Un libro letto tanti anni fa: Per chi suona la campana

Era l’estate del 1960, quando insieme alle Olimpiadi e alla freccia scalza etiope, Abebe Bekila, scoprii a Roma, a casa di un zio giovane acquisito (il marito dell’ultima sorella di mamma), i libri di Hemingway. Quell’estate, per la prima volta lontano da casa, oltre a scoprire la grande città, entrai nell’universo di papà Ernest. Il suo primo libro che lessi fu “Per chi suona la campana”, edizione i Libri della Medusa, quei libri con la copertina bianco avorio, profilata da una cornice verde, con al centro la testa della Medusa.

Questo è l’inizio del viaggio:

Il mento poggiato sulle braccia incrociate, l’uomo era disteso sulla terra bruna del bosco coperta d’aghi di pino. Sulla sua testa il vento investiva, fischiando, le cime degli alberi. In quel punto il versante del monte si addolciva ma un poco più in giù precipitava rapido, e l’uomo poteva vedere la traccia nera della strada incatramata che, serpeggiando, attraversava il valico.

Parallelo alla strada correva un torrente e giù, sulla sponda del valico, l’uomo vedeva una ruota idraulica e l’acqua scrosciante della chiusa, bianca sotto il sole estivo.

Ed io quella ruota la vedevo e il rumore dell’acqua lo sentivo.

Anche se ero seduto su un balcone al quinto piano di un palazzo di Via Montefalco che affacciava sul deposito della TETI in fondo a Via Assisi.

Invece dei cavi dei telefoni sotto di me c’era la strada sulla quale tra poco sarebbero arrivati i falangisti…

E dopo Fiesta, Il Vecchio e il mare (non mi piacque molto) e via via tutti gli altri.

Ed intanto a scuola ci facevano leggere I promessi sposi (ed era anche giusto), ma le novelle di Fucini o le poesie di Manzoni …. beh questo era lontano anni luci dalle mie nuove letture.

E quella frase di John Donne posta all’inizio del romanzo:

“And therefore never send to know for whom the bell tolls. It tolls for thee”.

(“E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te”) mi diede un senso alle cose molto di più dei vari sermoni sino ad allora ascoltati, dalle varie cattedre laiche e religiose nelle quali, adolescente, mi ero imbattuto.

E questo è il film  con Gary Cooper ed una splendida Ingrid Bergman

 

Un canto della Rivoluzione è d’uopo!

 

 

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