Odio gli indifferenti!

indifferenti

Prima di leggere, prendetevi un attimo per rilassarvi. Quale che sia il vostro credo, la parte politica, il sesso o l’età, rilassatevi. Poi iniziate a leggere con calma, lasciando che le parole arrivino a spiegarsi, in modo che possano essere comprese fino in fondo. Se qualcosa sfugge, fermatevi e tornate indietro, rileggete. Non vi dirò da dove vengono queste parole, perché non importa se sono mie, vostre o di chicchessia, ciò che conta sono le parole stesse, più delle parole, il messaggio che esse portano a voi. Se lo sentite vostro, allora condividetelo, citatelo, fatene verbo e, poi, azione.
Buona lettura.

 

Odio gli indifferenti. […] Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.

Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica.

L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

È la fatalità; ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza.

Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti.

Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di quest’assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa.

I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediatidelle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivie la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.

E quest’ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo?

Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.

I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti.

Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.

Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti.

Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

[…] sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrificio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l’attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione, vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.

[…] odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

 

Massimo Petrucci
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4 Replies to “Odio gli indifferenti!”

  1. Mariella,
    l’amore non c’entra niente con coloro che sono indifferenti, con coloro che lasciano che gli altri decidano per loro, salvo poi lamentarsi se la decisione in qualche modo li tange.

    È vero che l’amore aiuta, ma non possiamo sempre essere arrestati, rallentati, impantanati da coloro che non agiscono, di coloro preda della propria ignavia. Anche perché – credimi è così – molti di questi indifferenti lo sono solo in modo egoistico, lo sono, indifferenti, solo per le cose ve vanno al di fuori della portata del loro braccio, della loro mano.

    A presto rileggerti.
    Massimo

  2. Grazie
    io amo gli indifferenti perché hanno bisogno del nostro amore, perché non capiscono che la loro indifferenza è principalmente nei confronti di loro stessi e dei loro cari e siccome credo veramente che l’amore guarisca io li amo e credo in un mondo fatto di condivisione, rispetto, responsabilità, consapevolezza e pazienza.
    Mariella.

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