La teoria del gender

 

di Margherita Merone

 

Gender

 

Tanto per rimanere al passo col progresso è arrivata una nuova ideologia che si profila come una vera truffa non avendo alcuna consistenza scientifica. Sto parlando della teoria del gender, la cui tesi parte dalla considerazione che non si è uomini e donne con determinate, proprie caratteristiche fisiche, quelle che appunto ci differenziano ma lo si è solo quando ci si riconosce come tali. Di fatto, il sesso andrebbe a costituire un corredo genetico mentre il genere (gender) diventa una sorta di costruzione culturale, che può manifestarsi anche contrario al sesso che ci è proprio. Per semplificare la cosa, se mi sveglio e una mattina voglio sentirmi un uomo mi considero uomo, ma un altro giorno posso pensarmi come una donna e considerarmi tale. È possibile fare la stessa cosa con altri generi, sempre a seconda di come ci si percepisce.

Mi domando, che fine ha fatto la nostra natura umana? Come ci sentiamo di fronte al Creatore che ha creato ogni cosa bella e funzionale?

Fondatori di questa ideologia, per tanti considerata una nuova svolta antropologica, fortemente sostenuta dai movimenti omosessuali, sono lo psichiatra americano Alfred Kinsey e il chirurgo John Money, che hanno posto quella che potremmo definire la dottrina del gender – nominata come “identità di genere” al posto di “identità sessuale”- che consta di alcuni punti fondamentali. Si ritiene che l’identità sessuale sia solamente una costruzione culturale, pertanto l’essere uomo o donna come dimorfismo non ha grande importanza. Come conseguenza di ciò, ci troviamo di fronte a molti generi sessuali (omo, trans, bisex, ecc.), cosicché l’essere umano può cambiare identità nel corso della sua vita tutte le volte che vuole. In questo modo, secondo il loro pensiero,gender si arriva all’idea di una sessualità che risulta così più appagante, soddisfacente, serena e ben vissuta, realizzata al massimo, perché ormai liberata dallo stereotipo – considerato come passato e vecchio – del dimorfismo uomo e donna, aprendo la strada ad un polimorfismo, passando liberamente, senza problemi di coscienza, da un genere all’altro.

Dunque siamo arrivati all’uguaglianza assoluta tra uomo e donna, non c’è più discriminazione, non ci sono più stereotipi, qualcosa che sia tipicamente maschile o femminile, non c’è più il problema ad esempio in una famiglia del ruolo del padre o della madre, perché sono intercambiabili in qualsiasi funzione. Sono solo le convenzioni sociali e la cultura che hanno stabilito ruoli specifici per l’uomo e la donna, ma ora non hanno più senso. Tutto questo viene fatto passare come emancipazione e libertà di tutti gli individui, negando la sessualità biologica che parte dall’origine del mondo, quando Dio “maschio e femmina li creò”.

Si può ancora pensare ad una famiglia come quelle di una volta? Tirando le somme, non mi suona possibile azzardare una famiglia composta da una madre, un padre e figli, dal momento che ora sarebbe vista solamente come stereotipo di un passato che non solo si vuole dimenticare, lasciare indietro, ma distruggere, lasciando spazio a più famiglie e tuttavia non è ancora chiaro come si debba intendere la cosa. Si arriva al massimo, pensando che i figli non nascono da un rapporto sessuale tra un uomo e una donna e non si ha problema a generarli artificialmente. Si dà così il visto alla fecondazione assistita omologa, quando il seme e l’ovulo appartengono ai due genitori ed eterologa quando uno dei due proviene da una persona esterna alla coppia, e a tante altre pratiche, come ad esempio l’utero in affitto, comportando in questo modo la desessualizzazione della genitorialità.

Continuando di questo passo, come andranno educati i figli? Ci troviamo di fronte ad una triste, inconcepibile, assurda idea di una mutazione antropologica.

Non ci sono più ruoli, siamo tutti uguali.

Potrei andare più a fondo, arrivando al cuore di questa teoria, mostrando l’assurdità del pensiero dei fondatori che va oltre quanto ho accennato; ma la cosa mi ripugna e in questa corsa a decidere da noi stessi chi vogliamo essere, diventando noi creatori – dimenticandoci invece che dipendiamo tutti da un Creatore – preferisco piuttosto pensare alla bellezza del matrimonio come alleanza fedele e piena di amore tra un uomo e una donna.

Sono incuriosita da queste nuove filosofie o ideologie o teorie, pare infatti che non ci sia un nome specifico; mi informo, leggo per capire di cosa trattino e cosa vogliano comunicare, per poi lasciarle portare via dal vento, soffermandomi invece su quanto è scritto nel libro della Genesi, dove la reciprocità tra l’uomo e la donna è la più affascinante espressione della dignità, maestosità, potenza, bellezza della creazione voluta da Dio.  

 

 

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