(3) Come sostenere un colloquio d’assunzione: tipi di colloquio e gestione delle provocazioni

gestire lo stress per un colloquio

Sostenere un colloquio di assunzione: tipologie di colloquio

Lo stress per un colloquio di lavoro è spesso provocato dal fatto che non avete idea di che cosa vi aspetta, vi sentite in balia degli eventi e senza controllo. Invece, sapendo quali potrebbero essere gli scenari in cui sarete immersi, potrete non solo tenere a bada lo stress, ma trovare il modo per girare a vostro favore la conversazione stessa.

In linea di massima, esistono diverse tipologie di colloquio:

  • strutturato;
  • destrutturato;
  • provocatorio;
  • di gruppo;
  • condotto da più persone.

Nella realtà, un colloquio può essere caratterizzato anche da più di una di queste tipologie, ad esempio potrebbe essere condotto da più persone e in modo provocatorio. Esaminiamo una per volta tutte le tipologie per farci un’idea precisa di ciò che potremmo aspettarci.

Colloquio strutturato

Di solito è utilizzato nelle preselezioni ovvero quando i candidati sono molti e vanno velocemente scremati. Il selezionatore ha una scaletta ben precisa di domande da fare, le risposte devono essere date in un limite di tempo. Il selezionatore ha un insieme di risposte standard con il quale va a catalogare quelle che gli fornirete voi. Ciò vuol dire che non c’è molto spazio per mostrare la propria personalità; di solito è utilizzata per eseguire una prima selezione di quei candidati che abbiano i requisiti di base richiesti per quel posto di lavoro. Nel prossimo articolo ci concentreremo sulle tecniche per affrontare questo tipo di colloquio.

Colloquio destrutturato

In questo colloquio le domande sono aperte e il candidato ha la possibilità di dilungarsi nelle risposte. Qui avrete maggiore spazio per pilotare la conversazione verso quelle argomentazioni che più vi piacciono. Il selezionatore, in questo tipo di colloquio, di solito non è uno specialista ma solo un indagatore della personalità. Provate a mettere in pratica tutti i consigli di cui abbiamo trattato negli articoli precedenti.

Colloquio con atteggiamento provocatorio

Difficilmente vi troverete ad affrontare un selezionato che ha impostato il colloquio esclusivamente su questa tipologia, molto più probabile è che il selezionatore possa sceglierla di tanto in tanto per testare la vostra personalità. Di solito si abbina con il colloquio destrutturato.

La prima regola per la gestione delle provocazioni è mantenere la calma, la seconda regola è mantenere la calma e la terza è che non ci sono altre regole. Se il selezionatore vi sta provocando e questa è la sua strategia, avrà le sue ragioni e non importa quali siano, ciò che conta è che voi non perdiate la pazienza. Ripetetevi il seguente mantra: “È solo una tecnica e non un vero attacco personale; io sto qui per avere un posto di lavoro e non per avere ragione del mio selezionatore”. Il vostro scopo, quindi, è comprendere quando il selezionatore sta deliberatamente utilizzando questa modalità. La provocazione può essere sia di tipo verbale sia non verbale. Un esempio di quest’ultima è quando il selezionatore cade in un lungo silenzio. In questo tempo egli può fissarvi oppure fingere totale disinteresse. Lo scopo è mettervi in imbarazzo e verificare in che modo decidete di affrontare la difficoltà. Certo se iniziate a toccarvi la testa imbarazzati o vi guardate la punta dei piedi o delle mani, di sicuro non batterete un punto a vostro favore. Allora che cosa fare? Inutile continuare a parlare a vuoto, non fareste altro che dichiarare: “Non m’importa nulla di chi ho di fronte”. La cosa migliore è smettere di parlare e guardare l’interlocutore, ma senza alcuna aria di sfida e nemmeno con lo sguardo di chi osserva un pazzo, siate naturali, magari, se ci riuscite, sorridete leggermente.

Se invece inizia ad attaccarvi contraddicendo ciò che state dicendo, lasciatelo fare. La cosa fondamentale, se intuite che la provocazione è deliberata ovvero è una tecnica, è mantenere la calma, sempre e comunque, qualunque sia la vostra risposta. Non è detto che dobbiate cedere e cambiare idea, ma se decidete di sostenerla dovete farlo senza mai perdere il controllo. Se invece la provocazione è vera, nel senso che il selezionatore si sta lasciando andare, il modo migliore per gestire questo inconveniente è assecondarlo e tentare, il prima possibile, di cambiare argomento.

Colloquio di gruppo

Questa tipologia è utilizzata quando lo scopo è comprendere almeno tre aspetti fondamentali:

  1. la capacità di lavorare in gruppo;
  2. la capacità di relazionarsi con gli altri;
  3. la capacità di essere (o non essere) leader.

Mentre i primi due punti sono chiari, il terzo è più difficile di quanto si possa pensare. Il fatto è che non è leader chi decide di esserlo, ma lo è chi viene scelto dal gruppo. Di solito nelle selezioni con più persone, il selezionatore procede nel creare dei gruppi e nell’assegnare dei compiti. Non è detto che stiano cercando un leader, ecco perché è importante che vi conquistiate ottimi punti nei primi due aspetti. È probabile che il lavoro per il quale vi candidate si svolgerà prevalentemente in team. Ciò vuol dire che sono caratteristiche importanti le seguenti:

  • sapere specifico relativo al lavoro (e questo è normale);
  • capacità intellettive ovvero di raccogliere ed elaborare informazioni:
  • capacità sociali e relazionali, di negoziazione e (eventualmente) di leadership;
  • capacità innovative, di creatività e disponibilità al cambiamento;
  • gestione emotiva, gestione del conflitto e tolleranza allo stress.

Se poi avrete doti di leadership, esse non passeranno inosservate, a cominciare dal vostro gruppo che inizierà a fare riferimento a voi, ma, come detto, deve essere una scelta che parte dal basso e non imposta, nel qual caso otterrete il risultato opposto: il gruppo vi isolerà e il selezionatore vi giudicherà non idoneo per un lavoro in team.

Colloquio gestito da più persone

Se avete sostenuto l’esame di maturità, sapete di cosa stiamo parlando. In questo tipo di colloquio vi trovate dinanzi a più selezionatori, ognuno dei quali può scegliere un approccio differente: domande chiuse, domande aperte, uso della provocazione. Se l’idea di trovarvi di fronte a una commissione vi crea un senso d’inquietudine, non preoccupatevi e usate questo semplice stratagemma: gestite un selezionatore alla volta. Sembra una soluzione banale, ma vi assicuro che funziona. Relazionatevi con una persona alla volta dimenticando completamente gli altri. Applicate le vostre strategie e conoscenze come se quello fosse l’unico selezionatore con il quale vi dovete confrontare. In fin dei conti è proprio ciò che accade, a voi il compito di mettere in pratica i suggerimenti di questo articolo e di quelli precedenti una volta intuita la strategia scelta dal selezionatore del momento.

Ricordate: dovete capire cosa il selezionatore sta cercando

E per farlo dovete studiare con attenzione la tipologia di lavoro per la quale vi state candidando. Se il lavoro proposto è quello di un gruppo di studio sulla ricerca sul cancro gestito dall’emerito professor Tizio, difficilmente il selezionatore starà cercando delle persone che abbiano doti di leader, il motivo è semplice: il leader già c’è ed è il professor Tizio! Si cercano invece persone competenti, flessibili e che sappiano lavorare in un gruppo. Comprendere questa cosa vi permetterà di aggiustare il tiro delle vostre risposte o del vostro modo di relazionarvi con il selezionatore e con gli altri individui, se state partecipando a un colloquio di gruppo. Capite quindi quanto sia importante avere chiaro il lavoro per il quale vi candidate?

È importante l’aspetto personale

E ora una brutta notizia, ma che può avere in sé un vantaggio per voi. La brutta notizia è che probabilmente il vostro selezionatore non sa nulla di colloqui strutturati o destrutturati, d’intervista provocatoria o no. Quello che farà è seguire l’intuito. Tuttavia se il vostro selezionatore non ha una strategia, ciò non vuol dire che non potreste averla voi e fare la differenza. Se avete le conoscenze propedeutiche per quel posto di lavoro, una volta che lo avete messo in chiaro, è il momento di lavorare sulla psicologia, in altre parole dovete risultargli se non simpatico, piacevole. Allo scopo applicate le tecniche apprese nei primi due articoli e quelle di cui parleremo negli articoli a venire.

 

Nel prossimo articolo vedremo come affrontare un colloquio di preselezione, quelli in cui i più vengono eliminati.

Se avete domande, in fondo a questo articolo c’è ciò che fa per voi: i commenti! 😉

Massimo Petrucci
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