Abraxas

 

di Teo Lorenzo

 

Abraxas    

 

Mi è rimasto scolpito nella mente questo strano nome.

Apparteneva ad una divinità, di non so più quale mitologia, a cui spettava il compito simbolico di unire il divino e il diabolico, l’angelico e il satanico, il sacro e il profano.

Allora mi è venuto da pensare che ogni uomo in fondo è Abraxas. Io, tu che stai leggendo queste righe, quel tizio laggiù che mi sta osservando mentre le sto scrivendo.

Non è forse vero che ogni essere umano racchiude in sé carne e spirito, forma e sostanza, Dio e Satana?

Pensate al cocchio platonico. Un cavallo bianco e un cavallo nero; il primo spinge verso l’alto, il secondo tende ad inabissarsi.

cocchio platonico

Tutti noi ci troviamo in precario equilibrio sballottati su quel cocchio.

Spiritualità e materialità, nobiltà d’animo e perversione, razionalità e istinto bestiale, compassione e crudeltà, amore e odio: ognuno è tutto e il contrario di tutto.

Anche l’animo più nobile ha provato, almeno una volta, l’impulso irrefrenabile di uccidere.angelo-demone

E anche il mondo è Abraxas. Il dì e la notte, il cielo e la terra, i due poli, i due emisferi, inverno ed estate: tutto è diviso e nello stesso tempo unito; come il dorso e il palmo fanno parte della stessa mano.

Anche la vita è Abraxas e gli opposti si toccano fino a coincidere.

La troppa luce è buio, ogni nascita non è che l’inizio della morte e ogni morte non è che nascita sotto nuova forma.

 

 

 

 

 

 

Estratto da: Teodoro Lorenzo, Pensieri di carta, Progetto Cultura, 2014, 128 pagine 

  • EAN: 9788860927026
  • ISBN: 8860927021

 

 

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