Scoop by SCOP (Novella 2011 – Fuori controllo)


22 aprile, casa di Clarence, dopo l’intervista

 

 

Clarence è semisdraiato sul letto, in volto l’espressione di un adolescente alla prima cotta.

Ramon si sta lentamente spogliando.

 

Ramon (sbottonandosi la camicia) – Tu mi preoccupi…
Facciamo così. Se mi dici di sì ‘a priori’ ti do il permesso di uscire da solo con Gamy…

 

Clarence – Ma quello ce l’avevo già…

 

Ramon – Ma ora hai la ratifica…

 

 

Clarence fa finta di pensarci su un attimo.

Cla’ – Anche per farci altro?

Ramon – Quello dipende da lei…

 

Cla’ – Okay, sì.

 

Ramon lo guarda con occhio assassino.

– Neanche vuoi sapere a cosa hai detto di sì? (e si sfila la camicia)

 

Clarence, che ha la testa altrove, pensa a varie cose, poi sgrana gli occhi, colto da folgorazione.

– Nooooooooo!

 

Ramon lo blocca – Eh no, mio caro, l’hai detto!…

Clarence fa una smorfia di dolore.

 

Ramon – Dai, che sarà mai! Dillo a parole tue… (e si toglie le scarpe)

 

Il biondino ha cambiato espressione virando sul rassegnato.

– Tiro a indovinare?

 

Ramon lo aiuta.

– La?

 

Clarence – La … (coglionandolo) la… lasagna?

 

– Quella magari dopo…

 

 

Cla’ ha timore al solo pensare quella parola.

 

Ramon che si sta sfilando i jeans (impaziente) – Allora?

 

Cla’ – La ‘to’ qualcosa? Continua per -s, vero?
La tos-at…

 

– Vedi che quando vuoi…

(pausa)

Dai non fare quella faccia!… ti piacerà… stavolta Gamy ti tiene a bada…

 

Clarence cambia immediatamente espressione

– In che modo?

 

(avvicinandosi, i soli slip addosso) – Ti distrarrà, diciamo così… mentre io… Zac!

 

A Clarence viene la pelle d’oca.

 

Timidamente, per timore della risposta

– Potrei sapere da quale parte?

 

 

Un lampo malizioso passa sul volto di Ramon (fermo, davanti al letto). I suoi occhi puntano in basso.

 

– Dal Gigio, ovviamente…

 

Cla’ (implorante) – Noooo, ti prego! Là nooo, fa male!…

 

– Dai, che dopo ti faccio fare un massaggino…

 

(Cla’ pregustando) – Già… ma prima?

 

 

Ramon si siede sul letto.

– A proposito, ti do un’altra bella notizia.

 

– Sentiamo.

 

– Ho sentito Gerry… gli ho detto della casa, che vengo a stare da te…

 

– Che ha risposto?

 

– Mi ha fatto una proposta allettante.

 

Cla’ lo guarda interlocutorio.

 

Ramon – Non vuole che la lascio… era ovvio…
Dice che posso tenerla comunque, pagando solo le spese di condominio… che lui ci verrebbe solo un paio di volte l’anno… non vuole affittarla a un estraneo…

 

– Beh, è una proposta interessante, così se la prova non va…

 

Ramon lo fissa torvo.

 

– La prova è scontata scemo… credi forse che ti mollo facilmente?

 

 

Clarence si schermisce.

– Mai pensato!

 

 

– Appunto.
Veniamo al dunque, piuttosto…

Ramon si stende e con sguardo pericoloso punta alla patta di Clarence.

 

– Non vorrai ‘operarmi’ ora?

 

 

(Ramon, di colpo suadente) – No, ora c’ho altro per la testa…

 

Il moretto mette mano alla cerniera, la tira giù, insinua la mano.

Clarence lo lascia fare.

 

(Ramon, gli occhi socchiusi) – Mmmmm!

El Gigio me gusta… mucho!

 

——-

Nelle settimane successive (maggio)

 

Casa di Didy

 

Ramon piomba da lei senza preavviso, dopo alcuni giorni caotici di lavoro, per programmare il fine settimana, ma Didy gli dice che quel weekend non potranno vedersi perché già impegnata. E forse anche i successivi.

 

 

Ramon – Come sarebbe che c’è Bobby?

 

Didy – Sarebbe che c’è Bobby. Non ci possiamo vedere, ovvio.

 

 

– Didy, forse ti sfugge un dettaglio.

 

– Sarebbe?

 

– Sarebbe che tu stai con me.

 

 

Didy sospira.

– Non ricominciare Ramon.

 

 

(insofferente) – Ah, ‘io’ non devo ricominciare… (ridendo sardonicamente)
Non si era detto che li lasciavi?

 

(seria) – Non ho mai detto che li avrei lasciati, solo lasciati in stand by…

 

Ramon non si capacita, ma intanto sembra perdere la pazienza.

 

– Allora ho frainteso, è questo che vuoi dire?
Non è vero che mi ami?

 

 

Didy – Non ho detto questo.
Ho detto che amo anche te, ma non ho smesso di amare loro.

 

(facendo un gesto di esasperazione) – No, Cristo! Non è possibile!… Siamo punto e accapo…
(pausa)
Io non ti capisco Didy. Non ci riesco!

 

 

– Ramon, ma che pretendi?

 

Lui si allontana da lei, incazzato.

 

Lei gli si avvicina e cambia tono, diventa più dolce
– Tu stai con Clarence, ‘ami’ Clarence… hai detto che vuoi andare a stare da lui… mi sembra una saggia decisione… ma che fai, la sera lo lasci come un fesso per venire da me? Ci hai pensato almeno?

 

– Lo sai che c’ho pensato, eccome se l’ho fatto… Ho tentato di coinvolgervi e non ha funzionato…
Ma hai visto anche tu che non posso moltiplicarmi, a stento tengo a bada lui…

 

– Appunto, a stento tieni a bada lui…

(pausa)

Non posso stare dietro ai tuoi impegni, ho diritto alla mia vita, ti pare?

 

 

(lui, quasi supplicante) – Ma io non posso fare a meno di te, almeno questo lo capisci?

 

Lei si avvicina, lo stringe a sé, lo bacia.

 

Didy – Non rendere le cose complicate.
Possiamo vederci, di tanto in tanto, quando siamo entrambi liberi, se ci va…

 

Ramon la guarda fisso negli occhi.

La sua espressione la dice lunga.

 

 

 

 

Via Galbani

 

Ramon sta radunando della roba da portare a casa di Clarence.

 

Clarence – Guarda che non ti devi fare problemi, se una sera lei è libera e vuoi vederla, vai tranquillo.

 

– Sì, e tu che fai?

 

– Ramon ti amo lo sai, ma non è che pendo dalle tue labbra…

 

– Ah no? E io che lo pensavo…

 

 

Clarence gli fa un’occhiataccia.

 

Ramon – Lo speravo… È una battuta, dai.

(pausa)

Quand’è che vogliamo fare il trasbordo vero e proprio?

 

Cla’- Lo farei nel primo weekend di giugno, dopo il mio compleanno.
Magari il venerdì.

 

– Perché non di sabato o domenica?

 

Cla’- C’avrei un impegno.

 

 

Ramon lo guarda stranito.

– Devi lavorare?

 

– No, ho promesso a Thomas che andavamo in barca assieme.

 

Ramon lascia cadere sul letto la roba che stava radunando.

– Quando?

 

– Tempo fa.

 

Ramon – Sicché te ne vai con lui (soli?) in barca per due giorni?

 

– Eh!

 

– E me lo dici così?

 

(sornione) – E come te lo devo dire? Domanda in bollo?

 

 

(Ramon, rabbuiato) – Vi siete messi d’accordo per farmi incazzare?

 

– Chi?

 

– Tu e Didy…

 

 

Cla’ la vuole chiudere prima che cominci.

– Stai sclerando, Ramon… faccio finta di non aver sentito.

 

Ramon lo guarda torvo, poi continua a infilare le sue cose in un borsone.

 

 

Squilla il cellulare di Clarence.
Ramon capisce dalla conversazione che Tyler ha invitato Clarence per un drink.

 

Cla’ – Ti ringrazio, ma sono già impegnato per stasera.

 

Tyler (fuori campo) – Ma guarda che se è per Ramon, puoi portarci anche lui…

 

– No, come ti ho detto… sarà per un’altra volta.

 

 

Appena interrotta la comunicazione

Ramon – Dovrò mettermi in fila, che dici? (e fa per allontanarsi col borsone)

 

 

Clarence si alza in piedi, gli prende il volto fra le mani, e bloccandolo lo bacia.

 

Cla’ – Non cominciamo col piede sbagliato, vuoi?

 

——-

Casa di Didy (ultima settimana di maggio)

 

Gamy – Mi spieghi che sta succedendo?

 

Didy – È semplice. Ho ripreso le vecchie abitudini, e Ramon, come puoi immaginare, non la sta mandando giù bene… L’altro giorno per un pelo non sono arrivati alle mani con Philippe.

 

– Perché?

 

– Perché Philippe lo conosci, e Ramon è un maestro nel farlo incazzare…

 

 

Gamy sospira sconfortata.

 

– Ma che ci posso fare Pa’, c’ho provato… lo hai visto anche tu…
Fossi stata libera, forse sarebbe stato diverso…

 

– Onestamente non credo…

 

– Il fatto è che quei due si amano, ed è giusto che stiano assieme, senza rotture di palle, senza interferenze… Poteva capitare una volta, due, una cosa a tre, ma poi alla lunga… non è facile fare i pendolari in amore, è anche un problema di privacy…

 

Gamy (amareggiata) – Mi rendo conto, ma mi dispiace lo stesso…

 

– Anche a me, non sai quanto. (pausa)

Però, anziché dispiacerti, potresti dare una mano…

 

– E come?

 

 

Didy la fissa con sguardo furbetto.

 

Gamy – Ehi, se stai pensando di mollarmi una rogna hai sbagliato indirizzo…

 

– Non ho sbagliato indirizzo, tu sei perfetta.

 

 

Gamy – Guarda non voglio neanche sentire.

Didy – E invece mi sentirai.

 

 

Gamy resta a fissarla come un condannato in attesa del verdetto.

 

– Clarence ti adora, e di Ramon sai tutto, e sai quanto ti è legato… pensaci.
Ramon farebbe qualunque cosa per Clarence…

 

– Non posso credere che stai parlando sul serio… vuoi passarmi il testimone?

 

Didy fa un segno con la testa come a dire ‘più o meno’.

 

(retropensiero di Gamy)
Diretto’, quanto è vero Iddio, mi dimetto, prima che mi dimetta lei…

 

——-

2 giugno, compleanno di Clarence

 

 

Ramon – Non voglio sentire storie, Pa’, dobbiamo fargli una sorpresa.

 

– Ma arriva mio marito in serata, come faccio?

 

– Ti lascio libera prima, dai… in dieci minuti sei a casa… Ti prego!

 

(lei sospira)
– Okay, ma non diventi un vizio…

 

– Promesso.

 

 

Gamy – Dove ci vediamo?

 

– Segnati questo indirizzo…

 

——-

Tuscolano ore 20

 

 

Ramon fa scendere Clarence dall’auto dicendo che vuol fargli conoscere un amico che abita in un elegante edificio del Tuscolano. Clarence pensa a un’innocente bugia e che Ramon voglia solo un tête-à-tête con lui.

Giunti nell’androne, Ramon tira fuori un foulard di seta e lo benda, invocando la sorpresa. Clarence non si fa pregare e si lascia condurre verso l’ascensore. Entrati nella cabina, Ramon spinge un pulsante e svita la lampadina, in modo da lasciarlo al buio.
Al terzo piano l’ascensore si ferma. Si aprono le porte.

 

 

– Eccoci.

Ramon esce silenziosamente, e qualcuno entra.

 

 

Le porte si richiudono. Clarence percepisce che stanno proseguendo verso l’alto, ma non dice niente e resta in attesa di un cenno.

L’ascensore arriva a un piano e si ferma.

 

In cabina tutto tace, Clarence percepisce una presenza, ma non sa bene che fare.

(timidamente) – Posso togliermi la benda?

 

Nessuna risposta.

 

Clarence allunga un braccio in avanti, la sua mano urta qualcosa di morbido.

 

– Ops, non volevo…

 

 

La persona che è con lui si avvicina e fa per sfilargli la giacca. Clarence percepisce movimenti e spostamenti dell’aria nella cabina.

 

Una fragranza che Clarence conosce bene diviene sempre più percepibile nell’aria.

Una mano leggera e sottile comincia a sbottonargli la camicia.  E anche la camicia lentamente viene via… La stessa mano si avvicina al torace e pian piano sale verso il collo, il mento, le labbra. La benda è inutile al buio, ma può servire altrove…

 

Clarence sente quella presenza scivolargli alle spalle, e il foulard stringersi intorno ai polsi.

Con le mani legate non può opporre resistenza e non può fare niente, solo ‘subire’.

 

Mai come in quel momento Clarence perde la cognizione del tempo e dello spazio.

Ad occhi chiusi nel buio, lassù, mentre Ramon aspetta di sotto.

 

——-

Quando Clarence esce dall’ascensore e si ritrova con Ramon, Ramon lo guarda fisso ma non dice nulla.

Anche in macchina non scambiano parole, solo sguardi, ma per tutto il tragitto Ramon guida quasi con una mano sola, tenendo la destra sempre serrata alla mano di Clarence.

 

Nei due giorni seguenti Clarence è stato in barca con Tatoo.

Ramon invece è sempre stato al Nomentano, in attesa del ritorno di Clarence.

 

 

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=L8sDwWegQ6E

 

 

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