La sfortuna d’incrociare il Killer

Riferimenti al titolo del racconto ed all’autore sono stati rimossi per richiesta dell’autore stesso.

Processo 001 – Imputato: La *** di *** ***, ***** *****, Torino


Ci sono racconti che cambiano la vita, ti aprono nuovi orizzonti e ti riempiono di gioia o tristezza, piacere o dolore, emozioni forti e sincere.

Quegli scritti li porterai sempre con te, nel tuo animo, nel posto più remoto, intoccabile a tutti perché quello che quel racconto ti ha trasmesso è solo tuo, nessun altro potrà provarlo. Di questo sei sicuro. Perché quel racconto è così speciale, così perfetto che nessun’altra anima nel mondo potrà percepire quello che tu provi mentre lo leggi.

La *** di *** *** (lo potete leggere cliccando il link) non è uno di quei racconti. Chiariamo meglio: è un ottimo racconto. Ottimo perché ci permette di definire tutto quello che non bisogna fare quando si scrive.

Volete scrivere bene? Ok ragazzi, prendete La sfortuna ecc. ecc. e fate l’esatto contrario. Risultato garantito.


Trama

Racconta la disavventura di un ragazzo dei nostri tempi, in giro con la sua bella moto da Trial per boschi e sentieri. Sfortuna vuole che non presti attenzione a uno sciocco segnale e si trovi seviziato da un povero pazzoide che si crede un rivoluzionario agli ordini del Che. Il tutto si risolve grazie al provvido intervento di un guardiacaccia dalla mira infallibile.

Questa la storia, narrata at***** una serie di stereotipi non indifferente:

E***, il protagonista: ragazzo di buona famiglia, ovviamente fuori corso all’università, una fidanzata che si lamenta, qualche spinello e pillola (ma non sono pasticche, *****?) di troppo, genitori che gli rendono la vita impossibile, non si occupa di politica ma di notti cazzute come quelle del Liga. Ovviamente il nostro è pronto a lasciare tutto quello che ha, inclusa la bella Mini Cooper ricevuta in regalo, e andare a vivere da squatter se i suoi non lo lasciano in pace.

Il linguaggio di E***: ma veramente i ventenni di oggi parlano tutti così? Cazzo, fanculo, cazzute. Tutto un florilegio di parolacce che mi aspetto in bocca a un quindicenne, ma che usate così, con tanta frequenza, irritano soltanto. Occorre saperle usare le parolacce e purtroppo noi non siamo Bukowski.

Il pazzoide: sporco, lercio, scalzo, denti marci, ubriacone e cacciatore di frodo. Vive nei boschi, nascosto alla società, ultimo dei rivoluzionari del Che. Quando vede qualcuno in difficoltà, invece di soccorrerlo e chiamare aiuto lo tortura pur di scambiare quattro chiacchiere. Del resto, sembra volerci dire *****, se credi nel Che e nella rivoluzione, questo è quello che sei: un reietto fuori dal tempo e dal contesto.

Il dialogo: tralasciando il fatto che uno con entrambe le ginocchia rotte, la faccia spaccata e una mano squartata abbia voglia di parlare e non, che so, di svenire per il dolore, il dialogo gioca tutto sulle solite informazioni pubblicitarie del Che: il viaggio in moto, la lotta, la separazione da Fidel, la morte da Eroe, la maglietta, Cuba. Tutte cose vere ma buttate lì senza trasmettere nulla. Un invasato del Che, uno convinto della rivoluzione ci metterebbe più enfasi e trasporto nel descrivere queste cose.

La lezione di E***: E***, che va male all’università, ma qualcosa capisce (probabilmente dalla televisione) concede una bella lezione al pazzoide spiegando che in Italia, Europa, USA, al contrario dell’America Latina, la libertà è stata da lungo tempo conquistata e non ci sono casi di sfruttamento. Come per esempio Rosarno, o le prostitute sui viali, o i contratti co.co.co. Chiunque con voglia di documentarsi scopre che la situazione sfruttamento in Italia, Europa, USA è fortemente presente nel territorio (tanto su stranieri quanto su indigeni).

Il guardiacaccia: arriva in soccorso come fa solo su Cappuccetto Rosso, spara un colpo di fucile che trapassa la testa del pazzoide e salva il prode E***:

Fu in quell’istante che E*** si accorse che dietro la curva, vicino alla sua moto in pezzi una guardia forestale armata di fucile stava facendo capolino e lo guardava pallido in volto.

Doveva essere arrivata da poco ed aver capito cosa stava accadendo ma non sapeva come intervenire essendosi l’uomo nascosto dietro l’albero. […]

L’uomo fece quanto sperava. Schizzò in piedi brandendo il coltello e urlando a squarciagola:

“Hasta la victoria siempre. “ La detonazione partì ed E*** vide la sua testa spappolarsi mentre un proiettile di grosso calibro fuoriusciva dal suo occhio destro.

Con cosa va in giro il guardiacaccia? Un M16? Io al massimo li ho visti girare con doppiette, normalmente caricate a pallini. Anche a usare quelli più grossi, questi fanno comunque una bella rosa. Per spaccare il cranio ce ne vuole. E c’era il rischio concreto che ne andasse di mezzo l’E***.


Forma

La scelta del tempo passato penalizza non poco il racconto, una storia d’azione, in movimento. Il presente rende meglio il continuo flusso, la sorpresa. Il passato ci fa già pensare a qualcosa di concluso, il che priva il racconto di tensione.

La punteggiatura è usata male, creando pause dove non dovrebbe e non creandole dove sarebbe necessario.

Per esempio cambiamo il primo paragrafo, di seguito in originale:

E*** risaliva con calma il torrente sulla sua moto da cross. Era solito farlo tutte le domeniche quando c’era bel tempo. Fanculo la sua ragazza che lo criticava per questo e che diceva che lui non gli dedicava abbastanza tempo, sottraendoglielo per la moto. Quello era davvero l’unico modo che aveva per distrarsi dai casini del mondo e dal suo pazzo moto perpetuo.

Ed eccolo editato:

E*** risale con calma il torrente sulla moto da trial. Lo fa tutte le domeniche quando c’è bel tempo e fanculo la sua ragazza che lo critica per il poco tempo dedicatole. Quello è l’unico modo che ha per distrarsi dai casini del mondo e dal suo pazzo moto perpetuo.

Finale

Diciamo la verità, alla fine il racconto entra in simbiosi perfetta con il pubblico: quando E*** “scivolò rapido nel buio di una notte senza sogni” credo che la maggior parte dei lettori vorrebbe imitarlo: dormire e dimenticare il prima possibile quanto letto.

Verdetto

A La *** di *** *** concediamo le attenuanti generiche, per il coraggio dimostrato nel farsi giudicare per primo.

Il racconto purtroppo non raggiunge mai un livello minimo di qualità, per questo motivo è Condannato Senza Appello.

A ***** un consiglio: continua a scrivere, prova a pensare alle critiche e usale a tuo vantaggio. Una critica vale più di mille complimenti.

E ricordati che non basta pubblicare per potersi chiamare scrittori, altrimenti dovremo definire scrittore pure Moccia.

Con Affetto

IK

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23 Replies to “La sfortuna d’incrociare il Killer”

  1. Kobe, grazie per il tuo commento e il tuo parere.

    Mi spiace molto per il tono offensivo che usi e per la scelta del linguaggio che certo non permette a tutti di capire la sottile vena ironica e la fine intelligenza che ti è propria.

    Con Affetto

    IK

    1. hihihiihihihi… nn posso usare altro tono per chi se lo merita…

    2. hiihihihihihihihihihihihi… nn posso far altro che usare un tono offensivo per chi se lo merita… e la legge della vita

  2. Uno scrittore è anche un critico?
    E viceversa? Qualcosa però la so. io scrivo, e se non sotto la minaccia di un revolver lo faccio perchè mi piace, di più, mi fa "vivere". A mie spese, ho imparato che chi si mette al rischio delle gogne deve anche considerare che può essere lapidato. Ma la storia insegna, o disimpara, che può essere lo stesso.Inoltre altra grande verità inalienabile è che non si può piacere a tutti. Preferisco essere atterrata d'un colpo che far parte della massa del cosidetto "mediocre". Il prorpio modo si scrivere se è coltivato,piallato e scremato può e deve diventare il proprio stile. Ma anche ciò che si dice deve rapire, nel senso che secondo me, un messaggio, senza diventare filosofi ad oltranza, bisogna anche saperlo trasmettere. Ma essendo anch'io qui, conosco sempre anche lo sprone, che ci fa sottoporre agli altri ciò che partoriamo, ma l'esito è arbitrario e incontrollabile, quindi va accettato.

  3. Luigi visto che ti fa piacere, farò l'editing di Ernest…dammi un po' di tempo
    Capisco che è difficile la situazione di un "emergente"…
    Se mi permetti alcuni consigli semplici semplici :
    a) mai editori a pagamento
    b) un editore che si rispetti deve avere distribuzione

    Uno scrittore i libri li scrive, non li deve né vendere, né distribuire….
    al massimo li promuove

  4. Grazie Raffaele,

    Mi farebbe molto piacere se potessi fare l'editing.
    Sulle mazzate hai ragione…
    Sai il fatto è che per uno scrittore emergente è talmente tutto un problema. Non capisci mai chi incontri. Diventi prevenuto… non sai se alcuni editori ti snobbano perchè non sei appoggiato, se altri ti coccolano per sfruttarti.
    E' un pò una giungla che, per chi non ha un background in tema, diventa inestricabile.

  5. adesso già e diverso!
    allora fa un respiro profondo….
    e ti ripeto l'offerta e dico sul serio…
    ti faccio l'editing di Ernesto, è recuperabile
    ps
    meglio le mazzate, che inutili chiacchiere

  6. Chiedo scusa a tutti. Ho esagerato con una reazione un pò infantile, Accetto il giudizio di Juan Josè e Raffaele. Ci sono rimasto male ma ho capito il messaggio tra le righe. In fondo è giusto che chi sa il mestiere lo faccia. Scusate ancora ragazzi. In fondo è stata una lezione salutare.

    Con maggiore affetto di prima (e non sto scherzando)
    Luigi

  7. Ti ho fatto una domanda e credo di meritare una risposta.
    La ripeto: "Hai pubblicato a pagamento?"
    Non c'è da offendersi ed io non ho ragione di essere stizzito.
    Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
    Circa il tuo Editore poi sono curioso di sapere come distribuisce i suoi libri?
    Solo via web?
    Comprare i tuoi libri?
    Se mi dici in quale libreria li posso trovare, volentieri.
    Non acquisto sul web.

    Se non l'hai capita te la ri

  8. Ma no ragazzi. Non mi lamento. In realtà mi piace il gioco e se c'è il killer che stronca ci deve essere anche la controreazione anche un pò violenta.
    Adesso, scherzi a parte mi dispiace una stroncatura così feroce. Riconosco che è un racconto scritto di getto e che poteva essere fatto meglio però ci sono rimasto male.
    Speravo almeno in qualche maggiore costruzione della critica stessa.
    Comunque non mi sono offeso più di tanto. So che devo ancora migliorarmi ma botte così fanno un pò male…

  9. Buona vita a te grande maestro!
    Hai perso una occasione, talvolta da una stroncatura può nascere l'occasione di farsi conoscere oltre la "propria cinta daziaria"
    Poi, se non sbaglio, hai accettato il gioco del Killer.
    Perchè ti lamenti?

  10. Abbate, sbaglio o sei un pò offensivo. Le allusioni sul free o altre cose e su Altromondo non è carina. Come stizza mi sembra più la tua. Comunque io riconosco i miei limiti e non offendo le persone. Detto questo se ti va puoi sempre comprarli i miei libri. Così vi divertite un pochino.
    Mi ricordate i radical chic dei tempi andati

  11. Cantatevela e suonatevela, come tutti i critici del resto… Ciao ciao.
    PS: SU GOOGLE CERCO CHI MI INTERESSA CERCARE.

  12. Grazie Luigi! Grazie, perché credo che non avrei potuto risponderti meglio di come tu stesso ti sei risposto.

  13. reazione stizzita e fuori luogo dello "scrittore" ….
    Cosa si aspettava laudi e applausi?
    L'aver pubblicato "due libri" non credo che sia un passaporto per il paradiso di applausi ad ogni costo.
    Anche i maestri della scrittura non piacciono a tutti, figuriamoci qualcuno che maestro non è. .
    Caro "maestro" dimostri una assoluta mancanza di umilità.
    Poi mi domando e ti domando… come hai pubblicato le "tue opere"' ?
    Con "contributo spese" o free?
    Da una ricerca su Google: hai pubblicato con la casa editrice Altromondo…
    Non mi risulta che abbia una distribuzione, ma vende solo sul web o mi sbaglio?
    E questo la dice lunga…
    Questo come discorso di carattere generale…

  14. 5) Finale: battutona!!!! Questa si che è originale. bravissimo!!!! Palla e occasione persa.
    6) Verdetto: insieme di frasi scontate e preconfezionate per stroncature future del nostro amico Findus Killer. Palla e occasione persa.
    6) Scrittore già lo sono ahimè per il killer. E pensa che a molti i miei libri sono pure piaciuti. Tra l'altro anche quelli di Moccia che a me personalmente fanno schifo ma che tanti altri apprezzano. E i tuoi caro killer, dove possiamo leggerli e commentarli? Palla e occasione persa.

    Di fatto il buon killer ha specato tutti i suoi proiettili a salve contro il piombo di chi comunque scrive con il cuore perchè gli altri possano leggerli e di questo sono contento che, a fronte di una critica, tutti abbiano la possibilità di confrontarsi con te.
    Ragazzi, non cambierò una virgola del mio racconto per il killer e non fatelo neanche voi.
    Anzi, inondatelo di racconti da stroncare affinche il suo smisurato ego viva orgasmi senza limiti.
    Può darsi che a forza di stroncature magari autoimploda 🙂
    Con affetto
    Luigi

  15. Corretto.
    Su Ernesto prenditi tutto il tempo che ti serve, ci mancherebbe. Mi stai facendo un grosso favore.

  16. Passo alla critica della critica:
    1) Il killer dice: il racconto insegna a fare ciò che non bisogna fare. E che vuol dire? Chi è il killer per dirlo? Uno che vuol fondare una scuola stile la Holden per prendere soldi a chi non sa scrivere, insegnandogli a fare lo scrittore come vuole lui? Palla e occasione persa.
    2) La trama: liquidata con una critica da Novella 2000. Pure gli stereotipi ci mette… lui che gli stereotipi li usa per criticare… incluso il nomignolo di killer. Palla e occasione persa.
    3) I personaggi: non ne ha azzeccata mezza. I personaggi sono quelli dei giorni nostri e vengono tutti da situazione reali (portate all'eccesso per dovere di racconto), incluso il linguaggio. Pccato che il nostro Don Diego de La Vega frequenti forse i falsi bar degli happy hour dove fighettini come lui parlano del Che o della politica come parlano del Grande Fratello e non so quante basi abbiano per confrontarsi. Palla e occasione persa.
    4) La forma: il killer odia il passato: chissenefrega. Riscrive il racconto al presente: contento lui che finalmente ha un racconto da (ri)scrivere. Palla e occasione persa

  17. Caro Killer, IO scrittore lo sono già e ho già pubblicato due libri dalle ottime critiche. Il tuo giudizio è alquanto irritante e dimostra che di letteratura ci capisci proprio poco. Del resto chi sa fa, chi non sa insegna o giudica. E per inteso non hai capito un tubo dell'anima del racconto e non sai scrivere. I processi fatteli con Aldo Biscardi.

    1. Ed ecco la risposta che mi aspettavo. Mi domando perchè certa gente non riesca ad accettare le critiche. Credo che a breve ti arriverá una risposta anche da chi ha pubblicato qualche libro più di te, forse di lui ti potrai fidare.

      Sul fatto che non so scrivere, a ognuno il suo parere. Si vede che non sapendo, mi tocca solo giudicare, come dici tu. Chi sa invece, giustamente, pubblica. Mi domando solo, ma chi pubblica a pagamento, sa?

      Sul fatto che di letteratura ne capisco poco, ti pregherei di ripassare, grazie.

      Tanti auguri Luigi per la tua brillante carriera di scrittore.

    2. vengo allo specifico
      condivido il giudizio del Killer, anzi è stato troppo buono…
      Tuttavia proprio per salvare il tuo ernesto,,,posso farti un editing dello stesso…
      Forse ne esce qualcosa di accettabile
      PS
      se ti interessa sapere qualcosa più di me cerca su Google

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