The Millionaire, un anno vissuto da Oscar

Prendi la vita di un uomo qualsiasi, possibilmente giovane. Crea una condizione attraverso la quale la vita di quest’uomo sia proiettata, più o meno casualmente, in una situazione straordinaria. Fai che quest’uomo debba prendere decisioni importanti e coraggiose. Mettigli accanto dei nemici, che siano tanti e cattivi, molto cattivi. Che questi nemici possano mettere la sua vita in pericolo. Non creare dialoghi lunghi e sfiancati. Le frasi, quando le usi, che siano importanti, il dialogo serrato e coinvolgente.

Ah, l’amore! Ricordati che, per la sua amata, il tuo eroe lotterà senza paura contro i draghi e non temerà di perdere la propria vita.

Utilizza questi semplici ingredienti ed avrai creato la storia perfetta per il cinema.

 

A pochi giorni dall’assegnazione dei Premi Oscar 2010, The Millionaire di Danny Boyle, il campione in carica come miglior film dell’anno 2009, non ha ancora finito di affascinare e coinvolgere. Anzi, rivederlo un anno dopo, rende la storia ancora più appassionante e se ne possono scoprire angoli inesplorati e interessanti, come quelli dell’immensa e coloratissima baraccopoli di Mumbai, dove si svolge la storia del protagonista, Jamal Malik.

Lui, Jamal, è un ragazzo di circa diciotto anni, che lavora in un call center: fa l’assistente, nel senso che porta il tè agli impiegati. Lui non si è mai preoccupato di fare un mestiere umile e precario, perché la sua vita è sempre stata umile e precaria. Lui, non si vergogna di nulla e non si stupisce di nulla, perché la sua vita è una qualsiasi, quella di un qualunque ragazzo orfano che è sopravvissuto per caso alla legge della selezione naturale. Per lui, come per tutti coloro i quali i diritti sono solamente il contrario dei rovesci, la vita è un groviglio inestricabile di situazioni, ricordi, episodi, fatti e accadimenti che conducono soltanto ad un altro fatto, situazione o accadimento, al pari delle labirintiche stradine della baraccopoli, dalle quali – una volta catapultatovi casualmente dalla nascita – sarà impossibile venirne fuori.

Prendi la vita di questo ragazzo, dagli un volto sconosciuto, che abbia occhi grandi e belli, colore del cioccolato. Fai che sappia sognare, anzi di più, fai che abbia un’aria sognante, un aspetto spaesato e che non abbia mai dimenticato il volto della donna più bella del mondo: la dolcissima, anch’ella orfana, Latika, conosciuta nella baraccopoli mentre, ancora piccolissimi, i due lottavano per scampare al massacro. Fai che le tragiche vicende di questa loro vita precaria li possano separare per sempre, ma che lui non l’abbia ancora dimenticata. Fai che Jamal abbia anche un fratello più grande che non lo abbandonerà mai, ma che mai dire mai. Perché esistono uomini che, sotto mentite spoglie di beneffattori, sfruttano questi bambini senza famiglia per organizzare squallidi traffici di accattonaggio e prostituzione. Fai che il caso porti Jamil, anni dopo, a sedersi sulla poltrona della trasmissione televisiva “Chi vuol esser milionario?”, nell’omologa versione trasmessa in India e che, inspiegabilmente, possa rispondere esattamente alle domande, scalando il montepremi.

A Jamal Malik manca una risposta per vincere venti milioni di rupie.

Come ha fatto?

A: Ha imbrogliato

B: È fortunato

C: È un genio

D: Era scritto

Come credere che questo ragazzo possa sapere quello che uomini dotti, studiosi e sapienti non sanno?

La polizia indaga, anche a mezzo della tortura, perché: «Cosa cavolo può sapere un pezzente della baraccopoli?».

«Io conoscevo le risposte».

Ma il punto è: come le poteva conoscere?

È questo l’intreccio del film, tutto giocato in un abilissimo, scaltro e divertente gioco di montaggio, alternato tra flashback e tempo reale, in un rincorrersi senza sosta di avventura, pianto, emozione, tragedia, divertimento, commedia, risata, storia e romanzo. Perché in questo film, non solo il genere si mescola e si confonde, ma finanche la situazione, rendendo instabile lo spettatore, annullandone la sua capacità di prevedere, prepararsi, distinguere e difendersi.

Lui, Jamal, è il protagonista di un sogno incantato, di una storia che è il riscatto dei più deboli, della rivincita dei fatti della vita sulle risposte precotte, della sete d’amore che sempre trionfa, anche sul denaro e sull’amore per esso.

Ora Jamal si trova di fronte alla domanda finale. La gente di Mumbai lo riconosce per strada, lo guarda in tv, tifa per lui, perché lui è uno di loro, perché lui sta vivendo il sogno che tutti vorrebbero vivere.

«Ti fermi o giochi? Sta a te decidere».

Ma la domanda giusta, l’unica veramente importante la fa, invece, lui a Latika, la sua amata che vive in una prigione dorata:

«Perché guardano tutti questo programma in tv?»

«È solo un modo di evadere, di entrare in un’altra vita».

Già, entrare in un’altra vita. Ma, viene da chiedersi: quale?

A: Quella di un milionario? Forse.

B: Quella di uno della baraccopoli che adesso ne sta uscendo per sempre? Può darsi.

C: Quella di Gerry Scotti? Impossibile.

D: Quella di due persone che non hanno mai smesso di amarsi e cercarsi, nonostante la vita abbia fatto ed escogitato di tutto per separarli?

È probabile. Magari era scritto così.

 

«Ma perché dovrebbe essere la lettera D?».

Forse, perché il cinema è un modo di evadere e di entrare nella vita di uomini ordinari, che vivono storie straordinarie.

«È a tua risposta definitiva? L’accendiamo?».

 

A: La bellissima canzone finale del film watch?v=vRC4QrUwo9o

B: The red carpet watch?v=gX_CpX6RD6s

C: Bollywood, il nuovo cinema che avanza watch?v=vewp4vJojac

D: La vita non è un film watch?v=L2wLNjc_bcg

4 Replies to “The Millionaire, un anno vissuto da Oscar”

  1. La risposta l'hai data tu ed io la condivido."Entrare nella vita di uomini ordinari che vivono storie straordinarie",perchè,in fondo credo,sia quello che vorremmo un po' tutti.
    Bello,emozionante,coinvolgente film.
    Jamal non è colto,ma conosce le risposte,poichè ogni domanda è legata a dolorosi frammenti della sua vita e,paradossalmente,in ognuno di essi trova le risposte esatte.
    Emozionante il finale.L'ultima domanda gli strappa un sorriso.E' legata all'unico ricordo"bello",ma…non conosce la risposta.Gli rimane l'ultimo aiuto:la telefonata e…..ritrova Latika.
    A questo punto,non importa più sapere la risposta.Ha ritrovato la donna che ama.
    Ne dà una a caso……ERA SCRITTO!

  2. No. Non è vero.
    Il finto quiz su "Come ha fatto Jamal Malik a giungere a questo punto?" non fa parte del film, ma del promo inserito all'inizio del dvd e, forse, in qualche trailer.
    Se non hai ancora visto il film, ti consiglio di vederlo. Le tue emozioni non rimarranno influenzate da quanto hai letto sin qui.
    Anzi, dopo avere visto il film, alcune cose scritte assumeranno un altro significato.
    Fammi sapere, se ti fa piacere.
    A presto.

  3. Sinceramente sono rimasto deluso dalla risposta finale: "era scritto"… Perché si accende quella risposta alla fine del film non è vero?

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