Gli sviluppi della Riforma


di Margherita Merone

 

riforma protestante

 

Proseguendo lo studio su Lutero ritengo sia il caso di riprendere il discorso dal problema che fu oggetto di controversia. Il conflitto sulle indulgenze si sviluppò in pochissimo tempo diventando conflitto sull’autorità della chiesa che, dal punto di vista di Lutero, insisteva troppo su se stessa piuttosto che sottomettersi all’autorità della Scrittura. Lutero affermava che le norme ecclesiastiche erano – per come venivano interpretate – in contrasto con la Scrittura: da qui cominciò la separazione. Sul fronte cattolico il problema non era l’autorità della Scrittura, sulla quale erano concordi, ma l’interpretazione della stessa.

Nel momento in cui Lutero notò che non c’era un fondamento biblico in ciò che veniva affermato dai rappresentanti della chiesa di Roma o che in alcuni casi era in contrasto col messaggio del vangelo, egli cominciò a considerare il papa come l’anticristo, considerazione che secondo alcuni studiosi non va interpretata alla lettera ma intendendo che il papa si era messo al di sopra della Bibbia. Quando il papa dichiarava che la sua autorità era iure divino, per diritto divino, Lutero non riusciva a trovare nella Bibbia una dimostrazione che potesse sostenere una tale affermazione.

Scomunicato, Lutero doveva essere messo al bando. Gli fu concessa un’altra possibilità, era sufficiente che ritrattasse ogni affermazione. La sua risposta fu chiara, non credeva al papa e neanche ai concili che per lui erano entrati spesso in contraddizione e insisteva sul riferimento unico alla Scrittura. Sosteneva che era importante essere coerente con ciò che gli suggeriva la coscienza. L’imperatore Carlo V era intenzionato a difendere la fede cattolica: Lutero fu messo al bando e venne dato l’ordine di annientare in qualsiasi modo l’eresia luterana.eretici

Lutero era diventato famoso e i segni del cambiamento e dei successivi sviluppi erano ormai evidenti. L’interpretazione che Lutero proponeva del vangelo aveva convinto molti consacrati e in pochissimo tempo fu introdotta da numerosi sacerdoti nei loro sermoni. Tra i vari cambiamenti il fatto di ricevere la comunione sotto le due specie, che sia i preti che i monaci potevano sposarsi, che il digiuno non era scrupolosamente osservato e non c’era devozione per le immagini sacre e le reliquie. Lutero non aveva intenzione di creare una chiesa parallela ma il suo era desiderio di riforma, tutto doveva procedere senza essere in contrasto con la Scrittura.

Sosteneva il sacerdozio di tutti i battezzati e l’importanza dei laici nella vita della chiesa, sia che si trattasse di persone di bassa estrazione che esponenti di elevato ceto sociale. Tradusse la Bibbia in tedesco insieme ai suoi colleghi dell’università di Wittenberg per far sì che in tanti fossero in grado di leggerla; in questo modo potevano fare in seguito anche discernimento spirituale. Scrisse due opere: il Piccolo catechismo, di facile lettura per tutti e il Grande catechismo per i sacerdoti e i laici di grande cultura. In entrambi gli scritti si spiegavano i comandamenti, il Padre nostro, i sacramenti del battesimo, della santa Cena e i simboli di fede.

Il passo successivo dei riformatori fu quello di provvedere ai ministri per le varie parrocchie, ma passò del tempo prima che organizzassero loro proprie ordinazioni e questo avvenne nel momento in cui non si ebbe l’accordo proposto, ovvero che i riformatori avrebbero obbedito ai vescovi se i vescovi avessero predicato secondo le convinzioni della Riforma. La loro ordinazione consisteva nell’imposizione delle mani e in una preghiera allo Spirito Santo.

Si tentò di superare il conflitto religioso con la Confessione di Augusta (1530), redatta da Filippo Melantone, un amico di Lutero, nella quale erano esposti i principi del protestantesimo. I primi articoli cercavano di dimostrare come l’insegnamento dei luterani non fosse affatto in contrasto con quanto veniva affermato nella chiesa cattolica e gli ultimi presentavano quei cambiamenti pensati dai riformatori per quelli che ritenevano essere abusi, cercando di principispiegarne le ragioni. Non c’era in essi l’intenzione di mettere a repentaglio l’unità della chiesa, semmai di rimanere al suo interno.

Non mancò la puntuale risposta alla Confessione: in breve tempo alcuni teologi cattolici redassero la Confutazione della Confessione di Augusta, senza tralasciare nessuna posizione, seguendo con cura ogni argomentazione. La Confutazione concordava con la Confessione per quello che riguardava la dottrina sulla Trinità, la cristologia, il battesimo, mentre era in disaccordo su alcuni punti della dottrina della chiesa e soprattutto sui sacramenti. Per quanto ci fosse da entrambe le parti la disponibilità al dialogo, nell’ottica di una riconciliazione tra le divergenze delle due posizioni, il problema sacramentale ed ecclesiologico non fu risolto.

La guerra di Smalcalda (1546-1547) tra l’imperatore Carlo V e la lega di Smalcalda, luterana – che prese il nome dalla città dove si costituì la lega – aveva come fine quello di costringere i principi dei vari territori alla revoca dei cambiamenti esistenti. Ci furono vari conflitti, trovare la soluzione sembrava impossibile. Si andò avanti così fino al 1555 quando con la pace di Augusta si pose definitivamente fine alla guerra. Il trattato che seguì, di grande importanza, fu il tentativo di far sì che in un’unica nazione si potesse vivere insieme anche senza avere la stessa fede, che ci fosse convivenza tra religioni differenti. Nell’Impero tedesco vennero accettati sia territori che aderivano alla Confessione di Augusta sia quelli cattolici ma non gli esponenti di altre fedi, ad esempio gli anabattisti, coloro che non ritenendo valido il battesimo dei bambini sostenevano che in età adulta dovesse essere ripetuto, un ribattesimo.

Con la definizione “cuius regio eius religio” (di chi la regione, di lui la religione) i principi determinavano la religione dei sudditi, non solo in virtù del potere ma come diritto. E se un principe ad un certo punto decideva di cambiare religione anche i sudditi dovevano seguirlo; qualora non fossero stati d’accordo potevano però emigrare senza alcun pericolo.

Sono riuscita a finire il capitolo del libro, ma ancora tanto resta da leggere. La chiesa non rimase infatti in silenzio, già prima dell’inizio della guerra. Era partita la lunga fase del Concilio di Trento.

È tardi, per ora metto a posto il libro, ma avremo modo di riparlarne.

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