La Desolante Città

di Domenico Letizia

 

 Maddaloni

Alle 9.00 precise di oggi staccano nuovamente l’acqua, è la duecentocinquantesima volta che capita quest’anno. Va e viene, sembra esserci ma non c’è, ma non voglio discutere dell’acqua, quanto di questa città: Maddaloni. Ti svegli la mattina perché senti urlare il vicino, il camion che passa fa più rumore del solito date le buche presenti per strada. Una città vuota, sterile, debole, senza vita e particolarmente tranquilla salvo poi entrare nelle private esistenze delle singole famiglie, lì vi è la guerra. Questa è la città dove le banche prosperano ma ironia della sorte vi sono anche le donne che occupano il Comune perché chiedono soldi al sindaco, dimenticavo le stesse donne che son venute l’anno scorso e ancora l’anno prima e poi quello prima… ma questa è una città tradizionalista, quindi di cosa stupirsi se poi ogni anno si ripete la tarantella, come sempre sento urlare dai balconi le mogli verso i mariti che tardano alla sera perché la Piazza si sa, a Maddaloni, rappresenta il più grande divertimento della Terra, una linea retta da salire e scendere, lo puoi fare anche per ore, è normale, è tradizione di questa città.

Qui vi è chi piange, perché il figlio, come capita spesso, è stato arrestato perché trovato con un po’ di marijuana e sbattuto nelle caverne dello stato, spesso vicino a Maddaloni, a Santa Maria Capua Vetere.
Maddaloni una città con senso della patria, del dovere, dell’onore e del sacrificio, qui vanno a fare tutti i militari, tutti arruolati, amano stendere il tricolore e osservare la bandiera italiana con il piccolo particolare che non sanno di che colore sia fatta. Tutti militari della gloriosa Repubblica in questa città, chi dopo anni di non far nulla decide d’iscriversi alla leva, chi si è scocciato di seguire il padre a far il mercato alle 6.00 di mattina, chi non vuole lavorare sotto il sole… il senso di patriottismo di questi ragazzi lo si vede guizzare nelle vene, un sangue tricolore, ma di colori sbiaditi.

La città, bella questa città, con tanta storia, villette e tanto verde, verde ‘temporale’, con chiusura, perché se la villetta è aperta la nottata poi la devastano decine di cavallette ridenti, gli stessi ragazzi che corrono a difendere la patria che non conoscono, casomai anche qualche figlio dell’assessore, come si usa dire qui quando sei il delfino di qualche politico, lo stesso da quando ancora ciucciavi il latte… La solidarietà? Qui è coloratissima, di un grigio notte, come quello che proviene dai fumi della Cementir, parco acquatico di divertimento, l’unico che ha la capacità di aprire le montagne in due, una forza devastante di fumo e calce, sempre presente durante le estati maddalonesi, ma questa è la città anche del cattolicesimo, quello vero, puro, reale, empirico, che lo tocchi e lo vorresti strozzare, ti puzza, ti corrode… decine di chiese, centinaia di processioni all’anno, cittadini che conoscono il latino ma che, domandato cosa dicono, la risposta è: così abbiamo sempre fatto. 

In famiglia ti spari con il figlio, oppure litighi coi coltelli al semaforo rosso che non funziona, ma l’importante è che la domenica vai a messa. Questa è la città dove amano l’acqua, la trovi ovunque, in tutte le strade, in tutti i quartieri, giganteschi laghi artificiali che rendono sorridenti gli automobilisti che attraversano incantevoli paesaggi di mare, l’unica città del meridione che ha qualcosa di simile all’Islanda, vi sono i geyser. La politica? Tutti politici qui, hanno capito tutto, tutti hanno a che fare con la politica e con i soldi del contribuente… Che pensare a fine giornata? L’unica fonte di felicità e contemporaneamente di sofferenza: la Libertà. Più la insegui più ti rendi conto degli idioti che hai attorno.

       

 

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