L’albero e il cielo (recensione)

Recensione a cura di Sara Rota

l'albero e il cielo

Con questo libro l’autore Gennaro Costanzo ci accompagna nella vita di Tiblis (chiamato spesso Tibli perché suona più soave) e di tutti coloro che, nel bene e nel male, si ritrovano ad avere a che fare con lui.
Tiblis ha un carattere apparentemente debole e lo dimostrano il suo attaccamento all’alcool e la sua continua voglia di oziare non appena la moglie lo lascia.
In realtà Tiblis, anche grazie all’aiuto di suo fratello e di un certo Baldassarre che lo ospita nella sua valle in cambio di lavoro, riscoprirà la voglia di vivere e di amare, facendosi portatore di pensieri filosofici e non solo.
La storia è ambientata nella zona di Aversa, terra conosciuta dall’Autore stesso, luogo che risveglia in lui, e nel protagonista, la magia e la bellezza dell’ambiente che lo ha sempre circondato.
Il romanzo è un’unione di pensieri di coloro che vedono dall’alto e lungo la strada del passato, del presente e del futuro: ecco il perché del titolo “L’albero e il cielo” ed ecco il discorso immaginario che, spesso e volentieri, traspare tra le righe.
Un continuo altalenarsi tra storie e filosofia, a volte forse un po’ troppo fuorviante e distaccato, tanto da perdere quella fluidità che inizialmente caratterizza il libro: in particolar modo dalla metà in poi, si fa riferimento ad altre opere famose, ad esempio “Guerra e Pace”, per poi districare i vari ragionamenti che affollano la mente di Tiblis e, di conseguenza, del lettore.
Il messaggio di questo libro è proprio quello di far riflettere chi legge su ciò che lo circonda, soprattutto dal punto di vista ambientale e, solo successivamente, anche sociale.
Un romanzo capace di catturare l’animo umano, spingendo a cercare nuovi motivi per credere nella vita e migliorarla ogni giorno.

“L’albero e il cielo”
di Gennaro Costanzo 
Pendragon Edizioni
Anno 2008
pagg. 310
€ 13.00

 



NOTIZIE SULL’AUTORE
Gennaro Costanzo nasce a Lusciano, in provincia di Caserta, nel 1938 da una famiglia di agricoltori benestanti.
A 17 anni lascia gli studi di ragioneria per diventare imprenditore agricolo, pensando così di avere maggior tempo per scrivere. Purtroppo si sbaglia e riprende a studiare.
Consegue il diploma magistrale e vince il concorso per insegnanti elementari.
Dopo il matrimonio e cinque figli torna a dedicarsi all’agricoltura e, solo molto tempo dopo, alla scrittura.
Non è però un percorso facile: Gennaro Costanzo ottiene parecchi rifiuti da parte degli editori, ma ciò gli dà ancora più grinta e arrivano i giusti meriti con i romanzi “I figli di Dio” del 2002 e “L’albero e il cielo” del 2008.

 


Si ringrazia per l’editing Chiara Magagnato

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One Reply to “L’albero e il cielo (recensione)”

  1. Cara Sara,
    la tua recensione è piuttosto scarna e piatta, sembra un compitino. Inoltre certi passaggi mi lasciano perplessa:

    “Tiblis ha un carattere apparentemente debole e lo dimostrano il suo attaccamento all’alcool e la sua continua voglia di oziare non appena la moglie lo lascia.
    In realtà Tiblis, anche grazie all’aiuto di suo fratello e di un certo Baldassarre che lo ospita nella sua valle in cambio di lavoro, riscoprirà la voglia di vivere e di amare, facendosi portatore di pensieri filosofici e non solo.”

    Cosa vuol dire “in realtà”? Potevi scrivere che in seguito a questi eventi riscoprirà ecc.
    In base a questa recensione non mi è venuta alcuna voglia di leggere questo libro. Non ho sentito passione, gioia nell’averlo letto da parte tua. Magari la prossima volta? 😉 Buon lavoro!

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