Scoop by SCOP (Novella 2011 – Chi di spada ferisce…)

Al telefono, qualche giorno prima del rientro dal Giappone


 

Clarence – Allora mi vieni a prendere, o devo prendere un taxi?

Ramon – Sei scemo solo a chiederlo… ovvio che ci sarò.

 

Clarence – Non sarò solo, ti avverto.

 

Ramon – Cioè?

(non gli dà il tempo di replicare)

No aspetta… mi ci gioco le palle che ti sei portato Tatoo appresso…

 

Clarence – Non me lo sono portato appresso. Ha un contratto per lo spot di una griffe. (pausa) E ha coinvolto anche me, serviva un altro uomo.

 

Ramon fa un gesto con le mani, come a dire ‘e ti pareva…’

– Ho già fatto il provino… il regista è in gamba, ed è pure gay.

 

– Guarda un po’! fa Ramon, tra il sorpreso e il seccato.

E quand’è?

 

Clarence – Dopodomani, tanto al cantiere ormai ho quasi finito.

 

– Ma che roba è?

– Le solite, Ramon, belle ragazze e un contorno di six pack.

 

– Nudi o vestiti?

 

– È per un profumo, potremmo essere nudi.

 

– Così sarai di nuovo a contatto con le sue parti intime…

 

Clarence sospira.
– Non essere sciocco Ramon… Con Thomas ho fatto ben altro e lo sai…

 

– Non sono sciocco, solo geloso.

 

– E dai!!!

 

(Pausa)

 

Ramon – Guarda che se te lo fai stavolta mi incazzo, giuro!

 

Clarence sbuffa, deciso a non farsi sopraffare.
Quindi semiserio
– Ramon se fai così sai dove ti mando?

 

Ramon ci pensa un attimo
– Dove siamo soliti andare assieme?

 

A Clarence scappa da ridere, e pure a Ramon, e per questa volta la cosa finisce lì.

 

——-

Fiumicino 13 febbraio


 

Ramon intravede da lontano la sagoma di Clarence, non aspetta che di riabbracciarlo.

La contentezza si trasforma come al solito in apprensione e nervosismo quando accanto a Clarence compare quel bonazzo matricolato che risponde al nome di Thomas.

 

Per fortuna Thomas non è solo, c’è un ragazzo insieme a lui.

Ramon saluta tutti e stringe a sé Clarence, cercando di contenersi in pubblico, poi rivolto a Thomas e al suo amico

 

– Serve un passaggio?

 

Thomas – No, grazie, non c’è bisogno. Nick ha la macchina al parcheggio.

 

Clarence saluta i suoi amici abbracciandoli, sotto l’occhio attento di Ramon, cui non sfugge ogni minimo dettaglio. Anche una palpatina di troppo di Tatoo su Clarence…

 

(Ramon pensa) Prima o poi gliele taglio le manacce a questo stronzo… e magari anche altro…

 

Ramon fa comunque finta di niente, gli rompe fare la figura del cretino.

 

——-

 

Poco dopo, in auto


 

 

Clarence si siede e si allaccia la cintura, si vede che è stanco.

 

– Come è andato il viaggio?

 

– Minchia è lunghissimo! Ho dormito poco, e c’ho pure mal di testa.

 

– Resti da me stanotte, Ciccio?

 

– No, Ramon. Lasciami a casa stasera, sono stracotto. Ci vediamo domani, se vuoi.

Clarence allunga la mano e gli accarezza il braccio.

 

Ramon prende la mano di Clarence e gliela bacia.

– Certo che lo voglio. Domani è San Valentino.

 

(Clarence accenna un sorriso) – Lo so.

 

– Però possiamo almeno cenare assieme, stasera, dovrai pure mangiare qualcosa?

 

– Mia madre ha fatto la pizza di patate, ha detto di passare a prenderla.

 

– Ottimo, così poi ti metto a letto.

 

——-

Il giorno seguente Clarence appare decisamente più in forma al cellulare, e Ramon deciso più che mai a non farselo sfuggire.

 

– Ciccio, oggi non voglio sentire ragioni, dobbiamo recuperare.

 

– Che hai in mente?

 

– Fatti trovare nudo nel letto, da me. Però devi essere bendato. Ho una sorpresa.

 

– A che ora?

 

– Alle 8 e mezzo in punto.
Ora di Roma, Ciccio, hai risistemato l’orologio?

 

– Ovvio.
A più tardi, capo.

 

 

Subito dopo Ramon chiama Didy. Parla come un treno.
Sa per certo di avere campo libero.

 

– Fatti trovare pronta alle 8, non tollero ritardi.
Mettiti come ti devi mettere…

 

– Cioè?

– Come sai fare tu…

 

– Ok, sCocciante. Dove andiamo?

– Da me.

 

– Clarence? fa Didy

– Ha un impegno. Sarà per un’altra volta.

 

——-

Via Galbani, ore 20.28

 

 

Ramon e Didy entrano in casa.

La luce in salotto è soffusa.

Lui le fa segno di non fare rumore, e le mette una benda sugli occhi.

 

Didy lo lascia fare, facendosi condurre da Ramon.

Ramon scosta la porta della stanza da letto, vede Clarence bendato e nudo sopra le lenzuola, blocca Didy al centro della stanza ed esce, chiudendo a chiave la porta.

 

Sia Didy che Clarence restano per un attimo incerti e bendati, finché la voce di Ramon non si fa sentire dal corridoio.

 

Didy si toglie la benda e vede Clarence fare altrettanto.

 

– Che cazzo di scherzo è questo?! fa lei

 

Clarence è imbarazzatissimo, si copre gli attributi, fa per infilarsi sotto le lenzuola.

 

– Didy credimi, non ne sapevo niente! fa Clarence per giustificarsi.

 

– Ti credo! replica lei – È a quello stronzo che non devo più credere!!!

 

– Oh che paroloni lì dentro!
(a Didy) Questo è il ringraziamento per averti fatto ammirare un bel panorama maschile?

 

– Ah ah ah! fa Didy in segno di scherno.

 

Poi rivolta a Clarence – Non fraintendere, il panorama è notevole, ma non era questo il momento di verificarlo…

 

Didy si dirige quindi come una iena alla porta.

 

– Apri subito questa porta, non mi fare incazzare oltre!

 

Ramon – Non ci penso neanche… aprirò solo se decidete di fare sesso noi tre… adesso, cioè stasera…

 

Didy si volta verso Clarence, che fa il gesto di quello cui cascano le braccia.
– È impazzito, non c’è altra spiegazione, fa il biondino.

 

Didy – Prova tu a convincerlo…

 

Clarence prende un cuscino, se lo para dinanzi, si avvicina alla porta.

 

(tra il serio e l’incazzato) – Dai Ramon, non è carnevale, lo scherzo è durato abbastanza!

 

– Allora non hai capito Ciccio…

 

Clarence guarda Didy sgomento.

 

Didy guarda fisso Clarence, poi distoglie lo sguardo, e si intuisce che sta elucubrando qualcosa.

Fa segno a Clarence di tornare a letto, lei prende a spogliarsi, e si adagia accanto a lui. Gli sussurra qualcosa all’orecchio, lui ridacchia e annuisce.

Lei si infila sotto le lenzuola.

 

Ramon accosta l’orecchio alla porta, non udendo più le voci dei due, ma percependo dei movimenti nella stanza.

Guardando dal buco della serratura vede le lenzuola sollevarsi e abbassarsi.

 

Cazzo stanno a fare? (pensa Ramon)

 

Dopo poco scorge Didy adagiata sopra Clarence, lei che lo bacia con trasporto, quasi che fossero amanti di vecchia data. E lui che sembra prenderci gusto, la mette giù, la copre col suo corpo, si muove in maniera inequivocabile.

 

Minchia, non è possibile! (pensa Ramon)

 

Stare piegati a spiare non è certo il massimo, ma ancora peggio è cominciare a sentire nettamente gemiti e sospiri di piacere che non è lui a produrre o a provocare.

 

Ramon si alza in piedi e si piega nuovamente perché questo spettacolo davvero lo ha colto di sorpresa.

A quanto pare i due si stanno sollazzando, e senza di lui.

 

Ramon apre allora la porta, ma loro fanno finta di ignorare la sua presenza. E continuano ad agitarsi.

E quel che è peggio, perfettamente a proprio agio.

 

– Eh no, così non vale! sbotta Ramon

 

– Hai sentito qualcuno parlare? fa Didy a Clarence.

– Sarà fuori, fa quest’ultimo.

 

– Va bene, ok, ora basta! fa Ramon.

 

– Caro, c’è qualcuno nella stanza… che dici lo invitiamo a unirsi a noi?

– No – fa Clarence – non vedo perché mai…

 

Ramon, incazzato, fa per fiondarsi sul letto.

 

 

– No Ramon – fa lei, raggelandolo – ora aspetterai il tuo turno…

E gli fa segno di starsene buono nell’angolo.

 

Le sensazioni più strane e contrastanti colgono di colpo Ramon: non si capacita di ciò che sta accadendo e che lui stesso ha provocato.

 

Didy fa mostra di apprezzare l’andamento del suo inedito compagno, che sembra fare molto bene il suo lavoro. Finché al top, perfino Ramon si copre gli occhi con una mano.

 

Quando infine i movimenti e i gemiti dei due sono sopiti, Ramon fa loro un applauso a sfregio.

 

Clarence si stacca da Didy, le si stende a fianco.

 

L’espressione di Ramon è tutta un programma.

Sembra un cane bastonato.

 

Didy scosta il lenzuolo e fa vedere a Ramon che lei non era totalmente nuda (aveva gli slip), a differenza di Clarence.

Niente tracce compromettenti però, nonostante lo stato ‘di grazia’, per così dire, del biondino.

 

Clarence – Ramon, mettiti nei miei panni, fingere va bene, ma restare inerte non è facile…

 

Insomma, gliel’avevano fatta sotto al naso, uno scherzo da prete.

E Ramon c’era cascato.

 

(l’aria bellicosa) – Ah, è così?

Ramon sfila il guanciale da sotto alla testa di Didy e le suona a tutti e due, che però rispondono prontamente, gettandosi all’arrembaggio con gli altri cuscini.

 

Alla fine, stracotti e accaldati, fra piume d’oca sparse, si mettono tutti e tre giù, Ramon nel mezzo.

 

Il moretto sfila all’infama gli slip a Didy, li fa volare via, e prende a smanettare allegramente e avidamente su l’una e sull’altro.

E si sa, quando Ramon prende l’avvio, risulta assai difficile bloccarlo…

 

——-

15 febbraio, al telefono

 

 

– E poi com’è finita? fa Gamy

 

Didy – Saranno state le 9 e mezzo, avevamo fame, ci siamo fatti portare le pizze a casa.
Io volevo tornarmene presto, stava Léon da solo. Lo sai che combina quando sto troppe ore fuori…

 

– Quindi niente sesso… ‘vero’?

 

– No. Però Ramon era lo stesso una Pasqua… dopo che mi hanno accompagnato avranno continuato da soli, ci scommetto…

 

Pausa.

 

– Senti ma… che ne dici di Clarence?

 

(Didy sta in silenzio un attimo) – Oh Pa’, mi sono dovuta ricredere…

 

– Te lo dicevo io…

– A parte il fatto che è un figazzo micidiale, ma quello si vedeva già vestito… quando gli ho detto dello scherzo che volevo fare a Ramon non ha avuto esitazioni, ha capito all’istante cosa fare… anzi è stato fin troppo bravo… e manco gli è scappato da ridere…

 

– Magari l’ha aiutato la tensione…

 

– No, tutto sommato sembrava tranquillo, considerato cosa doveva fare… io all’inizio non sapevo dove mettere le mani, puoi immaginare… Poi ho sentito il profumo che aveva sul collo e sulle guance… Mhhhhhhh!!!

Pa’ mi devi credere, me ne stavo andando ai pesci, ho preso a baciarlo proprio d’istinto… lui si è sciolto al punto che mi ha capovolto e ha continuato a baciarmi come se l’avesse fatto mille altre volte.

 

– Se perfino Ramon ci è cascato…

 

– Dovevi vedere la sua faccia, Pa’…

 

 

– Ma secondo te Ramon era geloso di Clarence in quel frangente?

 

(Didy ci pensa su) – Non lo so, non credo… comunque non c’è stato modo di chiederglielo.
D’altro canto è lui che mi sta rompendo l’anima con questo fatto.

 

– Cioè, secondo te davvero lui vuole che tu faccia sesso con tutti e due?

 

– Secondo me sì, anche se non in modo fisso…

 

– Cioè ‘anche tu’ quando gli va, e loro in generale per conto proprio?

 

– Una specie.

 

 

– E Bobby?

 

– Eh! (Didy fa un gesto con la mano)

Bobby mi sa che si farebbe volentieri Ramon, se solo Ramon gli desse corda.

 

– Non gliela dà?

 

– Non gliela vuole dare.

 

– Perché?

 

– Bella domanda!… Penso sia per via di Clarence… non vuole tradirlo.

 

– Vuoi dire che Ramon è innamorato ‘innamorato’ di Clarence?

 

– Sì. Ora sarei pronta a scommetterci.
Si vede Pa’, a un miglio…

 

– Insomma, si è fatto fottere… ‘fregare’… dal biondino…
E meno male che era Clarence il geloso e l’insicuro…

 

– Stai a vedere che è il contrario…
Hai visto come rode Ramon se si nomina Thomas?

 

 

– Hai capito quei due!…

 

Didy – Alla fine sono una bella coppia… Poi Clarence è davvero un bravo cristo, non un pazzo scatenato come Ramon.

 

– In effetti Ramon sta diventando un altro da quando c’è Clarence… (pausa)
Però anche tu e Ramon non siete male… anzi ‘siete’ una bella coppia!

 

– Sì, una coppia trippia con Clarence, ‘troppia’…

 

– Cos’è, ciociaro?

 

E Didy e Gamy scoppiano a ridere, come due sceme, tanto per non smentirsi.

 

 

 

 

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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