Scoop by SCOP (Novella 2010 – Missione Coppedè)

 

sottomarino

 

Tutto quello che dovreste sapere sugli esperti e non avete mai osato chiedere…


 

Ricordate quella volta in cui entrambi gli esperti della Posta erano assenti in Redazione?

Ufficialmente la DdP era in malattia.

Noi di SCOP abbiamo i nostri informatori, i nostri mezzi per appurare la Verità.

Ecco dunque il resoconto di ciò che è stato.

 

  

Ramon come al solito, si era fatto invitare a cena da DdP.

19.30, puntuale come un orologio, si presenta tutto azzimato.

Léon dormiva beato e satollo.

Didy aveva messo su un po’ di musica soft.

– Versati qualcosa da bere… intanto che cuoce il pollo vado in bagno a farmi passare il mal di testa.

 

Passavano i minuti ma Didy non ricompariva.

Un po’ preoccupato Ramon bussa alla porta del bagno.

– Hey, tutto ok lì dentro?

Silenzio.

 

– Sì. È aperto.

– Posso entrare? fa lui quasi incredulo.

 

Didy era immersa nella vasca idromassaggio. Il capo poggiato sul bordo della vasca.

 

sommergibileImmediatamente si sentì riecheggiare:

– Pure io!

– Niente da fare! sentenziò DdP.

 

Ramon minacciò di fare il sommergibile e di sondare le acque della vasca in profondità…

Si optò per una tregua demilitarizzata. Quando attacca queste solfe, Ramon non ha nulla da invidiare ad una pittima veneziana.

 

In men che non si dica Ramon si liberò degli indumenti e si immerse nella vasca come mamma lo ha fatto, provocando un immediato tsunami che colpì dritto in faccia la DdP.

 

Poiché non c’era verso di trovare una posizione confortevole dal suo lato della vasca, infastidito dalle bocchette dell’acqua proprio all’altezza del collo, Ramon prese a dare segni di insofferenza.
Didy faceva finta di ignorarlo.

– Che c’è adesso?

– Sto scomodo.

– Questo passa il convento.

– Prendimi dalla tua parte.

– Sarebbe?

– Hai presente Richard Gere in Pretty Woman?

 

Pretty Woman

– Scordatelo!

– E io affogo le paperelle.

– Tanto si suicideranno lo stesso con te nei paraggi…

 

Con la velocità di un felino Ramon si fiondò dall’altra parte della vasca, per porre fine ad ogni altra rimostranza.

– Prepotente, vattene!

Lui cominciò a pizzicarla dappertutto con le sue manacce.

– Va bene, va bene… pietà!

– Ecco, così va meglio…

 

Si accucciò fra le gambe di lei cingendosi le spalle con le sue braccia.

Solo così smise di rompere i marones al mondo intero.

Decise quindi di mostrarle l’accoppiamento delle paperelle, minacciando, se lei non fosse stata interessata alla lezione, di mostrarglielo dal vivo.

Le papere di gomma non sembravano ben disposte a sopportare, scivolando malamente sull’acqua e provocando flutti incontrollati sotto le spinte cadenzate di Ramon.

– Basta! fece lui ad un certo punto, e piazzò in mano a Didy una spugna colorata.

– Sono o non sono Richard Gere? Ma tu lo fai gratis, sia ben chiaro.

Lei rispose con una smorfia.

 

– Esegui, disse ridendo con la sua faccia da schiaffi – e ringrazia che non devi dire mio signore…

– Solo per farti tenere chiusa la boccaccia…

paperelle

Lei prese a bagnarlo delicatamente sulle spalle e sul torace privo di peli.

Lui si rilassò completamente.

Prese a lisciarle le ginocchia che a tratti facevano capolino fuori dalla schiuma.

Per un tempo indefinito, forse una decina di minuti, stettero così, ad occhi chiusi, senza parlare e senza muoversi.

Le paperelle osservavano sicuramente incuriosite.

 

Poi lei si riebbe.

– Non vorrei dire, ma le dita si stanno spugnando…

Ramon osservò che in effetti erano immersi da un po’ e la pelle si andava increspando.

– Sciacquati e vai ad apparecchiare mentre io mi sistemo.

– Sarà fatto, signora. Però mi sciacqui tu.

 

Le mise in mano il telefono doccia e si sollevò sulle gambe lasciando le sue parti basse pericolosamente vicine al volto di lei.
Lei sospirò e gli intimò di farlo da solo.

– Bagnerò tutto il pavimento in questo modo…

Lei fece cenno che non c’era problema.

Detto, fatto. Lui premette il tappo provocando il graduale svuotamento della vasca mentre dall’alto una pioggia sottile lo liberava della schiuma.

Tutto soddisfatto mise quindi i piedi sul tappetino e si avvolse in un enorme telo bianco.

Didy intanto aveva riempito nuovamente d’acqua la vasca per evitare di farsi vedere completamente nuda.

 

– Vai ad apparecchiare, faccio in un attimo.

– Sicura che non vuoi una mano?

Lei gli fece cenno di andare.

 

Dopo cena, Ramon tentò invano di fermarsi da lei, ma Didy fu irremovibile.

– Ma come, mi mandi da solo sulla Nomentana, col buio?

– Ma se la fai tutti i giorni!…

– Può succedermi di tutto, stanno tanti bruti…

Lei dovette praticamente spingerlo fuori dalla porta.

– Ti faccio uno squillo quando arrivo?

– Va bene, fammelo…

 

 

In quel mentre squillò il cellulare di Didy.

Era Philippe. Didy fece segno a Ramon di andare.

– Passamelo, che lo saluto.

 

– Chi c’è con te? chiese Philippe

– Chi vuoi che sia? Ramon!

Ramon strappò di mano a Didy il cellulare.

– Caro, come stai? calcando la tipica intonazione da gay

 

– Io bene, tu?

– Benissimo. Didy ora mi sta cacciando, ma abbiamo passato una bellissima serata.

Pollo per cena, e prima mi ha anche fatto il bagnetto con le papere. Non sono riuscito a rimediare di più.

 

(Dall’inviato Farina “00”)

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(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)

 

 

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