Il Dittatore Libertario – Intervista a Fabio Massimo Nicosia

di Domenico Letizia

il dittatore libertario

 

Domenico Letizia intervista l’avvocato Fabio Massimo Nicosia a partire dal suo ultimo volume, Il Dittatore Libertario pubblicato presso le Edizioni Giappicchelli. 
Fabio Massimo Nicosia (1958), avvocato, giurista, teorico del diritto e della politica, ha pubblicato diversi volumi e saggi, tanto nel diritto amministrativo, quanto nella filosofia del diritto e della politica.

 

Nel suo volume parla di Comunismo di Mercato. Cosa intende e perché tale modello dovrebbe superare la concezione attuale di capitalismo?

Il comunismo di mercato è una situazione di mercato nella quale i titoli di proprietà non sono stati ancora assegnati, e la terra è res communis e non res nullius. Viceversa, gli economisti di solito assumono il mercato come se i titoli di proprietà fossero già “dati”, ma non si sa sulla base di quale criterio. Io sostengo invece che il mercato è vigente già prima che i titoli siano assegnati, e che anzi li assegna. Trattandosi di assegnare beni già comuni, io sostengo che se vi sono dei non assegnatari, costoro vanno compensati dagli assegnatari.

 

Si è soffermato molto sulla questione monetaria e la sua ridistribuzione, anche rifacendosi ai pensatori libertari americani dei secoli scorsi. Ci spiega perché e perché tale sistema dovrebbe avvantaggiare i consumatori?

Io non sono un economista, quindi quando tocco argomenti strettamente “economici” lo faccio sulla base del mio ragionamento e non sulla base della dottrina economica standard. Ad esempio, in base al mio ragionamento, non ha senso sostenere che l’abbondanza di moneta determini comunque inflazione, perché la moneta è un bene fondamentalmente immateriale (si fonda sulla fiducia), e non esiste il numero chiuso della fiducia, come del resto esistono molti tipi di moneta. Se ad esempio le banche, o altre istituzioni, fossero state autorizzate a battere moneta in concorrenza con quella dello Stato, probabilmente non avremmo avuto un così esteso problema con i titoli tossici, dato che le banche non sarebbero state indotte a queste forme di “creatività” dannosa per i consumatori, ma si sarebbero concentrate su meno creative ma più tradizionali e solide forme monetarie.

 

Perché rendere pubblico e statistico il valore di estimo dei beni pubblici e statali?

Perché lo Stato è ricco, ma, nonostante questa ricchezza, ci dice che deve fare una manovra di 40 milioni di euro per ripianare il debito. Francamente non sopporto più questa manfrina, e ogni volta che sento parlare di “manovra” in televisione, cambio canale o tiro una scarpa contro il video.

 

Come dare valore di estimo a creazioni storiche e culturali come il Colosseo o i Fori Romani?

L’hanno già fatto! So che un paio di anni fa qualcuno, non ricordo chi, si è messo a stimare l’ipotetico valore di mercato del Colosseo o del Duomo di Milano, che però è un bene ecclesiastico…

 

Cosa intende precisamente quando parla di mercato/sistema e mercato/metodo?

Il mercato sistema è il mercato puro del modello “utopico”, in cui tutti gli scambi avvengono volontariamente. Il mercato metodo invece è inquinato dalla coercizione, ma non per questo può prescindere dalle tecniche della valutazione economica della situazione.

 

Come si confronta con chi vuole proporre un forte tribunale internazionale che giudichi i vari dittatori nel mondo?

Non ho le idee chiare, ma ho qualche dubbio sulla bontà del metodo “Norimberga”, in cui delle persone sono state giudicate sulla base di norme penali non esistenti al momento del fatto, dato che il diritto penale non può essere retroattivo.

 

Libertarismo e Statalismo, eterno scontro soprattutto “culturale”. Quali i passi per affermare la libertà?

Contabilizzazione del demanio, che comporta taglio radicale delle imposte, reddito di esistenza, che consentirebbe agli attuali poveri di esercitare la loro “libertà positiva”, e antiproibizionismo a tutto campo, liberalizzando tutti i mercati neri. E poi ridimensionamento del diritto penale e molti meno gendarmi, “pubblici” o “privati”, in giro.

 

Quale Movimento politico o partitico sembra lavorare seriamente per una riaffermazione della libertà individuale anche in economia ma tenendo presente le sue obiezioni al sistema libertarian di mercato e proprietà privata?

Il programma della Rosa nel Pugno prevedeva il reddito di cittadinanza, ma mi sembra si sia perso per strada. I “comunisti” o i “vendoliani” sono troppo contro il mercato per essere affidabili, ma la loro è limitata cognizione di che cosa sia l’autentico liberismo, rispetto a quella che io chiamo “idiocrazia”, ossia il sistema integrato Stato/aziende, contro la quale si scagliano, credendo di scagliarsi contro il mercato.

 

Cosa pensa del federalismo fiscale proposto dalla Lega, quali sono i vantaggi se vi sono e quali sono gli svantaggi?

Scommetto la testa che il tutto si risolverà in un aumento di tassazione.

 

L’Italia ha bisogno di una seria riforma in ambito di migrazione e accoglienza. Seguendo la teoria libertaria descritta nel suo ultimo volume, quali sarebbero le riforme basilari per una gestione politica delle migrazioni?

In ottica libertaria non ci sono restrizioni di principio alla migrazione. Ci vuole una nuova normativa che faciliti la concessione della cittadinanza, basata oltretutto sullo ius soli e non sullo ius sanguinis.

 

Come si confronta rispetto a un nuovo modello di fare economia che si sta diffondendo soprattutto nelle piccole realtà, modello definito mutualista o neo-mutualista, per fare un esempio la diffusione dei G.A.S  (Gruppo di Acquisto Solidale)?

Non ho una particolare passione per gli esperimenti su piccola scala, anche se possono essere indicativi di una tendenza. Comunque non conosco i GAS.

 

Nell’ultimo referendum si è discusso anche in modo molto demagogico di acqua pubblica e acqua privata. Lei cosa ne pensa?

Io sono contrario a qualsiasi forma di privatizzazione che non sia preceduta dalla contabilizzazione nel bilancio dello Stato o degli enti locali, che ci dia il valore esatto di che cosa andiamo privatizzando.

 

Perché Il Dittatore Libertario?

Il dittatore libertario è una figura in parte metaforica, in parte realistica. In senso realistico, vale a designare il governo della transizione dalla situazione attuale a quella di una società più libera. In senso metaforico, è una confutazione al meta-livello del principio di Kenneth Arrow, secondo il quale non esiste forma di decisione collettiva che non sconti un elemento di dittatorialità. Io, collocando il dittatore libertario al meta-livello, a un livello logico superiore, trasferisco il dittatore dal livello del relativismo (dove comandano le sue personali preferenze) a quello dell’assoluto, ove tutte le scelte e le condotte sono co-possibili e possono convivere liberamente.

 

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2 Replies to “Il Dittatore Libertario – Intervista a Fabio Massimo Nicosia”

  1. Stimatissimo avvocato. Conosco parte della Sua posizione dai tempi del convegno di Milano dal titolo “Abolire il carcere, un’utopia concreta”. Le sarei grato di potrLa contattare e di conoscere al meglio quanto da Lei chiarito quando afferma che “il sistema penale inevitabilmente discrimina”. Sono convinto che il sistema penale non serva a fare giustizia e nemmeno ad amministrarla, ma a conservare un sistema irrazionale e antidemocratico e illiberale, perché viola il senso stesso del Diritto. Ciò che discrimina è illecito in quanto tale. Se volesse c ercarmi sono allo 20226300807 oppure al 3407847236. Confido in Lei, che spero di disturbare per invitarLa ad una riunione sul tema carceri che, come Radicale Senza Fissa Dimora, intendo preparare prossimamente. Infiniti saluti e ringraziamenti Diego Mazzola

  2. intervista molto interessante, opinioni e idee che a me che sono un’analfabeta della politica sembrano normali ma ai più che ragionano ancora con i vecchi schemi politici ed economici fanno venire i brividi. La strada è lunga ma si arriverà a realizzare questo tipo di visione a mio parere molto meno utopistica di altre. Serve un pensiero laterale per capire la profondità dei temi trattati e una risoluzione degli stessi per vivere tutti meglio e possibilmente in pace. La semplicità è la miglior via purtroppo spesso si sceglie la via della sfida continua. Arriverà un mondo fatto da schiavi del benessere e della felicità?

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