Favola

 

di Teo Lorenzo

 

spiga  

 

 

C’era una volta, ed ancora esiste, una giovinetta dai capelli colore del grano maturo.

Era una piccola spiga nata per un miracolo tra le crepe dell’asfalto di una grande città.

Semplice e imperturbabile crebbe alta e dritta in un piccolo spazio di cemento, coccolata e vezzeggiata dalle persone che quotidianamente si incontravano lì ingannando se stessi credendo di vivere.

Da lì la piccola spiga irradiava la sua luce che si andava spegnendo poco a poco.

Non era quello il suo mondo, grigio e senza sole, non era quella la sua vita, piatta e insignificante.

Viveva senza entusiasmo, staccata, distratta, altrove. Sì, altrove è la parola giusta.

Se il suo corpo la teneva avvinta all’asfalto della città la sua mente, priva di ceppi, superava monti e pianure volando sul mare per arrivare, finalmente felice, alla sua piccola isola.isola felice

Così piccola da essere poco più di un puntino sulla carta geografica ma tersa e luminosa come l’azzurro del suo cielo al timido apparire del sole.

Lì e soltanto lì poteva essere la sua vita, quella vera, l’unica a cui veramente aspirasse.

Ma non ho più voglia di proseguire il racconto, del resto il finale della favola non è difficile da intuire.

L’imberbe spiga andrà a maturare al sole vivificante di quell’isola incantata e laggiù offrirà i suoi frutti a quell’unico che avrà eletto suo re arricchendone la mensa con il pane della sua semplicità.

Il corpo raggiungerà la mente in una perfetta simbiosi e insieme vivranno felici in sintonia con il respiro del mare.

Solo all’autore di questo racconto rimarrà un fondo di tristezza e di tanto in tanto un brandello di ricordo gli penetrerà nel cervello come un cuneo rovente.

Il ricordo di un puntino biondo su un puntino nero in mezzo al mare.

Ma gli rimarrà la fantasia. Inventerà un’altra favola.

 

      spighe   Van Gogh

 

Estratto da: Teodoro Lorenzo, Pensieri di carta, Progetto Cultura, 2014, 128 pagine 

  • EAN: 9788860927026
  • ISBN: 8860927021

 

 

 

 

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