Strange fruit

 racconto noire

Era sospesa all’unico albero di un campo pieno dei fiori gialli della primavera.

Ma nessuno guardandola, mentre veniva giù una pioggia da autunno inoltrato, poteva pensare alla primavera.

Era bionda e aveva i capelli corti. Indossava soltanto un lungo camicione bianco. I suoi piccoli piedi scalzi erano a cinquanta centimetri dal terreno.

Un’Ofelia impiccata.

Vicino all’albero un rialzo del terreno rendeva possibile l’ipotesi del suicidio.

Mi avvicinai e presi delicatamente i suoi piedi tra le mie mani. Erano puliti anche sotto, nessuna traccia di fango.

All’albero non ci era arrivata camminando. Dovevano essere almeno in due. Quasi certamente prima l’avevano drogata.

E poi l’avevano trasportata fino all’albero, le avevano legato la corda intorno al collo, avevano legato l’altro capo al ramo e l’avevano lasciata andare nel vuoto.

Mi ricordai che, quando mi era arrivata la chiamata a casa, quel giorno non dovevo essere di turno, stavo ascoltando Billie Holiday.

Southern trees bear strange fruit
Blood on the leaves and blood at the root

Lasciai piano i suoi piedi accompagnandoli. Adesso dovevo fare il mio lavoro. Dovevo trovare i suoi assassini.

Anche se non l’avevo mai vista prima, anche se non l’avevo mai vista da viva, da quel momento ero suo amico, il suo migliore amico, per la vita e per la morte.

 

 

 

 

Giovanni Merenda

 

www.giovannimerenda.it

 

 


 Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè.

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