“A un cerbiatto somiglia il mio amore” di David Grossman

di Valentina Boscolo

 

David Grossman 

Vagavo per la libreria, non sapevo che cosa cercassi, che genere di libro, sapevo soltanto che desideravo un libro potente e delicato che mi lasciasse nostalgia di sé. Sì perchè vi sono due categorie di libri: quelli che io definisco “invisibili” che non lasciano dietro di sé nessuna scia e quelli in cui i personaggi sono talmente vivi da poterli quasi toccare, percepirne la presenza e sentirne la mancanza una volta ultimato il libro. Mi succede sempre leggendo i romanzi di David Grossman, ed è successo anche con A un cerbiatto somiglia il mio amore, un libro di Grossman del 2008. La copertina ritraeva un bel giovane ed era in bianco e nero, aveva un che di retrò; non ho resistito, l’ho adottato come si farebbe con un cane che ti guarda da una vetrina supplicandoti muto con gli occhi: «Adottami, adotta me, non ti deluderò». Così una volta adottato, ops comprato il libro, mi diressi a casa e m’immersi anima e corpo in esso.

 

Mi ritrovo in Israele. Fra la guerra.

I protagonisti sono Avram, Orah e Ilan, sedicenni, ricoverati nel reparto d’isolamento di un piccolo ospedale di Gerusalemme. Durante il coprifuoco i tre ragazzi fanno amicizia  e stabiliscono un legame che si trasformerà in amore tra Orah e Ilan. Ma nulla è come sembra. La vicenda subisce un balzo di trent’anni. Orah è una donna posata, sposata e separata, con due figli, Adam e Ofer. Quest’ultimo, impegnato nella leva, accetta di arruolarsi in un conflitto in Giordania a pochi giorni dal termine del suo servizio militare. Orah e Ofer sarebbero dovuti partire per una gita a piedi e Orah, contrariata e spaventata per la possibile sorte del figlio, decide di partire lo stesso portando con sé il vecchio amico Avram, un uomo complesso e problematico con l’anima di scrittore che non vedeva da anni…

 

Non svelerò altro dell’evolversi della storia, non amo le recensioni che anticipano l’intera trama.

Non è un libro da bere sotto l’ombrellone, è un romanzo lungo, prolisso se volete, ma intenso e poetico. Si scava tra i legami più profondi e complessi dell’anima. Sullo sfondo dei paesaggi naturali del mondo israeliano, si snodano rapporti d’amore mai sopiti, maternità inappagata e paternità negate e acquisite. Rancori e emozioni covati per decenni e decenni.

Una lettura difficile, meditativa ma decisamente appagante i cui personaggi vi appassioneranno. Lo consiglio davvero.

 

 

 

David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori, 2008

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