Prigionieri dell’incommensurabile

Ore 11

Gordon Zellaby e suo cognato Alan sono al telefono, ma la chiamata di colpo si interrompe.

 

11 – 12.15

Non si riesce in alcun modo a ripristinare la comunicazione telefonica.

Alan decide di recarsi a Midwich, per vedere cos’è successo.

 

14.45

Alan arriva nei pressi di Midwich, una corriera è finita fuori strada, la guardia giunta sul posto cade svenuta. Servono rinforzi.

Un militare si avventura oltre la zona picchettata. Colto da malore si accascia.

Un elicottero in volo di ricognizione si schianta dopo aver sorvolato la zona. Il pilota è però riuscito a riferire di aver visto tutti gli abitanti stesi per terra, come addormentati.

 

14.50

Dalla corriera vengono fuori i passeggeri, apparentemente incolumi, la guardia riprende conoscenza e anche gli animali nei campi. Anche a casa Zellaby, Gordon e sua moglie riferiscono dello strano episodio. Un intero villaggio è rimasto tagliato fuori dal mondo, fuori controllo, per alcune ore.

 

Due mesi dopo tutte le donne in età fertile scoprono di essere in stato interessante, anche quelle che in nessun modo potevano esserlo.

 

Nascono a distanza di pochi mesi, con una gestazione inferiore a quella regolamentare, 12 bambini tutti biondi, di eccezionale peso e con uno sviluppo intellettivo superiore alla media, recanti un particolare comune, occhi davvero inquietanti.

 

Anthea Zellaby, al di là dei suoi timori iniziali, ha anch’essa partorito un bel maschietto, David, rendendo felice suo marito, già piuttosto avanti con gli anni.

Gordon è uno scienziato, ed è fiero di quel pargoletto eccezionalmente dotato, capace di svolgere all’impronta compiti e risolvere rompicapi. Le capacità che riscontra in suo figlio sono però comuni a tutto il gruppo di nuovi nati, anzi, sembra che ciò che impara uno diventi immediatamente acquisizione di tutti gli altri.

 

Il gruppo non passa inosservato, non solo per le caratteristiche somatiche, i gusti, il modo comune di vestire e camminare, la riservatezza e il vivere simbiotico, ma anche per le strane evenienze che occorrono a chiunque rappresenti per loro un pericolo o una minaccia.

 

12 ragazzi di natura e provenienza sconosciute, si direbbe una progenie aliena, provocano nel villaggio 5 morti adulti, prima di…

 

Film a basso costo, ma di buon effetto, Il villaggio dei dannati (nato dalla penna di John Wyndham) rappresenta un eccellente esempio di film di fantascienza anni ’60 made in England, con un’impronta dark che il bianco e nero esalta e rende suggestiva.

La trama è semplice e lineare, ma narrazione, atmosfera, inquietudine trasmessa dagli infanti tengono incollati allo schermo per tutta la durata, senza cadere di tono.

 

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Fin qui, com’è d’uopo per una recensione che si rispetti, siamo stati seri [com’è bello darsi del plurale maiestatis, mi fa sentire di peso (portata) superiore a quello ‘reale’ (ahimè carente)].

 

Ciò che affascina della pellicola, sotto il profilo del contenuto, è il ribaltamento della visione generale dell’infanzia.

Pensare (e percepire) gli enigmatici fanciulli come qualcosa di mostruoso ed aberrante mal si concilia con la visione innocente della prima età.

 

Questi piccoli geni pieni di sé (compatti ed ordinati nel modo d’essere e rapportarsi), lo scrutare nel pensiero altrui, la capacità di bloccare azioni malevole, preventive, accusatorie a proprio carico (inducendo all’auto-annientamento chi si oppone ad un loro disegno di sviluppo e dominio sulla Terra) l’apparente freddezza o mancanza di sentimenti al di fuori del gruppo, tutto generano fuorché empatia. Soprattutto quando si pensa che di simili colonie ce ne sono varie sul pianeta ed è solo questione di tempo perché essi prendano il sopravvento sugli umani.

 

Già, ma cosa fanno di meglio gli umani se non pensare di distruggerli, senza nessuna possibilità di incontro, di venire a patti. I dodici fanciulli alieni di Midwich vengono attirati in una trappola, e poco importa se proprio da colui del quale si fidavano. Altri come loro, in zone remote del pianeta, vengono annientati con ordigni atomici, e nel baratro finisce anche il resto della popolazione inerme ed incolpevole.

 

Tutto ciò per motivi di Sicurezza, di Ragion di Stato, ma in fin dei conti, ovvero all’atto pratico, per tutelare l’uomo comune da tutto ciò che è ignoto, e in quanto tale, potenzialmente pericoloso.

 

Del resto, da bimbi nati con una immacolata concezione, seppure aliena, non è abitudine  (la Storia insegna) in ogni modo cautelarsi?

 

 

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=L5NmyFlGt80&feature=related

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=6sgsqwTbpj4

 

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Il villaggio dei dannati, GB/Usa, 1960, regia di Wolf Rilla

 

Gamy Moore
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