La saga di Hashimoto 6: Kimoni kimoncelli e l’immancabile katana

Prosegue la saga di Hashimoto e questa volta, approfittando degli approfonditi studi di Pasquale Joimbo Caiazzo, il famoso poeta dialettale nippo-torrese che nella sua mai troppo lodata opera “Ma che ve crerite che tu ca nun chiagne e’ chiagnere me fai chesta notte addo’ stai… ovvero Pizze, pezze, kimoni di Resina e kimoncelli di Sorrento”, vi esporrò alcuni dei frammenti reperiti nella biblioteca “Kaizimbo Kazombo Hasasosha”.

 Frammento n. 1

Avete visto

gli occhi suoi

quando vanno a cercare

la luce del tramonto?

Ecco arriva il buio

ma la luce brilla.

E volo in mondi paralleli

volo in orbite irrisolte

volo in attimi percorsi.

Commento al frammento n. 1

Hashimoto corre sulla moto sull’autostrada a 12 corsie Kioto-Tokio, indossa casco Kakunzo superintegrale color della tortora nel tramonto d’estate.

Egli corre veloce, egli corre a 265 all’ora con la sua fida moto Sashupa 850 Gt ed intanto con la sua penna di bambù traccia sul serbatoio questi versi. La moto color del pesco fiorito in una sera d’estate, con i suoi fari alogeni a doppia carenatura sfonda il buio della notte, lungo l’autostrada Kioto-Tokio a 12 corsie e Hashimoto segue le tracce luminose. Ad un tratto un cozzo (ho scritto cozzo non altro) tremendo, le luci che vedeva non erano quelle della sua Sashupa riflesse nel casco Kakunzo, ma le luci di un autoarticolato a 12 ruote, guidato dal samurai in disgrazia Iodo San proveniente in senso inverso. Distratto dalla scrittura dei versi, Hashimoto aveva lasciato l’autostrada Tokio-Kioto a 12 corsie ed aveva imboccato la provinciale Kakisho-Lopisho e non si era avveduto del pesante autoarticolato che trasportava 39 tonnellate di barattoli di vernice color verde pisello che dovevano servire a tinteggiare le pareti del villaggio turistico Haihai Halpitushi dove si sarebbe tenuto il XXI Festival Mondiale degli Haiku. Tutta la vernice si spande sull’intera pianura di Kakisho mentre il povero Hashimoto dall’urto viene lanciato in orbita.

Frammento n. 2

Quando l’estate opprime

e solo una cicala

canta silenziosa

sotto l’ombra

di un ciliegio

lei mi sorride

lei sole del domani

Commento al frammento n. 2

Dopo avere percorso diverse orbite ellittiche Hashimoto crolla su un albero di pesco fiorito, mentre Okisho Pornisho, Direttore del Villaggio turistico, insieme all’ imbianchno Arisho Pittesho cercano di recuperare la vernice dispersa nella pianura. Intanto l’autista Iodo San, impugnando la sua fida katana, ha inseguito da terra Hashimoto nelle sue orbite per fargli pagare il fio del tremendo cozzo (ho scritto cozzo…). Durante le orbite Hashimoto ha notato una cicala cantante e le ha dedicato i versi. Quando precipita al suolo in prossimità del ciliegio in fiore si rende conto che non si tratta di una cicala, essa appariva tale dall’alto, ma di Haikuzzilla, un gigantesco insetto mutante perché ha ingoiato tutti barattoli di vernice verde pisello. Davanti a tale mostro Hashimoto si inginocchia, celebra il rito dell’adorazione del sole d’estate e dona in sacrificio la sua fida katana. Haikuzzilla, incazzata come una iena della pianura di Sishampo, urla ad Hashimoto: “Sempre co’ sta fida katana te ne vuoi uscire!” e lancia via la fida katana che va ad infilzare il povero Iodo San che, impugnando anche lui la sua fida katana, sopraggiungeva in quel momento. Ed ora le fide katane sono due…

C’essema fa male cu sti doie cazze i katane?

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