Scoop by SCOP (Novella 2011 – Addio al celibato per…)

venerdì 1 aprile, al telefono

 

 

Didy – Sicché non vieni neanche stavolta…

Phil – Già.

 

– Senti Phil, non c’è bisogno di girarci intorno… se hai un’altra non c’è problema, forse riesco a capirlo…

 

– Che vuoi dire?

 

– Voglio dire che ho parlato con Bobby, mi ha detto che stai uscendo con Vivien… e non solo uscendo…

 

Phil sospira.
– Speravo di essere io a dirtelo.

 

– Dunque è vero, stai con un’altra?

 

Phil resta in silenzio.

 

(laconica) – Bene.
Come direbbe Battisti, ‘non dobbiamo farne un dramma’.

 

– Guarda Didy, io…

 

Lei lo interrompe bruscamente
– Non devi giustificarti sai, sono cose che capitano…

 

– Non sarebbe successo se tu…

 

(un po’ alterata) – Se io cosa?

 

Phil non sa bene che dire, non sa reggere le farse.
– Se tu…

 

– Se non mi fossi fatta Ramon vuoi dire?

 

Phil è in difficoltà.
– Non è solo quello… è che tu non mi ami più.

 

Suonano al citofono di Didy.

 

– Devo lasciarti (fa lei)

 

– Ti richiamo.

 

– Non c’è bisogno, salutami Vivien, ciao.

 

Phil chiude il telefono angosciato. Rialza la cornetta e rifà il numero di Didy, poi si blocca e mette giù di nuovo.

Prende il foglio che ha davanti a sé, lo appallottola e lo scaglia lontano, incazzato nero.

 

——-

In chat i 3 fidanzati

 

– Tieni duro amico, è l’unica… fa Bobby

Phil – Ho paura di fare un patatrac.

Ralph – Se non spingi all’estremo non potrai saperlo, la conosci Didy…

 

Silenzio.

 

Phil – Ok, stasera glielo dico.

 

 

——-

 

Il giorno seguente, al cellulare

 

 

Ci vuole un po’ prima che Ramon risponda.

 

Didy – Che stavi facendo?

Ramon – Non stavo scopando…

 

– Allora puoi stare un attimo al telefono…

– Anche due.

 

– Phil si sposa a maggio (fa lei)

 

Ramon resta in silenzio.

 

Didy – Beh, non dici niente?

– Ho appena ricevuto l’invito per la sua festa di addio al celibato.
9 aprile. Ha invitato me e Clarence.

 

– Dove?

– Al Magic Inn.

 

– Ci andrai?

– Non lo so, devo parlare con Clarence. Poi voglio sentire Bobby.

 

Didy – Non ha perso tempo a quanto pare…

– Già.

 

– Ieri mi ha detto che quasi quasi è tutta colpa mia.
Che se non…

 

Ramon – Se non?

 

Lei è un po’ esitante.
– Se non mi fossi fatta te, saremmo ancora insieme…

 

– Che stronzo!
(Pausa)
E tu che hai risposto? Gli hai detto di noi?

 

– Cosa?

 

Ramon – Sì, insomma, che mi ami.

 

Lei resta zitta.

 

(deluso) – Non gli hai detto niente, ho capito.

 

– Avrebbe pensato a una ripicca… e poi ora non serve, se n’è andato lui comunque.

– Non lo so… a me sta storia non mi convince…

 

– Perché no?

– Sensazioni…

 

 

– Senti, sensazioni, ma stasera passi da me?

– Solo se prepari qualcosa di buono, anche per il dopocena…

 

– Ma tu hai solo un pensiero fisso?

– No, sono due, te e Clarence.
Ricordi, hai promesso che prima o poi…

 

– Ero ubriaca? O sotto tortura?

– Guarda, ti torturo se mi dici di no…

 

– Vabbè ci penso, promesso.

– Brava, vedi che quando vuoi…

 

——-

Il giorno seguente, di primo mattino


 

Ramon – Alza le chiappe baby, mi è venuta un’idea…

Didy – Ti pare modo di svegliarmi così, ma che ora è? (fa per prendere la sveglia)

 

– Sette e tre quarti.
Lo so che avresti preferito qualcos’altro, ma se non ti decidi, io uno sono…

 

(convinta) – E meno male!…

 

– Sei ancora incazzata per ieri?
Scusa, me ne ero proprio dimenticato della cena dalla madre di Clarence, rimediavo una figuraccia… poi lei ci ha stirato una pila di camicie…

 

– No, figurati… poi c’avevo da fare qua a casa.
E poi vuoi mettere una stiratura decente?

 

– Senti, comunque mi è venuta un’idea magnifica.

– Non ci credo, ma di’ pure.

 

– Hai presente Sensi e Bisensi?

– Beh?

 

– Ti prendo un costume e vieni alla festa di Phil.

– Bevi già dalla mattina?

 

– Guarda Ciccia, fidati di me, gli facciamo una sorpresa che se la ricorda a vita…

– Ciccio, non vorrei dire, ma è una festa per soli uomini.

 

– Appunto… però baby non chiamarmi Ciccio, Ciccio è Clarence, sennò ti confondi…

– Tanto non viviamo assieme.

 

– Solo per poco…

 

– More’ stai andando troppo in fretta, lo sai?

 

– Zitta, passo da te… alle 4 va bene?
Fatti trovare sotto.

 

——-

Nel pomeriggio, uscendo di casa, Didy incrocia l’Amministratore che sta parlando col portiere.
Entrambi la salutano con deferenza.

 

Amministratore (a Didy) – Mi scusi, posso rubarle un minuto?

– Certo.

 

(Amministratore) – Sa signorina, non so proprio come dirglielo…

Lei lo guarda interrogativa.

 

Amministratore – Ci sono state delle lamentele nel palazzo.

 

– A che proposito? fa Didy (temendo si tratti dei miagolii di Léon)
Se è per il gatto… lo so, purtroppo la notte a volte dà fastidio…

 

– No, non si tratta del gatto.

 

– Cosa allora?

 

L’amministratore si avvicina a Didy con aria di segretezza.
Anche il portiere si avvicina, tutto fa supporre si tratti  di cosa ‘delicata’.

 

– Ha presente le signorine del 3° piano?

 

Il portiere lavora di rinforzo.
Portiere (rivolto a Didy) – Le signorine Tilde e Augusta.

 

Didy – Sì.

 

Amministratore – Ebbene, mi hanno riferito che negli ultimi tempi…

 

Didy attende con timore quello che può dire.
– Sììì?

– Insomma, negli ultimi mesi… Non vedono più quel bel giovanotto moro che prende il sole a torso nudo sul suo terrazzo…

 

(Portiere, all’amministratore) – Il signor Ramon, il marito della signorina, vuol dire?
(a Didy) Pardon, signora, mi scusi…

 

Didy tira, senza farsene accorgere, un sospiro di sollievo (temendo si fossero lamentate del via vai di uomini…).

 

L’amministratore le si fa più dappresso
– Vede, loro mi hanno pregato di informarmi se per caso è successo qualcosa che spieghi l’assenza dal terrazzo.

 

(Didy, ridacchiando in cuor suo) – Dite pure alle signorine di stare tranquille.
Finora faceva troppo freddo per mettersi a torso nudo, ma con la bella stagione possono stare certe che il signor Ramon…

 

Amministratore – Suo marito…

 

– Sì, mio marito… tornerà a prendere il sole… Anzi, se ci tengono posso chiedergli di far venire anche un suo amico biondo…

 

– Davvero? Le sarei molto grato… Sa le signorine sono rimaste molto colpite da suo marito… tanto un bravo ragazzo hanno detto…

 

– Certamente, posso confermare (aggiunge il portiere), una persona a modo…

 

(lei pensa) Come no… (poi, sorridendo e avviandosi) – Bene, allora mi saluti tanto le signorine.

 

Amministratore – Non mancherò.

 

Didy – Arrivederci!

 

 

Qualche minuto e arriva Ramon. Lei sale in auto.
Lo bacia e si mette a ridere.

 

– Perché ridi? (fa lui)

 

– Hai fatto colpo sulle settantenni del 3° piano.
Ti vogliono in mutande sul terrazzo.

 

(tutto inorgoglito) – Vedi? al mio fascino non si resiste…

 

——-

9 aprile. Festa di addio al celibato

 

Vestita e truccata da apparire quasi irriconoscibile, in tuta aderente alla catwoman con lunga coda flessibile, Didy fa il suo ingresso sulla pista al centro del locale, poco prima di mezzanotte.

Subito l’atmosfera, che si andava un po’ spegnendo, si surriscalda.
Parte la musica e una scatenatissima gatta prende ad avvolgersi intorno a un palo e a strusciarsi su tutto ciò che trova alla portata.

Non contenta si avvia verso i tavolini alla ricerca di prede.
C’è chi la incita ad andare a prenderlo, chi si sporge e si sbraccia a più non posso, chi le lancia un fiore rubato al vaso sul tavolo.

 

Le luci basse, Didy cerca con lo sguardo, aiutata da un riflettore che la segue, il tavolo dove è seduto Clarence. Individuatolo, si siede a cavalcioni su di lui e senza dargli il tempo di riflettere gli molla un bacio appassionato che scatena l’invidia degli astanti.
Clarence (che non se lo aspettava) sta perfettamente al gioco, e non mostra segni di volersi sottrarre, tanto che qualcuno gli urla appresso “lascia qualcosa pure a noi”, fra le risate e commenti generali.
Dopo averlo spettinato e agitato quanto basta, Didy gli si scolla di dosso e si muove alla ricerca di un altro tavolo, mentre decine di braccia si allungano verso di lei per attirarla a sé.

 

Individuato Bobby, lei si siede su di lui, dandogli le spalle e mimando un principio di atto sessuale, lasciandosi baciare sulla bocca da quella posizione. Quindi si gira e con la coda gli spinge il collo e il volto verso le sue labbra, per poi alzarsi e far finta, con la coda stessa, di frustarlo.

 

Nuovamente alla ricerca di prede, Didy compie una serie di giri fra i tavolini, passa davanti a Philippe, fa finta di graffiarlo con la zampa, quindi si dirige verso il tavolo dove ha individuato Ramon.
Presolo per mano lo porta al centro della pista, sotto i riflettori, prende a sfilarsi la parte superiore del costume, quindi a sbottonargli la camicia. Che finisce al volo in mani sicure.

A questo punto la concitazione si fa estrema, comincia davvero a fare caldo.

Quasi tutti quelli più lontani si alzano in piedi per godersi meglio lo spettacolo.

 

Didy si accoccola ai piedi di Ramon e con movenze sinuose prende a risalire sui suoi jeans, bloccandosi col volto all’altezza della patta.

 

Attimo di silenzio e di attesa. Neanche Ramon sa bene cosa può accadere, sta lì fermo ma pronto ad assecondarla. Lei continua a risalire, baciandolo via via sulla pelle nuda ed abbronzata e poi si avvinghia a lui per incollarsi, stando sospesa col corpo, alle sue labbra.

Bacio che scatena gli animi come non mai. I due non danno mostra di fermarsi, poco ci manca in apparenza che si trascenda.

 

Philippe che già sta rodendo come un matto (qualcosa gli dice che la gatta è proprio Didy), è costretto a sorbirsi anche i commenti dei vicini di tavolo, amici di amici.
E a nulla valgono le pacche di Ralph, per farlo stare in sé.

 

tizio 1 – Hai capito Ramon! Scusa ma non era gay?

 

tizio 2 – Lo era, cioè lo è… ma pare si sia preso una scuffia per una donna prima di mettersi con Clarence.

 

tizio 1 – E quella sarebbe la sua donna? (pausa) Chiamalo scemo!

 

Distratto da questi discorsi, Philippe non si accorge che gli altri davanti gli hanno oscurato la visuale e stanno battendo ritmicamente le mani. Si alza e fa per sbirciare meglio. Ramon tiene sospesa la donna e a vederli da lontano sembra proprio che stiano…

Perfino Bobby batte le mani tutto eccitato, gli occhi incollati su Ramon.

 

Verde di bile, Philippe si avvia fra i tavoli, recupera la camicia di Ramon e si dirige sparato verso di lui.

Didy, che lo vede avanzare, sgattaiola via mentre tutti le urlano “micia micetta non te ne andare!”

Phil gli butta sulla spalla la camicia e poi batte le mani per fargli un applauso (a sfregio) che gli altri colgono invece come apprezzamento, unendosi tutti.

 

Tornando al suo tavolo qualcuno urla appresso a Phil “Ci voleva proprio amico! Mai visto uno show così!”, ma Phil è davvero fuori di sé per la rabbia, e vuole risolvere a modo suo la questione.

Nonostante i tentativi di Ralph di trattenerlo, Phil va da Bobby e lo trascina fuori dal locale.

 

Phil – Tu sei proprio uno stronzo, ecco cosa sei!

 

Bobby – Sei impazzito?

 

– Guarda che non sono nato ieri, ho capito tutto…

 

– Capito cosa?

 

Ti sei preso una cotta per Ramon e l’obiettivo è di scalzare noi (guardando Ralph che li ha raggiunti) per avere campo libero con lui e con Didy…

 

Bobby si vede a mal partito, ma continua a glissare
– Guarda non ti rispondo neanche…

 

– Comunque con te facciamo i conti dopo (e fa per avviarsi).

 

Ralph (a Phil) – Dove vai?

 

– Cazzi miei…

 

Ralph cerca di trattenerlo per un braccio, ma Philippe dà uno strattone, sale sul primo taxi che trova libero e se ne va.

 

Ralph guarda Bobby con l’aria di chi non ne può più di questi casini.
– Speriamo che ora non faccia un’altra cazzata. Lo sai com’è quello…

 

Mentre fuori l’aria è amara, dentro la sala il direttore del locale e altri invitati si intrattengono con Ramon, complimentandosi con lui per la riuscita della serata, auspicandone altre.

 

Il giorno dopo sulla porta del locale, di proprietà di un napoletano, appare infatti una locandina oltremodo eloquente.

Rigata la scritta WANTED, scritto a penna si legge “Micetta, sta casa aspetta a te…”

 

 

 

 

 

——-

Quartiere Coppedè

 

Didy è appena giunta sotto casa, e sta uscendo dalla macchina.

Ha ancora addosso la tuta, non c’è stato il tempo di cambiarsi.

 

Non fa in tempo ad avviarsi al portone che si sente bloccare per un braccio.

Si gira spaventata e si trova davanti Philippe.

 

– Oddio, mi vuoi far morire? fa lei

 

Phil – Perché l’hai fatto Didy?
Non è da te!

 

Didy è stanca, ma soprattutto non ha nessuna voglia di discutere.
– Cosa non è da me?

 

– Questi mezzucci da quattro soldi, mi dici che significano?

 

Ora però lei comincia ad alterarsi.

 

– Si può sapere che cosa vuoi da me?
Hai un’altra, ti devi sposare, che cazzo stai a fare qua invece di stare con lei?

 

– Allora tu non capisci…

 

(incalzante) – No, tu non capisci! Che sono stanca, che voglio andarmene a casa, che non ho niente da dirti…

 

Lui cerca di tirarla a sé.
– Davvero non hai niente da dirmi? Io invece ce l’avrei qualche argomento…

 

Phil tenta di baciarla. Ma lei non ci sta.

 

– Lasciami Phil!

 

Lui prende a serrarla ancora di più.

– Lasciami!!!

 

Due fari illuminano improvvisamente la scena.

Ramon scende dall’auto, e si avvicina ai due

 

– Tutto bene, piccola?

 

Anche Clarence è sceso dalla macchina.

Philippe guarda i due uomini con aria di sfida.

– Ma guarda, i tuoi angeli custodi!

 

Didy taglia corto.

– Hai le chiavi Ramon? fa lei

 

– Sì.

 

– Ok, aspettatemi sopra.

 

Ramon – Maaa…

 

(secca) – Dai, andate, non ci sono problemi.

 

Ramon e Clarence guardano fisso Phil, poi si avviano al portone.

 

 

– Che bel quadretto! Non ci hai messo molto a rimpiazzarci…

 

– Parla per te, Phil.
E ora scusa, ma ho un altro spettacolo privato che mi aspetta.

 

Lo pianta in asso e si dirige risoluta su.

 

——-

Quella serata per Didy non doveva essere stata facile.

Passa un sacco di tempo chiusa in bagno, come non è da lei. Poi Clarence e Ramon la sentono avviarsi nella stanza da letto, e vedono la luce spegnersi.

 

Ramon e Clarence sono già sistemati (uno addossato all’altro) nel divano-letto quando Didy compare nella semioscurità.

 

– Posso dormire con voi?

 

Entrambi, voltandosi in direzione della voce, si scostano, e con estrema naturalezza le fanno segno di sistemarsi tra loro.

 

La mano poggiata su un fianco di Clarence, alle spalle l’abbraccio ormai consueto e tenero di Ramon, Didy ritrova per quella sera un minimo di quiete, e si abbandona al sonno, consapevole ormai dell’avvio, nella sua esistenza, di una nuova era.

Sotto il segno di Ramon.

 

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

 

 

 

 

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