Maschi contro femmine [recensione e riflessioni]

Maschi contro femmineMaschi contro femmine, femmine contro maschi, maschi e femmine, femmine e maschi. Un’eterna battaglia, un’eterna festa, un eterno dolore. Siamo diversi noi uomini da voi donne, anche se ultimamente si assiste a una strana e inquietante globalizzazione sessuale, dove gli uomini convergono verso le donne e quest’ultime verso i primi in un pastrocchio omologante.

Sono andato al cinema a vedere il film “Maschi contro femmine” di Fausto Brizzi; di solito non sono proiezioni che amo particolarmente, confesso che sono molto prevenuto nei confronti dei film italiani con il loro solito cliché sul tradimento e coppie che scoppiano. Tuttavia faccio ammenda, perché “Maschi contro femmine” è una commedia non solo divertente, ma che pone diversi spunti di riflessione, dove i temi non sono trattati con il solito modo cinepanettoneculostrafiga che normalmente ci propinano le pellicole nostrane.

C’è una vena romantica, a tratti poetica, che più volte spiazza e sorprende, a partire dalla colonna sonora iniziale cantata dal bravo Baccini, con i suoi accordi a tinte malinconiche.

Chiaramente si ride e ci si diverte attraverso diverse gag, anche se qualche volta i dialoghi sono un po’ forzati e poco originali, tuttavia lo scopo del film non è un trattato sui sentimenti, né ha pretese di “film impegnato”, il suo scopo è raccontare in modo leggero situazioni molto spesso drammatiche.

A me piacciono quelli che all’apparenza sembrano personaggi minori, che si nascondono nella storia perché non hanno caratteristiche di appariscenza o esplosività. Uno di questi è Renato (Giuseppe Caderna) un archivista apparentemente grigio e noioso, eppure pieno di attenzioni verso Nicoletta (Carla Signoris), interessi sempre educati e teneri. Nicoletta è tradita dal marito, sempre a caccia di donne giovani, vive il disagio di un’età che volta le spalle alla freschezza degli anni giovanili, ponendo il problema di non essere più all’altezza delle aspettative, di non essere più bella, energica, attraente, sexy, ma non troppo, intelligente, ma non troppo, disponibile e pronta. Di contro un uomo a quarant’anni può addirittura migliorare, diventare interessante e permettersi giovani e sode ragazze da strapazzare sul tavolo da biliardo. Una donna invece sente il peso degli anni e il disinteresse della maggior parte degli uomini che prima di scoprire il colore dei suoi occhi si perdono nelle curve del suo seno. Renato invece cerca altro da Nicoletta, la trova bellissima, intelligente e l’affascina con la sua storia tutt’altro che grigia e banale, perché troppo spesso valutiamo le persone in modo veloce e superficiale.

Ci sono diverse storie nel film, quella tra l’allenatore Walter (Fabio De Luigi) e la giocatrice di pallavolo Eva Castelli (Giorgia Wurth) è divertente, romantica, a tratti commovente. Eva è da anni innamorata di Walter e approfitta di un suo momento di debolezza familiare, per sedurlo. Tuttavia è spinta dal vero amore, quello che non capisce nulla di parole come famiglia, figli, moglie, marito, che non conosce il senso del passato o del futuro, perché il vero amore è un duende, un potere che tutti sentono, ma che nessuno spiega, è un demone che inganna, che brucia il sangue, rovente e furioso, ma anche tenero e dolce, che ti spinge a lottare per poter affermare se stesso. Ecco perché Eva agisce d’impulso verso l’oggetto del suo amore, fino a diventarne vittima stessa delle promesse mancate. La domanda che Eva fa a Walter è una metafora drammatica: “Resterò sempre in panchina o un giorno sarò titolare?” è chiaro che non si riferisce alla pallavolo dove non solo è titolare, ma è la giocatrice migliore e insostituibile.

Spesso gli uomini sono crudeli perché tradiscono di pancia (di basso ventre, per essere precisi), mentre le donne ci mettono la testa e il cuore. Così troppe volte cedono alle bugie anche quando è chiaro che si tratta solo di menzogna: “Aspetta solo il prossimo mese e lo dirò a mia moglie”, “L’estate prossima saremo soli tu ed io”, “Non gliel’ho ancora detto perché, sai, è un momento difficile anche per lei” e via i mesi e poi gli anni in cui donne disperatamente innamorate  vivono una vita a metà che non sarà mai la loro.

Giorgia Wurth è stata brava a calarsi nel personaggio e regalargli non solo degli occhi belli, ma anche stupiti, allegri, birbanti, tristi, lucidi, umidi, spumeggianti, speranti, sognanti, determinati. Bellissima e commovente la scena di lei che racconta tutta la sua storia seduta fuori alla porta della casa di Walter.

Simpatica anche la storia tra Chiara (Paola Cortellesi) e Diego (Alessandro Preziosi). Lei è la vicina di casa, un po’ anonima, poco interessante, lui un Don Giovanni che cambia donna ogni giorno collezionando slip che etichetta con cura. Diego però resta vittima di una disfunzione erettile che pare permanente, ciò però lo spinge a riconsiderare la donna non come un semplice oggetto da collezione, ma come essere pensante, da scoprire e non solo da sedurre con il corpo, ma anche e soprattutto con la mente.

Devo dire che la Cortellesi è un’attrice straordinariamente brava, credo che sia tra le più brave attrici italiane, il suo background teatrale si vede tutto e mi spiace che non abbia maggiori possibilità espressive in un cinema italiano troppo preso da film spazzatura come quelli che ci propinano ogni Natale e non solo.

Divertenti le gag tra i giovanissimi del film, la bella Francesca (Sarah Felberbaum), la simpaticissima Marta (Chiara Francini), la migliore amica di Andrea (Nicolas Vaporidis) nonché lesbica per cui finiscono per invaghirsi della stessa ragazza (Francesca). Bravo anche Ivan (Paolo Ruffini) nel ruolo dell’amico comune.

Beh, che dire? Io mi sono divertito, il cast tutto italiano è ben assortito e il risultato è sicuramente positivo.

Piccolo rimprovero 😉
Però… però, dico io,  metto subito in chiaro che sono un perfezionista; dicevo, perché non si sta attenti ai particolari quando si fa un film? Sono cose che non costano niente, non si tratta di effetti speciali, ma di un po’ di sana attenzione che non ti fanno “uscire dal film” con un’espressione del tipo: “Va beh, ma questo è sbagliato!” Ecco due esempi veloci, non voglio fare la lista (anche se mi divertirei un mondo!):

1)      Tu sei in Antartide, indossi un cappello di spessa lana, sei su una barca, ti squilla il cellulare e che fai? Lo appoggi sul cappello? E che senti? È impossibile! È chiaro che lo metteresti sotto al cappello per sentire meglio. Va beh, errore venale.

2)      Pallavolo (cito solo questo): è bella la scena finale in cui arriva finalmente l’eroina per la schiacciata risolutiva che fa vincere lo scudetto, ma non fatela andare in servizio! Si sa che se batti poi non puoi andare a schiacciare dalla prima linea, come di fatto, è accaduto. La scena sarebbe stata bella lo stesso se a battere ci fosse andata un’altra giocatrice.

INTERPRETE | RUOLO

Paola Cortellesi | Chiara
Fabio De Luigi | Walter
Sarah Felberbaum | Francesca
Chiara Francini | Marta
Lucia Ocone | Monica
Francesco Pannofino | Vittorio
Alessandro Preziosi | Diego
Paolo Ruffini | Ivan
Carla Signoris | Nicoletta
Nicolas Vaporidis | Andrea
Giorgia Wurth | Eva
Claudio Bisio | Marcello
Nancy Brilli | Paola
Giuseppe Cederna |Renato
Luciana Littizzetto | Anna
Emilio Solfrizzi | Piero

Massimo Petrucci
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3 Replies to “Maschi contro femmine [recensione e riflessioni]”

  1. Ciao Clessidra,
    grazie per il tuo commento.
    Il pezzo che hai riportato va letto nella sua accezione negativa ovvero a difesa delle donne. Troppo spesso accade che l’avanzare degli anni penalizzi la donna, la colpa è di noi uomini sempre attratti dal lato esteriore, dalla bellezza di una coscia, dal seno fresco e prorompente della velina di turno, sottovalutando ciò che davvero dovrebbe contare. È chiaro che non tutti gli uomini sono così, e per fortuna!
    Quello che mi preoccupa, però, è che vedo sempre più donne ispirate dalla Belen di turno, per poi ritrovarsi al primo capello bianco spiazzate come una lepre tra i lupi.
    Saluti!

  2. Uhm, mi sembra che il pezzo citato non sia visibile; era:

    Nicoletta è tradita dal marito, sempre a caccia di donne giovani, vive il disagio di un’età che volta le spalle alla freschezza degli anni giovanili, ponendo il problema di non essere più all’altezza delle aspettative, di non essere più bella, energica, attraente, sexy, ma non troppo, intelligente, ma non troppo, disponibile e pronta. Di contro un uomo a quarant’anni può addirittura migliorare, diventare interessante e permettersi giovani e sode ragazze da strapazzare sul tavolo da biliardo. Una donna invece sente il peso degli anni ed il disinteresse della maggior parte degli uomini che prima di scoprire il colore dei suoi occhi si perdono nelle curve del suo seno.

  3. Ciao Massimo,
    ho apprezzato molto la tua recensione, avevo già pensato di vedere il film perché in effetti sembra molto interessante.
    Mi ha colpito però un passaggio in particolare del tuo pezzo, e cioè:
    <>
    E di contro una donna non può migliorare a quarant’anni? Io ho 36 anni, devo cominciare a preoccuparmi? Tu inizi l’articolo dicendo che uomini e donne sono diversi; sì, meno male e devono esserlo, ma è possibile che continui a passare l’immagine più becera dell’uomo in crisi di mezz’età che cerca bambolotte di carne dura senza volerci scambiare quattro chiacchiere anche solo sul tempo? Io spero che sia solo un’immagine scontata ma che sia dimostrabile anche il contrario e cioè che a qualsiasi età l’uomo sia anche attratto dal fascino, dal cervello e perché no, anche dalla bellezza di una donna matura e consapevole di se stessa, senza averne solo una terrore folle. Ciao!

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