Essere ad immagine

di Margherita Merone

 

 Mario Tessari

 

L’essere ad immagine di Dio si fonda sulla Bibbia: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27).

La dignità di essere ad immagine è presente sempre, durante tutta la vita umana a partire dalla fecondazione, verità questa che ci viene consegnata dal Vangelo e confermata dalla ragione. Essere immagine ci viene dunque da Dio, gratuitamente, è un suo dono, non è opera umana. L’uomo riconoscendo tale dono non può non prendersene cura, non può esimersi dal far crescere i frutti di tanta grazia ricevuta e tantomeno rinunciare a testimoniare sia con l’ortodossia che con l’ortoprassi, di essere ad immagine di Dio, lodandolo e glorificandolo.

Il Creatore ha per ognuno di noi un progetto sulla terra, poi dopo la morte partecipiamo dell’immortalità come suo dono; proprio per questo la dignità umana non è misurabile né quantificabile, non si misura con la scienza e la tecnica. L’essere umano è la sola creatura sulla terra che Dio ha voluto ed ha chiamato per farlo partecipe della vita divina, lo ha reso a sua immagine e lo si capisce nella razionalità, la capacità dell’uomo di comprendere e conoscere il creato, nella libertà che lo porta a decidere con responsabilità in ogni situazione, nella relazione con Dio, col mondo e le altre creature, nell’agire conformemente a colui di cui è immagine.

Per questo siamo tutti un’unità di corpo e anima, la nostra dignità non si identifica con il DNA ma col fatto di essere persone umane create ad immagine della Trinità. Questa differenzia l’uomo dalle altre cose create, infatti si tratta di differenza ontologica, sul piano dell’essere e non solo sul piano dell’agire. Si comprende così l’orientamento, la tensione verso Dio, il desiderio di conoscerlo, amarlo, ringraziarlo, la possibilità della comunione con la Trinità.

Importante è capire che non è solo l’anima ad essere immagine, anche il corpo partecipa di tale immagine. L’anima è forma del corpo, pertanto ogni persona umana ha l’immagine divina sia nella dimensione spirituale che corporea, non c’è dualismo corpo-anima ma c’è visione olistica, interezza, unità; l’uomo è spirito incarnato, corpo informato da uno spirito che è immortale e la corporeità qualifica la nostra identità personale. La resurrezione del corpo, dopo la morte, alla fine della storia ci fa comprendere come l’uomo sia stato creato per esistere anche nell’eternità, in qualità di persona completa di corpo e spirito. Quando moriamo il nostro io vive nell’attesa della completezza del corpo.

L’uomo è un essere relazionale, è chiamato a vivere nella comunità, a stabilire rapporti con le altre persone, proprio perché è ad immagine di Dio che è Trinità,occhio comunione di tre Persone nell’unica essenza divina. La nostra relazione non si ferma alle altre creature ma a tutte le cose create; l’uomo è considerato l’apice della creazione, designato da Dio ad essere suo collaboratore, per amministrare con responsabilità il mondo creato, non per distruggerlo come se fosse il padrone. Questa signoria che ci fa partecipare del governo divino è un privilegio che ci viene concesso da Dio proprio in quanto creati a sua immagine e somiglianza. A fondamento di questo c’è nella coscienza di tutti gli uomini una legge di carattere universale, la legge naturale, posta da Dio; essa è quindi una legge che giace nell’interiorità, conosciuta con la ragione, che tutti possono conoscere e che comprende tutti i doveri e i diritti fondamentali della persona umana; permette di discernere il bene da fare e il male da evitare, per poter vivere nella libertà e nel rispetto reciproco.

Il peccato non distrugge l’immagine di Dio, la offusca ma Dio corre sempre in aiuto dell’uomo bisognoso di essere salvato e nella sua misericordia non si trattiene dall’inviare nel mondo il suo Figlio Unigenito Gesù Cristo che ci redime mediante la sua morte e resurrezione. Egli, consustanziale a Dio per la divinità si è reso consustanziale a noi nell’umanità, diventando totalmente simile all’uomo, tranne nel peccato.

Trovo meraviglioso pensare che sono ad immagine di Dio, ad immagine di Cristo e vivo nella fede che spera, lasciando libero il pensiero di immaginare la fine dei tempi quando il Signore verrà sulle nubi del cielo.

E “quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche Lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti” (1Cor 15,28).  

 

 

In alto: Mario Tessari, Fig.10, 2004, bozza Studio Dono di Dio

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