, riescono ad aprirsi un varco nell’Europa martoriata dalla seconda guerra mondiale.

La mafia, dunque, trova una via, nel grande panorama europeo, per costruire silenziosamente il proprio potere. Perché, grazie all’appoggio di alleati costretti a ricambiare il favore ricevuto, personalità come Vito Ciancimino e Michele Sindona riusciranno a farsi strada nel panorama politico, garantiti dalla protezione della Democrazia Cristiana, partito che nasce proprio nella Sicilia degli anni Quaranta, collusa ma liberata.

 

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