Ricordati che devi morire… in ospedale!

 

ricordati

Ormai non dovrei più sconvolgermi davanti a certi atteggiamenti, ma se questi atteggiamenti arroganti, maleducati e offensivi si verificano in un ospedale pubblico per il quale noi tutti paghiamo le tasse, non ci sto.

Mi sconvolgo ancora forse perché mi illudo, una volta di più, che le cose possano essere diverse quando di mezzo c’è la malattia, quando c’è un essere umano che non ha idea se ciò che una lastra, una tac o qualsiasi altro esame abbia evidenziato sancisca l’inizio della fine.

E invece no.

Puntuale come la morte, quando si entra in ospedale si ha la sensazione del dantesco “perdete ogni speranza o voi che entrate!”.

Il primo impatto è con strutture fatiscenti, dove nella migliore delle ipotesi hanno appena passato la cera nel corridoio.

Ah però! Che lusso!

Nessuno che ti dà un’indicazione e tu con ricette mediche, impegnative pagate dopo ore e ore di attese al centro unico di prenotazione, sbatti la testa ai muri come una mosca sui parabrezza delle auto.

E ora dove cazzo devo andare?

Allora… qui c’è scritto secondo piano plesso C corridoio F scala Y

… Silenzio…

… ancora silenzio…

Ah ecco le scale… saliamo!

Secondo piano raggiunto… senza ascensore… Pneumologia… andiamo bene!

Cazzo, mo’ soffoco dal fiatone! Forse se ho bisogno dello specialista in Pneumologia ho qualche problema anche con il respiro. Far funzionare quel dannato ascensore no?

Vabbè, si va avanti. Ok il piano è quello giusto… lo dice l’insegna e sei così felice che hai la sensazione di aver pescato il “pidicozzo” da 50 mila euro ad Avanti Un Altro!

Ci si ferma o si va avanti?

Porca miseria, devo andare avanti. Altro giro altro corsa.

Plesso C… plesso C… posso comprare una vocale?

Ah no? Ok… e nel frattempo l’orologio fa tic tac, tic tac e l’orario di visita si avvicina. Poi un’intuizione entri da una porta che ti inserisce in un corridoio, poi un sottopassaggio, una salita ed eccolo bello come non mai… Il plesso C… grideresti… Terraaaaaaaaaaa!

Altro “pidicozzo” stavolta da 75 mila euro.

Ci si ferma o si va avanti?

E che te lo dico a fa’? Vado avanti.

Corridoio F… attivi il radar, l’occhio bionico mentre il fiatone sale.

Moriremo tuttiiiiiii!!!

Poi una botta di culo… eccolo.

“Pidicozzo” da 20 mila euro.

Ultimo ostacolo la scala Y… entra il Bonus… Figo! Risposta esatta. Raddoppio il “pidicozzo” da 150 mila! Miiii ce l’ho fatta!!!

Il reparto… ma c’è una fila immane e dalla porta spunta l’Alieno… “io sono alieno, voi chi siate… da dove veniate… ma quando si mangia… quando si mangiaaaaa”!

L’infermiera sgarbatamente non ritira neanche l’impegnativa. Sbraita contro gli ammalati, ironizza addirittura: “Signò calmatevi, che la vita è breve!”

La vita è breve?

Brutta stronza ruba stipendio, ma hai idea cosa significa stare in fila per ore con l’ossigeno attaccato, senza sedie disponibili, senza sapere che cazzo di malattia hai e sentirsi offendere da chi “baciato dal Signore” usando un eufemismo occupa il posto di lavoro di chi ne avrebbe più competenza?

Ah non lo sai?

avanti un altroE in quel momento sogni di sbatterle la testa al muro, certa di trovare manforte da tutti che anche se malati più di te si alzerebbero a fare la ola!

Poi finalmente si entra. È il tuo turno e non ci credi. Il medico però è lo Iettatore e ti canta la canzoncina… “ricordati che anche tu devi morire!” poi aggiunge “non sappiamo cos’abbia… Avanti un altro!

 

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