Credere

 

di Margherita Merone

 

 Osa Credere

 

È il tempo dell’oblio di Dio. Ce ne siamo allontanati con il cuore e con la mente, abbiamo innalzato il pensiero, lasciandolo libero di scorrazzare per orizzonti sconfinati alla ricerca di altro ma senza giungere dove sperava. Abbiamo trascurato il fine della nostra vita, il cammino da seguire, la meta da raggiungere e si è persa la speranza. Sarebbe saggio tornare alla ricerca della causa delle cose, alle domande filosofiche classiche, chi sono, da dove vengo e dove vado. Senza usare tanti giri di parole, sarebbe opportuno, se non necessario, riprendere la ricerca di Dio, per incontrarlo, conoscerlo meglio, iniziare un dialogo, un rapporto che diventa particolare ed esclusivo per ciascuno di noi. Dobbiamo imparare a credere, un impegno non indifferente.

Chiedersi “chi sono?”. L’ineludibile domanda di senso – che l’uomo si pone dalla notte dei tempi – non può rimanere a lungo senza risposta, non è ammissibile per l’essere umano. Se pensiamo e consideriamo la nostra vita solamente sulla base delle sofferenze, delle cadute quotidiane, dei limiti che abbiamo in quanto creature, come possiamo pensare di raggiungere la felicità a cui da sempre aspiriamo?

Credere ci porta a prendere in mano la nostra vita e a farne un capolavoro, come diceva il papa San Giovanni Paolo II. Se parto dall’idea di essere stata voluta da Dio e posta sulla Terra, scatta il desiderio di cercarlo. Nascono domande esistenziali, si pongono al vaglio i valori, si cerca ciò che dà gioia. Credendo, ogni situazione, evento, azione, circostanza, assume un rilievo particolare. Così è stato per me: le scelte importanti della mia vita e così le mie passioni, i progetti, i desideri, con la fede si sono riempiti di speranza, sono sostenuti da una forza che non è umana e non diventano tempo perso, di disillusione, di smarrimento perché ogni cosa tende al bene che considero più grande.

Credere è volare certi di non cadere, è una forza che ci permette di guardare la realtà, nella sua totalità, con gli occhi di Cristo. Non è facile, a me non riesce sempre, anzi raramente, ma è proprio questo il cammino da percorrere verso il futuro. Non possiamo fermarci e guardare solo alle speranze umane, effimere, a volte inconsistenti; la grandezza dell’uomo è la consapevolezza del bisogno di una speranza grande, la più grande di tutte, che oltrepassa ogni situazione umana e ci apre all’infinito. La vita acquista così tutto un altro significato e Dio ne diventa il fondamento. Durante questo percorso conoscitivo si pongono dubbi, ostacoli, pensieri che non sono buoni, che ci agitano, ma non dobbiamo cedere, tantomeno arrenderci e abbandonare la ricerca, seppur travagliata, che ci conduce alla Verità. È solo così che riusciamo a sentire la pace, la stabilità, una grande serenità interiore.credere

Credere è faticoso, a volte Dio sembra essere assente e le domande diventano assillanti: c’è impazienza, attesa, Dio sembra indifferente. La fede è cercare continuamente, non si conquista una volta per sempre. Ci vuole umiltà per cercare Dio, il Creatore, l’Altissimo. Non sto parlando del Dio dei filosofi ma di Dio, che è Padre, del suo Figlio Gesù Cristo, morto e risorto, e dello Spirito Santo.

Il luogo dell’incontro con Dio è la sua Parola, attraverso la quale s’impara a conoscere Cristo, la speranza nella quale siamo stati salvati che ci rende forti nel presente e ci spinge saldi e fiduciosi verso il futuro. Sta a noi non perdere l’orientamento a Dio.

 

In passato non la pensavo così, ero anch’io vittima del mondo secolarizzato, fondato sul relativismo e sulla perdita dei valori. Nel presente, non mi vergogno anzi mi vanto di credere in Dio e il mio desiderio più grande è quello di diffondere tra i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, i conoscenti, tutti quelli che incontro, la gioia di credere e il profumo della carità di Cristo.

 

 

In alto, Laura Caterina Bellia, “Osa Credere” (2009), acrilico

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