Scoop by SCOP (Novella 2011 – Aria di tempesta)

ramon tempesta

 


3 giugno, in mattinata

 

Tatoo sale in auto, Clarence adagia la sua sacca sul sedile posteriore e prende posto davanti.

 

 

Tatoo – Ma hai dormito stanotte?

 

– Sì, perché?

 

– Hai l’aria stanca. O meglio, triste.

 

Cla’ non risponde neanche. Guarda fuori dal finestrino.

 

– Che c’è Cla’?

 

 

– Dov’è la barca?

 

– Solito posto.

 tatoo in barca

 

Tatoo e Clarence, due ex, due giorni insieme… Sole, mare, e qualche problema da risolvere:

GELOSIA, quella di Ramon.
Retroattiva, presente, in prospettiva, in una parola ‘maniacale’.

(Ramon: Scommetti che resisto? neanche un sms, lo giuro… andava ripetendo a se stesso).

 

 

CONFUSIONE, quella di Clarence.

E dire che tutto era cominciato perché Ramon sperava in un ménage a 3. Con Didy.
Ma aveva fatto i conti senza l’oste.
Un’altra donna. L’unica fuori portata, forse. O forse no, che era anche peggio…

Quale miglior aiuto che chiedere una mano al proprio ex?
Tatoo era sempre disponibile a usarle entrambe…

——-

E i nodi vengono al pettine sulla barca, insieme a qualche medusa.

Tatoo – Stai in un bel casino, baby, sai?

Clarence, laconico – Già.

 

– Da quando?

– Qualche settimana…

 

– Te lo dicevo che Ramon è un tipo strano…

Cla’ lo guarda come a dire “Ok, lo so ora e lo sapevo allora… Però lo amo, non ci posso fare niente…”

——-

Nel frattempo al Nomentano e al Coppedè, in collegamento telefonico

 

Didy – Non mi dire che stasera te ne stai tutto solo a casa di Clarence, non ci posso credere…

– Invece sì. Resisterò stoicamente.

– Non vuoi lanciarti in una serata a tutto sesso? Unirti a noi?

 

– Ciccia, non mi tentare…

– Ramon, non ti riconosco più… tu rifiutare una scopata micidiale, magari pure a 3…

È di Bobby che non mi fido, quello mi finisce addosso, me lo sento… fossero stati altri tempi, sarebbe diverso, ma ora… E poi con la testa che c’ho, o meglio che non ho…
Ma poi come sarebbe scusa, hai detto ‘noi’? Cioè sta davvero Bobby da te?
Ti ammazzo, sai, a te e a lui…
(pausa)
Gesù, mi sto proprio rincoglionendo…

 

– È che sei cotto di Cla’, fringuello…

Ramon – Chissà che sta facendo ora…

 

Didy – Tutte le meglio porcherie sicuro…
Dai, niente di male, ci scommetto…

– So io che gli farei… e pure a te…

 

Didy – Senti, piuttosto… Pa’ l’hai sentita?

– No.

– Sai se l’ha sentita Cla’?

– No.

– Sei a cavallo… (pausa)
Come pensi che andrà a finire?

Gemelli
– Che li ammazzo tutti e due, se non parlano… mannaggia a loro, due gocce d’acqua, Gemelli di nome e di fatto… Non ci puoi parlare tu prima che mi arrestino per strage?

A notte fonda Ramon ancora non riesce a prendere sonno, il pollice destro anchilosato per i troppi sms che ha digitato senza il coraggio di inviarli a Clarence. Si alza e scrive qualcosa sul computer.

 

 


4 giugno, tardo pomeriggio

 

Clarence entra in casa, neanche il tempo di posare la sacca che si ritrova le braccia di Ramon intorno al collo, le labbra del moretto incollate alle sue.

 

– Mi sei mancato Cla’.

Clarence sorride.
– Anche tu.

 

Ramon continua a tenerlo stretto.

 

Cla’ – Devo farmi una doccia.

 

– Ti ho preparato la vasca.

 

Un lampo malizioso attraversa lo sguardo di Clarence.

– Lo fai con me?

– Ovviamente.

——-

Immersi nella vasca

 

Ramon, appoggiato con le spalle al bordo della vasca, lava delicatamente i capelli di Clarence che è sistemato fra le sue cosce, e intanto approfitta della condizione per estorcergli eventuali rivelazioni…

Clarence sa bene che quello di Ramon è un interrogatorio mascherato, ma si diverte a dargli corda.

Ramon – Come si è portato Gigio?

 

– Benissimo. L’ho usato solo per fare pipì.

 

– Te l’ha toccato?

– Sì.

Ramon lo strattona.

– No, volevo dire, solo per sbaglio… gli è partito un colpo…

 

vasca– Proprio come a me adesso? (e così dicendo Ramon fulmineamente si mette a smanettare l’attributo del suo amato, che al contatto reagisce favorevolmente…).

 

Clarence piega la testa indietro sulla spalla di Ramon, mostrando godimento

– Beh, non proprio così…

 

Ramon prende contemporaneamente a baciarlo, tenendolo serrato a sé.
– E come?

– Mentre calava la vela mi ha urtato.

 

Ramon riprende a fargli lo shampoo.

 

– E come sta il Gigio di Tatoo?

– Bene!

– Ah, allora l’hai visto??

(ridendo) – Ramon, sulla barca c’è un solo bagno…

 

– Non è un buon motivo…

 

Cla’ gli schizza per gioco un po’ d’acqua sulla faccia.

 

– Ma dai, poi sai quante volte l’ho già visto… e usato…?

– Appunto, male, malissimo… (Ramon fa fintamente il rabbuiato)

 

Cla’ (voltandosi) – Giuro che stavolta non gliel’ho toccato, non ci ho fatto niente, l’ho solo guardato di sfuggita… Va bene?

– Niente pensieri libidinosi?

– Lo giuro.

 

– E Gamy?

 

Cla’ esita un po’.

– Cercato di non pensarci.

 

– Che dice Tatoo di questa storia?

Clarence si affretta a riportare una mano di Ramon sul suo attributo, spingendola a continuare dove aveva cominciato… ora infatti è lui a voler approfittare della situazione. Ramon non aspettava altro.

——-

5 giugno, domenica

In serata Cla’ si assenta per recuperare da Tatoo un telo che aveva lasciato in barca, e lascia il cell. satellitare a casa.

Ramon va a sbirciare e si accorge che ci sono chiamate fatte a Gamy, mentre Cla’ era in barca con Tatoo.

Innervosito, Ramon per errore invia una chiamata a Tatoo.

 

tatoo cell.

 

– Che c’è, baby, te la sei fatta?

 

Silenzio.

 

 

– Thomas, scusa, sono Ramon. Per caso Cla’ è ancora da te?

 

A Thomas per poco non prende un colpo.

 

– No, Ramon. È andato via da un bel pezzo. Ha detto che doveva fare un servizio prima di tornare a casa. (pausa) Tutto ok?

 

(Ramon, laconico) – Sì.

 

——-

Ramon chiama quindi Gamy chiedendo se si possono incontrare, ha bisogno di parlarle.
Lei nicchia, dice che non è a casa. A Ramon sembra che lei abbia qualcosa da nascondere.

 

Il nervosismo lo assale, decide di uscire.

Sotto casa di Clarence una zingara lo ferma per chiedere l’elemosina. Ramon tira fuori un euro.

 

Zingara – Se me ne dai un altro ti leggo le carte, giovanotto. Vedo che ne hai bisogno…

 

Ramon (frettolosamente) – Io non credo a queste stupidaggini…

 

– Davvero? Allora perché sei così nervoso?

 

Gli verrebbe di risponderle “fatti miei”. Ma non lo fa.

– Senta guardi, gliene do un altro di euro, ma mi risparmi le carte, ho altro per la testa…

tarocchi

 

Lei per tutta risposta gli prende la mano e lo costringe a seguirla poco più in là.

Estrae da un’ampia tasca della gonna un mazzo di carte, le dispone per terra accoccolandosi. Gliene fa estrarre alcune. Osserva la configurazione che ne è derivata.

 

– Il tuo amore è conteso da una donna, una donna che ti è molto vicina. Devi evitare i passi falsi… Sembra quasi che tu stesso l’abbia provocato…

 

Agitato, Ramon le passa un euro e si allontana in fretta verso il garage.
Prende la moto di Cla’ e si avvia a tutto gas verso casa di Gamy.

 

 

Ormai è buio, ma ci vuole poco per scoprire che Gamy e Clarence sono seduti insieme nel giardinetto lì vicino. Mimetizzato dal casco integrale, Ramon li osserva da una decina di metri di distanza.

Del tutto ignari di essere osservati, i loro atteggiamenti sono per Ramon inequivocabili. Lei è seduta quasi a cavalcioni su di lui, non fa che accarezzarlo in viso mentre lui le cinge i polsi.
Ramon è tentato di avvicinarsi, ma poi si allontana e torna a casa.

 

 

Un’ora dopo Clarence si affaccia in cucina, tranquillo e sorridente.

Ramon invece non riesce a mascherare la sua rabbia.
– Dove sei stato? Sono ore che ti sto aspettando…

 

Clarence si accorge subito che l’aria è amara.

– Da Gamy…
Scusa, non mi sono accorto che si faceva tardi.

 

 

Ramon – Perché?!

Cla’ – Perché cosa?

 

– Perché hai bisogno di stare con lei?

 

Clarence capisce che deve dosare le parole.

– Mi sta aiutando…

Ramon – A fare cosa?

– A diradare la nebbia…

 

Ramon non ce la fa a trattenersi e sbotta

– E c’è bisogno di farlo in quel modo, standole appiccicato addosso?

fidanzatini di Peynet

 

– Che vuoi dire?

– Vi ho visti, là sotto casa, i fidanzatini di Peynet…

 

A questo punto è Clarence che si incazza.

– Non ci posso credere!… Ci hai spiato?!
Ma come ti è saltato in mente???

 

– Non sopporto l’idea, ecco che c’è!

 

Clarence si innervosisce, scuote la testa incredulo, prende a muoversi su e giù.

Tu mi hai spinto verso Gamy, tu le hai detto di farsi me, lo vuoi negare forse?
E ora che cazzo vuoi?

 

Ramon cerca di arrampicarsi sugli specchi
– Ma io non intendevo così…

(quasi urlando) – Nooo? E come? ‘Cosa’ volevi?

 

– Pensavo che lei alla fine si tirasse indietro…

 

Clarence si siede, tenendosi la testa fra le mani.

 

– Ma che credi, di poter fare tutto quello che vuoi? A comando?
(pausa)
Non siamo macchine Ramon, prima o poi ci scappa il morto…

– Che significa?

– Ramon, io non sto con una donna da quando avevo diciott’anni… Tu te ne vieni fresco fresco che mi vuoi coinvolgere con Didy.
C’ho provato, l’ho fatto per te. Ma non me lo tira, ok?

– E Gamy sì?

– Con lei è diverso, mi sento a casa…

 

– Quindi?

 

Clarence solleva lo sguardo
– Non potevi innamorarti di lei? Sarebbe stato tutto più facile…

 

Ramon va in confusione totale.

– Mi stai dicendo… mi stai dicendo… che io, tu e lei? È questo che vorresti?

 

Clarence lo guarda fissamente.

– Se te l’avessi chiesto io, come tu hai fatto con me per Didy, che avresti fatto?

 

– Ma che c’entra? con Didy è diverso… lei non è sposata…

– No? lo stesso non è libera…

 

Ramon – …e poi Gamy è soprattutto un’amica…

– Didy no? (pausa)
È la stessa cosa, non cambia niente…

 

Ora la nebbia assale davvero Ramon.

– È questo che vuoi?

 

Clarence non risponde. Gli occhi bassi, resta a fissare il vuoto sul tavolo.

 

– Farò tardi. Non mi aspettare.

Ramon lo lascia come un fesso ed esce di casa.

 

computer

Più tardi, mentre Ramon si confida con Didy, Clarence si siede davanti al computer di Ramon, ancora acceso.

Gli appare davanti la lettera che Ramon gli ha scritto mentre era via con Tatoo.

Scritta in tutte le lingue che conosce, e in ogni possibile carattere, una sola frase, l’unica che ha per lui ancora un senso.

 

 

 

 

ti amo lettera

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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