Ad ufo! Un ufo? Che ufo?

ufo

Venite gente! Venite! Qua si mangia a ufo!

A ufo? O un ufo? Si mangiano ufo?!? No di certo. Quanti di voi conoscono quest’espressione: mangiare a ufo? Coloro tra voi che l’hanno già incontrata probabilmente sapranno che vuol dire “senza pagare” oppure “a sbafo”.

Ci si potrebbe però chiedere che legame ci sia tra “mangiare a sbafo” e gli U.F.O.

U.F.O. è l’acronimo inglese per Unidentified Flying Object, che tradotto vuol dire: oggetto volante non identificato. Ora, a meno che il cibo non sia portato direttamente da chef extraterrestri, direi che tra “mangiare ad ufo” e gli U.F.O. non c’è alcun legame. Inoltre non oso pensare cosa possano mangiare questi mostruosi ominidi verdi!

Allora da dove viene quest’espressione? Ci credereste se vi dicessi che essa ha oltre 650 anni o forse anche di più? Dovete farlo, perché è proprio così. Se qualcuno di voi ha studiato il latino, non avrà difficoltà a tradurre quest’espressione: ad usum fabricae; per coloro che non lo hanno studiato o per coloro che in quelle ore pensavano ad altro, la traduzione è [destinato] a essere utilizzato nella fabbrica.

Qualcuno fa risalire quest’espressione all’epoca della costruzione del Duomo di Milano quando il Duca Gian Galeazzo Visconti, dispose che le navi che trasportavano via Navigli il materiale di costruzione del Duomo non dovessero pagare il pedaggio all’ingresso della città. Allo scopo, su queste nevi veniva esposto un cartello con la scritta A.U.F. acronimo, come visto, di Ad Usum Fabricae, a uso della fabbrica, appunto.

Ecco che il significato dell’espressione “mangiare ad ufo”  inizia a chiarirsi.

Secondo altri, ma la cosa non smentisce la precedente, l’acronimo A.U.F. era già utilizzato tutte le volte che non era necessario pagare il dazio alla Chiesa Cattolica per le costruzioni di edifici religiosi.

Allora l’uso della scritta A.U.F. non è solo a beneficio dei milanesi, ma anche di altre città, infatti si hanno tracce  anche a Roma per i materiali destinati alla fabbrica di San Pietro; in Toscana, per la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Molto interessante, per lo studio dell’etimologia di “ad ufo”, è proprio il cartello esposto a Firenze, infatti esso mostrava la scritta “A U.F.O.” che sta per A Usum Florentinae Operae quindi a uso delle opere fiorentine. Cosicché è proprio dalla Toscana che vengono espressioni come “mangiare a ufo” oppure “viaggiare ad ufo” ovvero gratuitamente, a scrocco direbbe qualcuno.

Un esempio di quanto detto ci viene dal Pinocchio di Collodi; nella bellissima favola, quando Pinocchio ormai trasformato in ciuchino s’azzoppa durante un’esibizione al circo, il Direttore dice al garzone: “Che vuoi tu che mi faccia d’un somaro zoppo? Sarebbe come un mangiapane a ufo. Portalo dunque in piazza e rivendilo”.

Sempre in Pinocchio, Collodi fa ancora uso dell’espressione “a ufo”, ricordate quando la Fata dice a Pinocchio che se non avesse bevuto la medicina sarebbe morto? Ebbene quando Pinocchio si rifiuta, arrivano subito dei conigli vestiti da becchini che portano una bara aperta. Il burattino, preso dallo spavento, decide di bere l’amara medicina…

E preso il bicchiere con tutte e due le mani, lo vuotò in un fiato.
– Pazienza! – dissero i conigli – Per questa volta abbiamo fatto il viaggio a ufo.

C’è da dire che l’espressione “a ufo” cambia un po’ di significato nelle diverse regioni d’Italia, quindi a secondo di dove vi trovate, essa può significare:

  • gratuitamente;
  • inutilmente;
  • a discapito di qualcun altro.

Non solo, ma si può presentare anche scritta in maniera diversa, potete quindi trovare (o ascoltare) espressioni come: a uffo, a uffa, aufo, a buffo, a ufa, auffa, ufana, ufanària, ufonesca.

Alla prossima!

Massimo Petrucci
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2 Replies to “Ad ufo! Un ufo? Che ufo?”

  1. L’espressione “a uffa” non va confusa con uffa l’esclamazione che si usa di solito quando qualcosa non ci piace o non l’accettiamo.

    Esempio: <>
    L’uffa dell’esempio, almeno per quanto ne so, non ha legami con “a ufo”.

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