L’insostenibile leggerezza dell’essere

“L’insostenibile leggerezza dell’essere” più che un titolo è una filosofia, un concetto interessante quanto inquietante. Secondo l’autore (Milan Kundera), ogni persona ha una sola vita da vivere, una linea retta da percorrere senza alcuna possibilità di verificare la valenza delle proprie scelte. Com’è possibile, infatti, giudicare una scelta se mai si potrà effettuare una controprova? Einmal ist Keinmal, che in tedesco si traduce pressappoco in “una volta e mai”, è il nocciolo del concetto fondante di questo passo: “L’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato.

Considerazioni filosofiche
Ma che valore può avere la vita se la prima volta è già la vita stessa?” La cosa non è semplice, anzi è abbastanza inquietante. La domanda che ne viene fuori è che senso possa avere una vita in cui ogni scelta o decisione non è importante. Considerando che le decisioni e le scelte sono del tutto insignificanti, dato che non abbiamo alcuna possibilità di capire se sono giuste o sbagliate (non potendole confutare), allora possiamo prendere ogni decisione alla “leggera”. Tuttavia questa mancanza di significato della nostra esistenza e del nostro essere, è un peso insopportabile, insostenibile, ecco quindi la giustificazione del titolo: “L’insostenibile leggerezza dell’essere”.

Sulla trama (non viene svelato il finale)
Il libro s’incentra sulla storia d’amore di Tomas e Tereza, lei molto gelosa ed a ben dire considerate le tante scappatelle del medico Tomas. Ma lui, in fondo, l’ama davvero, tanto da lasciare tutto per lei e seguirla perfino in una casa di campagna, lontani dalla città e da quello che una volta era la propria vita. Sullo sfondo gli avvenimenti drammatici dell’invasione Russa in Cecoslovacchia, la Primavera di Praga, le persecuzioni e la polizia segreta con cui sia Tomas che Tereza si trovano ad avere a che fare. Tomas addirittura perde il lavoro di chirurgo e si trova a fare il lavavetri a causa di un articolo che aveva scritto per un giornale e mal interpretato dal regime. La storia s’intreccia anche con altre vite, ad esempio quelle di Franz e Sabine, anche queste travagliate, ma non voglio svelare nulla a beneficio del lettore, cito solo un pezzo che ritengo interessante poiché ricco di spunti di riflessione: “Per Sabine vivere nella verità… è possibile solo a condizione di vivere senza pubblico.

 

Altra riflessione – sul Papa seduto sulla tazza del cesso
Nell’istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti, ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità… Franz, invece, è convinto che nella divisione della vita in sfera privata e sfera pubblica sia contenuta l’origine di ogni menzogna… Per lui vivere nella verità significa abbattere la barriera tra il privato e il pubblico.” Un altro concetto interessante introdotto nel romanzo è quello del Kitsh.

Riporto una frase dal libro: “Il mio nemico non è il comunismo, è il Kitsh!” Per Kitsh s’intendono tutte quelle azioni che intendono eliminare “dal proprio campo visivo tutto ciò che nell’esistenza umana è essenzialmente inaccettabile”. Se avete difficoltà a comprenderne il senso vi aiuto con un bell’esempio: immaginate il Papa, i suoi vestiti bianchi, i suoi gesti lenti e pacati, le sue parole, tutto ciò che rappresenta, lo avete bene in mente?

Perfetto, ora immaginatelo con la veste tirata su, seduto sul gabinetto alle prese con la carta igienica! Non ho detto nulla di blasfemo, anche il Papa andrà di corpo o no? Eppure non la tollerate come immagine, questo perché anche dentro di voi c’è un po’ del Kitsh. Solo che le conseguenze di questo concetto sono spesso drammatiche perché molti regimi lo adottano per i loro subdoli scopi. Allo scopo cito ancora un passo del romanzo: “I movimenti politici non si fondano su posizioni razionali, ma su idee, immagini, parole, archetipi che tutti insieme vanno a costituire questo e quel Kitsh politico.

L’idea della Grande Marcia… è un Kitsh politico che unisce la gente di sinistra di tutte le epoche e di tutte le tendenze.” “L’insostenibile leggerezza dell’essere” è quindi non solo un romanzo che parla di una storia d’amore, d’intrecci, ma è anche un romanzo storico, un saggio e uno spunto alla riflessione filosofica. Vi lascio con una frase presa dal libro, un concetto sulla felicità, sul quale v’invito a riflettere: “Il tempo umano non ruota in cerchio, ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione”.

 

Come comprare il libro

In qualsiasi libreria ben fornita.
Autore: Milan Kundera
Titolo: L’insostenibile leggerezza dell’essere
Titolo originale: (in ceco) Nesnesitelnà lehkost bytà

Editore: Adelphi
Pagine: 318
ISBN: 8845906868

Nota: il romanzo è stato scritto nel 1982 e pubblicato la prima volta in Francia nel 1984. Si svolge a Praga negli anni attorno al 1968.

Massimo Petrucci
Seguimi
Latest posts by Massimo Petrucci (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *