Cercasi Devid disperatamente!

La settimana scorsa ho pubblicato un racconto (Un uomo solo) scritto da Devid, il nostro amico comune, nella speranza che lo stesso si facesse sentire. Ha funzionato, si è fatto sentire sebbene alla sua maniera un po’ bizzarra e sibillina. Infatti ho ricevuto una mail firmata Devid, contenente una scarna missiva e un’immagine.

“Un pensiero per voi.

Titolo, dimensioni: ICONA MUSICALE 70X100 collage con materiali eterocliti.

Composizione: scatola di un cellulare ed elementi geometrici ritagliati su cartoncino colorato, contenitori alimentari, fermaporte, cuffia.

Citazioni: maschio-femmina, Fibonacci, Haring. Definizione: l’armonia come sintesi degli opposti. Suggestioni: l’enigma di una scatola aperta.

Grazie di tutto a te, amico, e agli amici di LM.

Vostro Devid.”

Senza dubbio il messaggio è in stile ‘devidiano’, però quello che mi lascia perplesso è la foto dell’opera ricevuta in allegato. Conoscendo Devid mi pare qualcosa di totalmente nuovo, un tipo di opera creativa, una manualità, dei materiali e suggestioni piuttosto inusuali per lui. Probabilmente le esperienze dell’ultimo periodo, e particolarmente questa sua ultima avventura tra Berlino e Londra, gli hanno fornito nuovi spunti e vitalità artistica al punto da produrre un risultato tanto inusuale quanto affascinante.

Di seguito la foto del collage ‘Icona musicale’ di Devid.

 

Nonostante mi sia arrovellato per trovare all’interno di quest’opera una sorta di messaggio nascosto – magari un indizio che mi fornisse uno spunto per capire dove si trovi e che cosa faccia Devid – non ci sono riuscito in modo soddisfacente.

Il titolo dice ‘Icona musicale’, effettivamente si tratta di una raffigurazione della musica: le cuffie, gli spinotti (bianco e rosso), le manopole (o presunte tali) rimandano direttamente all’ambiente ‘sonoro’ e/o radiofonico. Forse Devid, con questo suo lavoro, intende fare anche riferimento in modo più ampio alla comunicazione, infatti la struttura principale dell’opera è formata da una scatola aperta che un tempo conteneva un cellulare, strumento principe dell’era moderna deputato a mantenere costantemente in contatto le persone tra di loro. Le cuffie stesse generalmente sono utilizzate per comunicare via internet in audio – e volendo pure in video – per mezzo dei tanti software comunemente usati per chattare.

Può essere che Devid voglia comunicarci qualcosa… ma che cosa??

Il nostro novello artista riassume la sua creazione definendola ‘armonia come sintesi degli opposti’, difatti tra le citazioni rappresentate nell’opera, troviamo la contrapposizione tra uomo e donna (X-Y), oltre al palese riferimento alle croci del noto graffitista americano Keith Haring (1958-1990). Entrambi i simboli rimandano probabilmente all’esigenza dell’autore di esprimere e affermare la propria sessualità. Ogni uomo e donna nel proprio DNA ha contemporaneamente peculiarità sia maschili sia femminili, in genere poi la donna sviluppa più i caratteri femminili e l’uomo quelli maschili. Ci sono tuttavia casi in cui entrambe le caratteristiche genetiche convivono simultaneamente in modo armonico – salvo eventuali dilemmi di accettazione che però nascono da inibizioni sociali e religiose – mi riferisco ovviamente all’omosessualità. Devid, citando la croce di Haring, forse vuole lanciare una critica alla società odierna che non di rado è ancora chiusa nei confronti dei gay, proprio come il noto artista statunitense che spesso nei suoi lavori includeva una croce come simbolo dell’America puritana e bigotta degli anni Ottanta, che considerava il flagello dell’Aids una sorta di punizione divina per i gay.

Forse lo stesso richiamo ai numeri aurei di Fibonacci suggerisce implicitamente che ogni identità sessuale, anche e soprattutto omosessuale, non ha nulla di anormale bensì è un aspetto del tutto naturale dell’individuo. La nota successione di numeri, ottenuta da un complesso calcolo matematico, è in relazione diretta con la sezione aurea che nell’arte rimanda al “canone di bellezza” o “rapporto perfetto”. Vari esperimenti suggeriscono che la percezione umana mostra una naturale predilezione per le proporzioni in accordo con la sezione aurea. Gli artisti, quindi, tenderebbero quasi inconsciamente a disporre gli elementi di una composizione in base a tali rapporti.

Nel mondo che ci circonda, la sezione aurea è presente in modo insistente, s’incontra ovunque: nell’arte, nella scienza, in architettura e perfino in natura. La sezione aurea è riconoscibile ad esempio: nella forma del cavolfiore, nelle corna del muflone, nella conchiglia del nautilo, addirittura nella forma a spirale che si crea per effetto della rotazione di un uragano e anche nella struttura elicoidale del DNA che contiene le caratteristiche genetiche di ogni individuo.

Gli stessi materiali usati per comporre questo collage rinviano a una realtà che non è quella apparente, ma ci invitano a guardare oltre al mero involucro, a vedere con occhi, questa volta sì diversi, quell’oggetto o quella rappresentazione fisica che raffigura qualcosa di più di semplici colori e simboli, di un banale imballo per il cellulare o di altri oggetti della quotidianità giustapposti. Dietro c’è qualcosa di più, c’è il rapporto aureo perfetto… c’è l’artista, l’individuo, in tutte le sue mille sfaccettature.

Alla fine, non ho ancora capito dove sia finito Devid, ma intuisco che probabilmente sta bene ancorché alla ricerca della sua dimensione aurea… felice! Io seguiterò la mia ricerca, magari tentando di sollecitare la sua curiosità pubblicando altri stralci del suo racconto o eventuali foto di opere che vorrà inviarmi.

Invito anche i lettori (e autori) di LM a esprimere un parere personale sull’opera di Devid. La speranza è sempre quella che il fuggitivo, leggendo eventuali commenti rivolti alla sua opera, si faccia risentire nuovamente…

 Per questo articolo, un ringraziamento particolare a Rinaldo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *