Credere in Dio Creatore

 

di Margherita Merone

 

Dio Creatore

 

Al tempo di Gesù la fede in un Dio creatore non era minimamente messa in discussione. Anche altri popoli credevano in Dio, solo che ognuno di loro se ne faceva una certa immagine: alcuni mitica, altri immaginavano più dei, ad ognuno dei quali attribuivano un compito specifico, principalmente come protezione dal male e liberazione da varie paure.

Ciò che ha sconvolto alcuni uomini è stata l’incarnazione di Dio, l’entrata nella vicenda umana del Figlio eterno, che ha condiviso con gli uomini la vita e la morte, vincendo quest’ultima. Si è, in questo modo, rotto qualsiasi schema; non è dunque stato facile accettarlo e non si può dare per scontato cheChagall si possa credere nel Dio di Gesù di Nazareth come di colui che ha creato ogni cosa. Men che meno nell’epoca attuale in cui la scienza impera e sottolinea, ogni volta che si presenta l’occasione, un contrasto con la fede. Alcuni scienziati, però, ragionano diversamente; non creano alcuna dicotomia, dichiarando, infatti, che la scienza e la fede sono entrambi dono di Dio.

A questo proposito, recentemente ho letto una dichiarazione dello scienziato Antonino Zichichi che ha spiegato in modo rigoroso, ma comprensibile, che la logica che governa il mondo deve partire da qualcuno che lo ha progettato, dunque, da un creatore. Partiamo proprio da ciò che rende una materia vivente differente da tutte le altre: la ragione. Proprio grazie a questa è stato possibile, fin dal principio, raggiungere traguardi sempre più elevati nel campo della scienza.

Per avere un quadro d’insieme, torniamo indietro nel tempo delineando sinteticamente come veniva analizzata la logica delle cose create – in questo modo risulterà più chiara la riflessione odierna. Il discorso è nato già prima di Cristo: il filosofo Talete riteneva sufficiente osservare il cielo e ragionare attentamente per comprendere ogni cosa. C’è stato poi, molti anni dopo, Pitagora il quale sosteneva che si poteva comprendere tutto basandosi sulla proprietà dei numeri. Aveva scoperto che usando un numero noto (noti sono i numeri naturali: 1,2,3…) e dividendolo per un altro qualsiasi dei numeri noti, non si otteneva un numero nuovo, diverso rispetto ai numeri ottenuti prendendone due qualsiasi di quelli noti e dividendoli, poi, tra loro. Così, cominciò ad associare qualsiasi fenomeno osservato in cielo a quantità numeriche. In seguito, con Platone si passò a guardare le cose secondo la geometria e con Aristotele ad usare particolarmente la logica per cercare ulteriori spiegazioni; ma non si arrivò, comunque, all’idea di un creatore.

Lo studio è proseguito, non avendo l’uomo mai avuto intenzione di fermarsi. Si è registrata una svolta con l’entrata in scena di Galileo Galilei che parlava di “impronte del creatore”, un creatore che ha fatto il mondo. Fu condannato per le sue teorie perché contraddicevano quanto invece si legge nella Scrittura. In essa, infatti, la terra è il centro del mondo e il sole gira intorno, mentre lo scienziato sosteneva che la terra non è ferma, non è il centro del mondo, ma si muove ed è il sole ad essere al centro e immobile. Questo Galilei lo affermava perché aveva scoperto due principi che sostengono il creato, quello di relatività (muoversi a velocità differenti, ma costanti, non produce alcun effetto fisico misurabile) e di inerzia (se un oggetto si muove e non c’è attrito, allora il movimento continuerà sempre). Era convinto che tanto la Scrittura quanto la scienza non fanno capo che ad un’unica fonte.

Detto questo, c’è da fare una valutazione considerando il progresso in campo scientifico. Non esiste una teoria scientifica che si possa utilizzare per negare l’esistenza di Dio. Sia la scienza che la logica non arrivano a dichiarare che Dio – e dunque un Dio creatore – certamente, non esiste. Questa considerazione non fa che confermare, invece, che la fede è un dono di Dio e non può essere scissa dalla ragione, dono ulteriore. La voce autorevole dello scienziato Zichichi si fa spazio anche tra i non credenti, in quanto afferma, con chiarezza, che qualora fosse veramente possibile dimostrare che Dio esiste attraverso un procedimento matematico, parleremmo di Dio alla stessa stregua di un teorema di matematica. Per parlare di Lui o di una qualsiasi scoperta scientifica si utilizzerebbero gli stessi termini, senza alcuna differenza; sarebbe come dichiarare di aver trovato finalmente la dimostrazione matematica che Dio esiste, togliendo ogni dubbio.

Qual è il problema a questo punto? Considerare Dio sullo stesso piano della matematica, allo stesso livello della scienza. Questo non è possibile creatotrattandosi di Dio Creatore di tutto. La ricerca non potrà mai smettere; d’altra parte è proprio la ragione che ci contraddistingue dalle altre creature, ma nessuno mai potrà arrivare a definire il mistero che è Dio. È Lui che ha voluto donarci la ragione: senza di essa non solo non saremmo che alla pari delle altre cose create, ma non avremmo neanche il desiderio che, invece, valorizza l’essere umano fin dal principio, ossia ricercare la verità. Non sarebbe possibile porci domande sulle impronte che troviamo nel creato e che rimandano ad un creatore, impronte che potevano anche non esistere affatto. Se esiste una logica nelle cose create è chiaro che un autore che sta al vertice di tutto deve esserci e non può essere la scienza a provare il contrario. Se gli atei insistono nella loro posizione mettendosi su un piano di superiorità rispetto a chi crede, come se la loro logica e razionalità fossero superiori, in realtà anche loro professano un atto di fede, quello di credere nel nulla.

Credere in Dio Creatore non è contrario alla ragione, ma Dio, Colui che sta al di sopra di ogni cosa è immensamente più grande di quello che si può pensare e immaginare; non esiste potenza intellettuale che possa dimostrare la non esistenza di Dio, dal quale è nata ogni cosa. La complessità dellaDio Creatore questione, però, non deve demoralizzarci, è giusto valutare anche le varie possibilità, ma sempre tenendo presente che se esiste il mondo ed è ben progettato, è innegabile che ci sia un’intelligenza superiore, dunque un Creatore.

Nella professione di fede cristiana si crede in Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra; è così, infatti, che comincia la Scrittura, con queste parole solenni: “In principio Dio creò il cielo e la terra” (Gn 1,1).

Gamy Moore
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