Gina

 

Vede, signor Giudice, ora le spiego.

L’altra mattina, che si era appena alzato il sole, sono andato come al solito alla stalla, ché la Gina mica attende sa! Una mucca così bella, ma lei mica l’ha mai vista…

E che latte che fa! 35 litri al giorno, precisa precisa, e buono che non ha idea, con una panna da impazzire. Però, per cortesia, non lo dica in giro, che  sulla denuncia ci metto solo 15 litri al giorno, sennò qua con le tasse non si vive!

Tutta colpa dei comunisti sa, tutta colpa loro che mica han voglia di lavorare e allora giù tasse per farsi mantenere, per andare a studiare, fare carriera. Studiare cosa? A letto presto la sera e in piedi presto la mattina, lavoro lavoro e ancora lavoro. Così si fanno i soldi, altro che i diplomi!

Perché per me, ma glielo dico in confidenza eh, per me tutti questi qua che passano anni e anni a studiare sono solo dei culattoni, sa, ricchioni che non sanno cosa fare veramente. Come? No no, certo, non intendevo lei, lei ha studiato per, sì insomma… no no, scusi, era così, una battuta, per ridere…

Comunque sì, dicevo, son entrato nella stalla, e che ti trovo? Quella vacca della Gina. Si figuri la sorpresa!

Come Giudice? No no, quella da mungere è la Gina, la mucca. La Gina invece è la figlia del fabbro del paese, che la chiamano la “Vacca” per certe sue, diciamo, libertà sessuali, ci siamo capiti no? Che io lo vedo che anche a lei piace la figa, eh dottore, mica il cazzo come a quei comunisti pervertiti! Che Dio li strafulmini!

Mi scusi, mi scusi ancora signor Giudice. È che come penso ai comunisti vedo rosso! Hahahaha! Bella questa eh? Comunisti, vedo rosso? L’ha capita? No? Ha fatto per caso il carabiniere prima di diventare giudice?

Va bene, vado avanti. Ma avete un umorismo del cavolo voialtri, eh?

Insomma, la Gina, sì, la vacca, era là distesa sulla paglia, nella stalla, giusto dietro alla Gina, sì alla mucca.

Per me ha passato la notte là, con Omar, quel negro, l’aiuto fornaio. Me non mi sta mica tanto simpatico perché i negri son quasi peggio dei comunisti, sì, vengon qua a ciularci il lavoro e a far casini e basta. E  questo poi dicono che lo sfilatino più grosso se lo porta sempre dietro e lo inforna dove vuole lui. Mica mona, il moretto. Sembra si sia passato quasi tutte le ragazze del paese.

Tranne le mie, eh, che sia chiaro, scrivetelo scrivetelo che loro son due perle, sempre in Chiesa la domenica, sempre ad aiutare in parrocchia. Specialmente adesso che c’è quel prete  giovane, quello alto che sembra Terence Hill da giovane. Dovrebbe vederle! Tante volte le mie due bambine, che poi hanno 21 e 23 anni ma per me sempre bambine restano, dicevo tanti sabati vanno all’ultima messa e poi passano tutta la notte a preparare la chiesa e cantare i salmi con il Prete. La mattina dopo non stanno in piedi, e anche il Padre ha di quegli occhi pesti, ma son tanto contente che mica me la sento di dir loro qualcosa.

No perché bisogna dire che questo prete ci sa fare con le ragazze da marito: da quando c’è lui, vanno tutte sempre a messa, e tutte nei primi banchi. Anche al vecchio prete piacevano i giovani a dirla tutta, ma più giovani, bambini soprattutto.

Mi scusi, ha ragione. Dicevamo? Ah sì, la vacca della Gina. Ecco, era là, distesa, con tutto fuori, con le tettone grosse là, sode, la gonna alzata e niente mutandine. Che all’inizio pensavo le avesse, invece no: neanche un pelo Signor Giudice! Ma ci crede? E ho guardato bene. Mamma che spettacolo!

Giudice, siamo uomini no? Cosa avrebbe fatto lei al posto mio? Ecco, bravo. E io quello ho fatto! Mi son sbottonato i pantaloni e zac! Tirato fuori il filoncino che non sarà quello di Omar ma insomma… e stava lievitando bene bene anche, che era pronto per esser messo in forno!

Insomma, son là con le braghe calate che mi avvicino alla Gina e paf! Dalla porta dietro non arriva la Gina? Ma no, no la mucca, no, quella è legata che sennò mi mangia tutto l’orto. La strega è entrata, la strega!

Ma come che strega Giudice? La Gina, mia moglie, la strega! E si vede che quella mattina si era alzata presto pure lei e adesso stava entrando dalla porta dietro, quella che dà sull’orto e sul garage dove teniamo il trattore. Si vede che si era appena alzata ché è entrata sistemandosi ancora la cotoa, la gonna come si dice qua. Ah lo sapeva? E pensar che io credevo che lei mi fosse un terrone di quelli… ah, di Napoli… va ben dai, non si preoccupi, mica si vede tanto sa?

Le dicevo, entra sistemandosi la gonna e salutando Franco, il meccanico che ogni tanto viene a riparare il trattore.

Bravo ragazzo sto Franco sa? Gran lavoratore, razza padana. Siamo coetanei, io e lui. E da giovani ne abbiamo fatte, ma ormai… Anche un bel ragazzo dicon le donne. Ma quello tutti qui, è la stirpe. Pensi che quasi tutti i ragazzi del paese gli assomigliano.

Taci che perlomeno è entrata dalla porta dietro, di fianco alla Gina, e così non ha visto la Gina. Sì, la Gina la sta a sinistra, entrando, e la Gina di fronte ma coperta, sa, da una mangiatoia piena di fieno. Ma è sicuro che non ha fatto il carabiniere lei?

Comunque, la entra e io là, le braghe alle caviglie e il coso fuori.

“Cosa fai tu qua?” mi domanda.

E io, al momento mi son anche un po’ preso paura ché la Gina l’ha due braccia che non si immagina! Mica una fighetta come quelle della televisione. Che si mantiene bene la Gina, ancora bella piacente e in forma. E tanto fedele, ma tanto! Del resto, trovarne come me. Però una strega!

“Devo pisciare” che io ho il cervello fino e una scusa la trovo sempre. “E il Franco, è venuto per il trattore?”

“Sì sì è venuto, sì. Tre volte oggi” mi fa.

“Tre volte?”  gliel’ho domandato perché poi la fattura la pago io sa, mica lei!

“E si era dimenticato alcune cose ed è andato avanti e indietro un po’ di volte… Ma insomma, piscia se devi pisciare. Aspetti che?”

“Che te ne vada aspetto, strega!” che io la chiamo sempre strega “che son timido e mi vergogno”.

“Ma guarda che puoi fare tranquillo che al limite si sente il rumore ma vedere…” vede, vede che strega signor Giudice?

E insomma dai, e no, e dai, e no, e alla fine mi scappa sul serio e piss… fatta. Sulla Gina. Che si vede ha il sonno leggero, si sveglia, mi guarda impressionata (che secondo me ci è rimasta un poco e ha capito che Omar è una fregatura) e dopo mi tira una pedatona sui gioielli, signor Giudice. Ma una pedata che solo a pensarci mi vien ancora male.

E dopo peggio ancora, si alza di colpo con tutto fora la Gina e la Gina la vede e si mette a urlare, e anca la Gina la urla e così la Gina la diventa nervosa e dopo calmala tu. Ma no la Gina, la Gina, la mucca!

E la Gina la prende anche un bastone e quell’altra il rastrello e insomma io cerco di scappare dalla porta dietro ma la Gina che si è innervosita alza la coda e mi fa la torta e io sciaf! Dritto per terra signor Giudice!

E per fortuna! Che proprio in quel momento la Gina la tira una bastonata e invece di prender me prende la Gina, che la risponde con una pedata che Dio te la mandi e becca giusto la Gina che a sto punto non ci vede più e tim e tam due zoccolate e via.

E questo, dottore, è il motivo per cui la Gina e la Gina sono in ospedale.

Ma ora mi dica dottore, ma quando posso andare? Perché ho proprio voglia di prendere in mano le tette della Gina. Come quale? La mucca dottore! Sennò il latte come lo tiro?

 


Ma la Paola e la Elvira, che ne facciano quanto di Latte?

 


httpv://www.youtube.com/watch?v=3oeJgAAZEv4

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8 Replies to “Gina”

  1. divertente, ma non entusiasmante. Come dice il principe: troppe Gine, troppe mucche. Un po’ confuso direi, ma fa ridere e ho apprezzato molto il protagonista, dipinto alla perfezione

  2. tira più un pelo di Gina che… 😉
    il mona leghista, una certezza!!, nn delude mai

  3. tira più un pelo di Gina che… 😉

    il mona leghista, una certezza!!, nn delude mai

  4. in effetti Juan la vacca è una sola, ma le altre non sono da meno…
    circa il mona mi è rimasta la H nella tastiera

  5. Raff, tu ti confondi: di vacca, lì, solo una! Ma per quanto riguarda il legHista, ti do ragione!

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