La morte democratica

morte

Lei che è illetterato, dottore, lei che ha studiato, lo sa quali sono le cose più democratiche del mondo?

Se non lo sa, glielo dico io.

Sono la cacca e la pipì, dottore.

Anche l’uomo più ricco del mondo, uno che ha miliardi di milioni… anche un berluscone, non può, se vuole, fare cacare o pisciare al posto suo… deve andare personalmente a farlo.

Non può mandare nessuno.

Se ha prurito si può fare grattare, ma se deve andare nel cesso, lui personalmente ci deve andare.

E se ha le morroidi cacherà sangue con dolore come l’ultimo dei disgraziati.

E la stessa cosa per la postata.

Quindi merda e piscia la stessa cosa per i potenti e per i ricchi come per i disgraziati e i poveracci sono, dottore.

A questo punto lei mi può dire che anche la morte è uguale per tutti, tutti prima o poi li piglia… ecco, qua sta il busillo… prima o poi…

Perché i ricchi si possono pagare le cure che vogliono, si possono comprare la morte… cioè si possono comprare la vita… insomma pagano la morte perché venga il più tardi possibile.

Se sono malati i ricchi arrivano i dottori più migliori, mentre se succede ai poveracci… tanto si sa… tu, poveraccio sei… che cazzo vuoi, se sei malato, malato serio e poi ti salvi, solo u Signoruzzu puoi ringraziare, perché tu non paghi… o non puoi pagare assai, solamente, tutto quello che hai… e sempre miserie sono… e di te se ne fottono… i dottori, il governo, i signori…

Ma io ho voluto che anche la morte democratica fosse, non solo la piscia e la cacca!

È per questo che sono andato, con quel coltello che gli ho fottuto al macellaio, davanti a quel ristorante per ricchi.

E ne ho scannati, dottore, ne ho scannati… il sangue che gli usciva dalla pancia… che gli usciva dal collo… come alle bestie quando lavoravo al macello!

E sangue democratico era, dottore, aveva lo stesso colore del sangue di noi poveri.

Fino a quando non sono arrivati gli sbirri che, per me, peggio dei ricchi sono, perché non sono altro che poveri che leccano il culo dei padroni.

E adesso lei vuole sapere perché ho ammazzato sette persone… veramente non li avevo contati… pensavo che di più erano… peccato, la colpa è stata degli sbirri… se arrivavano più tardi…

Lo capisco che lei lo vuole sapere, la pagano per questo… per stabilire se uno o è pazzo o non lo è.

Questo lei per mestiere lo fa.

Ma anche sulla pazzia di cose da dire… e sì, che ce ne sarebbero.

Pure i ricchi pazzi possono diventare, ma per un ricco non si dice pazzo… si dice… come dite voi… saurito!

E così se uno ricco è pazzo… scusi, dottore, saurito… finisce nella clinica, che le fanno apposta per i ricchi… non nel manicomio come mia madre che là dentro ci è morta legata nel letto, peggio di come legano i cani!

Per questo li ho ammazzati, per fare diventare democratica quella buttana della morte… e più giovani erano, con più piacere li ho ammazzati… gli ho fatto buttare il sangue… giovani come mia moglie che è morta a ventisei anni perché aveva una malattia difficile…

Una di quelle che non ce l’ha quasi nessuno… una malattia che ci volevano tanti soldi per curarla… tanti medicinali che costavano tanti soldi…

E più di vendere la casa niente potevamo fare… ma la casa era una stanza, una cucina e un cesso… così quattro soldi ci hanno dato… e non sono bastati… a ventisei anni, dottore…

Ma io ho fatto quello che ho fatto non per farmi la vendetta… perché è vero che mia moglie è morta, ma contenta era… ora che muoio non mi puoi picchiare più, mi diceva nell’ospedale prima di morire quella buttana

No, per la giustizia l’ho fatto, dottore, a me la giustizia mi piace e scannarli mi è piaciuto a me… mi è piaciuto assai.


da TUTTI I COLORI DEL GIALLO inedito


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Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè

 

 

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