Il talento di Andrea

Sono tante le scorciatoie della vita, ma non sempre conducono a buon fine.

La vita è come una montagna da scalare, richiede impegno e dedizione, concentrazione e pochi passi falsi. Si può finire nel vuoto proprio quando si pensa di avere conquistato la cima.

Lo sa bene Andrea Di Bari, che della montagna ha fatto una filosofia di vita, e prima ancora una passione.
Ha sviluppato così la necessaria pazienza, quella che ti consente di fare piccoli passi, uno dopo l’altro, prima del traguardo o del gran salto finali.

Si dice nel settore che i corti non funzionino, che siano al margine, o un anfratto secondario, della filmografia. Che non sei un vero cineasta se non arrivi al ‘lungo’.

Stronzate di chi non li sa fare. Alcuni corti sono davvero memorabili, piccole perle che nulla han da invidiare a inutili e costosi ‘spargimenti’ di pellicola.

Il difficile è raccontare e avvincere chi osserva con una bella storia, una trama congegnata per funzionare nel breve volgere di una manciata di minuti. Insomma un rompicapo o se volete una bomba ad orologeria, un errore e ti scoppia tra le mani.

 

Fabio e Giulio, i protagonisti degli ultimi due corti di Di Bari (Il talento di Fabio, 2009 e Fratelli, 2008) per ragioni diverse si assomigliano, entrambi accettano di percorrere strade sbagliate, assillati da una condizione di svantaggio economico e/o esistenziale che impedisce loro di ragionare lucidamente e ‘onestamente’, o senza compromessi.

 

Perdere il lavoro e dover mantenere una famiglia, oppure avere lo sfratto esecutivo ed una madre vedova e malata, non sono condizioni che inducono serenità.
Qualche volta si è portati a credere che a qualche compromesso si può cedere, non per salvare la faccia, ma per qualcosa di terribilmente concreto.

Gli esiti finali dei due corti si diversificano, ma di fatto si traducono in entrambi i casi in una amara sconfitta. Che non è giudizio morale, ma solo fotografia di una (possibile) realtà.

 

Fabio rispolvera la sua passione per il biliardo, recupera un po’ di forza e di speranza in una situazione buia, ma incappa in una disavventura che cambia per sempre l’esistenza a lui e a quelli a lui legati.

 

Giulio, con pochi sgangherati complici, in 15 minuti si ritrova da testa calda a baby e ingenuo rapinatore, con un fratello ferito sull’asfalto, un complice morto e un futuro dietro le sbarre, lui che non sopporta le mani addosso da nessuno e fa la voce grossa per far vedere che oramai è un uomo.

 

Tanto si è detto e si potrebbe dire, pro o contro questo genere di argomenti e trame, ovvero che di talento speso male o di rapine al cinema se ne son visti tanti. Insomma non idee davvero originali, condite pure da un certo numero perfino di cliché.

Invece, nonostante tutto, questi corti han dimostrato di funzionare, e di centrare l’obiettivo, per quell’implicito valore in più, che in fondo è imprescindibile, riuscire a emozionare e ad incollare lo spettatore fino al termine della visione. E indurlo a ragionare, poi, a mente fredda.

 

Tecnica, ottimo cast, scelte azzeccate, e un buono script di base, possono portare un team con mezzi abbastanza risicati a vincere una scommessa che oggi anche le majors mancano, se perdono di vista i desideri e le aspettative di chi s’affolla in sala.

Un percorso virtuoso che non a caso la Fortuna non ha mancato di premiare.

Ora aspettiamo che s’avveri il non c’è due senza tre: corto o lungo che sia, le vie del talento, e per noi quello di Andrea, per fortuna possono essere infinite…

 

 

 

Un Primo Reggiani scatenato sul set


http://www.andreadibari.it/fratellitrailer.html     (trailer)

http://www.andreadibari.it/fratelli.html


http://www.andreadibari.it/iltalentodifabio.html


httpv://www.youtube.com/watch?v=s6p7RysCY70

 

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Fratelli, Italia, 2008, regia di Andrea Di Bari

Il talento di Fabio, Italia, 2009, regia di Andrea Di Bari

 

 

Scheda tecnica, approfondimenti, curiosità e soprattutto la possibilità di vedere i corti: tutto in

www.andreadibari.it

 

Gamy Moore
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