Scoop by Scop (Novella 2011 – Senza scampo)

 pioggia

Casa di Clarence – 8 luglio

 

Nel pomeriggio arriva una chiamata sul satellitare di Cla’, mentre quest’ultimo non è in casa.
Ramon è incerto se rispondere o meno, vede che si tratta di Tatoo e non resiste.

Tatoo prega Ramon di farlo richiamare per una cosa urgente. Ramon chiama Cla’ allo studio per avvisarlo.

Dopo mezz’ora Ramon si rifà vivo con Clarence.

– Che voleva?

– Ah niente, è in barca, ma ha un problema a casa… operai…

Ramon si aspetta una risposta più esauriente, ma Cla’ sembra voler glissare.

 

– Sa che domani parto?

– Sì, perché?

– Beh, conoscendolo…

 

(Cla’, insofferente) – Ramon?

– Sì, amore?

– Appunto. Ancora sto problema?

 

Ramon si sente colto sul suo punto debole.

– Ok, Ciccio, non lo faccio più, promesso…

 

——-

9 luglio in mattinata, al cellulare

 

– Me lo tieni d’occhio, Pa’?
Oh però mi raccomando… non troppo da vicino, chiaro?

sesso strano

 

(lei, ridendo) – Devo tenermi a distanza di sicurezza? Cioè lontano dalle sue palle etc etc?

– Sei perspicace, donna, che tu sennò chissà che mi combini…

 

– Moi? Lui piuttosto…

 

(curiosissimo) – Perché che fa?

– Cosa vorrebbe fare, devi dire!… Devo tenerlo a bada come posso…

– E tu non tenerlo a bada, cedi direttamente…

 

– Ah sì? Ok, maestà, sarà fatto.

 

(Ramon non se l’aspettava)

Ramon – Ma tu cosa vorresti fargli, no sai, tanto per avere un’idea…

– Che gli farei? Oddio, e lo devo dire a te?

 

– Certo. A chi vorresti dirlo, a tuo marito?

 

– Ramon, sai dove devi andare?

Ramon – Sì ci vado dopo… (cantilenando) Dai, dimmelo in un orecchio, non lo dico a nessuno, nemmeno a Cla’…

– Vedi di sparire.

– No, dai sul serio, dimmelo, almeno so a cosa vado incontro…

– Tu?

 

– Sì, io. Secondo me tu tirerai fuori qualche arma segreta, e magari me lo fai secco Cla’, così poi mi lascia e si mette con te… Allora, vuoi dire o no?

– Va bene, Ramon, lo vuoi sapere? Me lo porto a casa una settimana e per una settimana me lo faccio in tutti i modi possibili, fino a sfinirlo.

 

– Anche sospesa?

– Certo!

tavolo
E anche a pancia sotto su un tavolo?

Gamy – Chi sul tavolo?

– Tu, ovviamente.

– E lui dietro?

Ramon – Eh!

 

Gamy – Ma che discorsi sono questi?!
Ho detto in tutti i modi, me lo faccio in tutti i modi…

 

Ramon cambia di colpo registro
– Che cattiva… a lui sì e a me niente?

e piagnucola come un bambino cresciuto.

 

– Ohhhhhhhhh insomma! Poi ci penso a te!

 

ramon el diablo(e qua Ramon si ritrasforma subdolamente in adulto)
– Allora lo fai anche con me?

– Ramon, ma tu non devi prendere l’aereo?

 

– Sì, ora che Cla’ citofona devo scendere. Ma non lo faccio se prima non mi dici che lo fai anche con me…

Si sente suonare al citofono.

– Eccolo. Allora?

 

Pa’ resta esitante.

 

– Pa’, datti una mossa, devo scendere.

– E va bene, Ramon, vai!…

 

– È un sì?

Lei non risponde.

Ramon (contento) – È un sì, daiiiiiii, andato!…

 

Gamy scuote la testa dall’altro capo del telefono.

Ramon – Quando torno ne riparliamo… anzi no, ci diamo dentro come matti, hai promesso…

(retropensiero di Gamy: Sì, sti cazzi…)

 

——-

La sera stessa della partenza di Ramon, Tatoo si trasferisce da Clarence.

Poteva Cla’ lasciarlo a casa con il bagno inagibile, o peggio ancora chiedergli di rimanersene in barca? Certo che no…

Cla’ è costretto a riferire la novità non appena Ramon ha messo piede a Siviglia.

 

(Ramon al cell.) – Sicché deve stare da te, cioè da noi?

Cla’ – Solo per qualche giorno, finché non gli sistemano il bagno…

 

– Che fortunata coincidenza… E dove lo metti?

– Nella stanza degli ospiti, ovvio.

 

– Sicuro che rimarrà nel suo letto?

lettone di Cla'(ridacchiando) – Ne sono certo, visto che il mio è già occupato da una donna…

 

Questa Ramon non se l’aspettava. Essere preso in contropiede dal suo Ciccio.

– Bravo, facciamo anche le battute!

(Cla’ lo cogliona) – Scemo!
Magari fosse occupato come l’altra volta…

– Quale altra volta?????????

– No, niente, giorni fa…

– Eh no, mo’ parli, mo’…

– Ma siamo in internazionale…

– Me ne frego!!!!!!!!!!!!!!

 

– Dai, amore, ti avevo detto che era passata da casa… è solo che Pa’ si è stesa sul letto… non ho potuto fare a meno, mi sono messo alle spalle, le ho raccontato una storia e ci siamo addormentati.

– Meglio che fai l’architetto, mi sa… Ma scusa com’è che vi siete addormentati?

– Eravamo completamente rilassati, e io sono stato benissimo.

– Ed è finita là?

– Dovevo tornare allo studio. Che palle!

 

– Ciccio, io me la sono scampata con le corna, ma tu ecchemadonna!

– La prossima volta sarà diverso, me lo sento…

 

Ramon pensa “Pure io me lo sento, sai dove…”

 diavoletto sdraiato

——-

Non c’è verso per Cla’ di riuscire a organizzare una serata da solo con Gamy mentre Ramon è via. Un contrattempo dopo l’altro, quasi una congiura…

Finalmente il 13 luglio, la sera prima del suo rientro, Cla’ e Pa’ sono nei paraggi del Nomentano, e tutto sembra filare per il verso giusto.

 

Cla’ – Saliamo su da me? Thomas starà fuori fino a tardi.
Ho le foto del parco, quelle che ho fatto a gennaio.

Pa’ – Poi però taglio la corda…

– Okay… (lui pensa: “Stasera non esiste proprio che ti mollo…”)

 

In ascensore.

Cla’ sta tutto suadente. Le accarezza una spalla attraverso la tuta di seta.

 

– Bella questa tuta… ti sta divinamente.

– Non è un po’ troppo scollata per la città?

– No, no, anzi!… va benissimo
(pensa: “mi piacerebbe sfilartela…”)

Gamy lo guarda e pensa: “Stasera me la vedo black…”

 

Arrivati su al quarto piano, Cla’ apre la porta di casa e trova tutto spento.

– Non c’è nessuno, infatti…

 

Ma appena messo piede dentro, parte un black out nel palazzo.
Il buio diventa fittissimo. Lui approfitta per allungarle un braccio intorno alla vita.

candele cla'

 

Cla’ – Aspetta qua, provo a cercare la torcia o le candele in cucina.
È la seconda volta questa settimana, e sempre di sera…

Pa’ si lascia sfuggire
– Meno male che non eravamo in ascensore!

(lui, sommessamente) – Sfiga vuoi dire…

 

– Come?

(lui) – No, niente… (pensa: “poteva essere il Tuscolano 3…”)

 

Pa’ fa qualche passo in avanti cercando di ricordare la disposizione dei mobili nell’ampio ingresso all’americana. Si muove cautamente in direzione della luce che vede filtrare dalle imposte del salotto. Ne scosta una, un flebile raggio filtra all’interno.

Si avvicina a tentoni al divano, si siede sul bordo. Col sedere urta qualcosa di morbido.
Fa per tastare con la mano e sente al tatto una gamba liscia e tonica. Ma soprattutto nuda.

– Sei qua.

Pa’ si accorge subito che non è solo la gamba ad essere nuda, ma tutto il resto del corpo.

(un po’ spiazzata) – Oddio Cla’…

Di colpo, sente una mano cercare la sua, una mano avida di carezze, che la spinge ad arrivare fin dove ci si immagina. E lì a indugiare.

È un attimo.

Ritornata di colpo la luce, Pa’ vede Clarence sulla soglia, candele in mano, e un uomo nudo sul divano, con gli attributi coperti a stento dalle mani di due perfetti estranei.

Pa’ caccia un urlo, e schizza via come un gatto.

A Cla’ cascano di mano le candele; si toglie di corsa la camicia, e la getta al volo a Thomas, per consentirgli di coprirsi almeno un po’.

 

Tatoo alterna tutte le possibili espressioni in volto, in apparenza imbarazzato per la figuraccia.

cuffie– Oddio scusate! Mi sono addormentato con gli auricolari, non vi ho sentito entrare –
cerca di giustificarsi Thomas, cercando alla bell’e meglio di coprirsi gli attributi.

– Ma non dovevi uscire? fa Cla’ (più imbarazzato di lui)

(Thomas, alzandosi in piedi) – Sì, ma poi ho cambiato idea. Ho fatto portare una pizza, mi sono fatto il bagno, e mi è venuto sonno.
Oddio, sono proprio imperdonabile, scusate!

 

Cla’ cerca di sdrammatizzare, sorride a denti stretti.

Thomas, avvicinandosi e porgendo la mano – Tu devi essere Paola, vero? Ho sentito molto parlare di te.
Quasi per farsi perdonare le fa il baciamano.

Pa’ annuisce, ancora imbarazzata, cercando a sua volta di non darlo a vedere.

– Okay, allora vi lascio soli
fa Thomas quasi piroettando su se stesso, la camicia di Cla’ avvolta sul sedere.

– È stato comunque un piacere averti conosciuta

e mentre Thomas sta per ripetere il suo baciamano quasi gli si sfila di nuovo la camicia. Lui afferra a stento i lembi delle maniche evitando il peggio, sorride e sguscia via.

 

Cla’ e Pa’ si guardano dritti negli occhi e poi scoppiano a ridere.

Per quella sera solo foto e via.

——-

Durante la notte, da Cla’

 

Clarence ha appena preso sonno, dopo una serata decisamente storta.
Qualcuno però ha intenzione di tenerlo ancora sveglio (e occupato…).

Thomas approfitta della porta aperta e dell’oscurità per adagiarsi quatto quatto sul lettone, dal lato di Ramon. Va ripetendo fra sé che non è il caso di fare altre cazzate, già ne aveva combinata una grossa. Però non ce la fa a starsene tranquillo, a riagganciare il sonno. Strane idee si impossessano di lui, quelle che per tanti mesi ha dovuto allontanare…
Quel corpo accanto lo eccita come in passato, e ora più che mai, ora che gli appare inarrivabile.

Ultima sera da Cla’, perciò o la va o la spacca.
Si avvicina e gli si addossa con tutto il corpo, cingendogli la vita con un braccio.

Quasi in automatico Cla’ si risistema meglio, come è solito fare con Ramon che gli si abbarbica, senza avvedersi che stavolta non si tratta di Ramon, ma di Tatoo.

Thomas lo interpreta come un assenso, crede che lui l’abbia riconosciuto ed accettato e prende ad agitarsi per cercare di coinvolgerlo. Non appena la situazione prende una piega diversa dal consueto, Clarence si rende conto che alle sue spalle non c’è Ramon, ma quel suo ex ancora innamorato, del quale lui non è più cotto, pur sentendosi legato.

 

Si gira di scatto.
– CAZZO FAI TOMMY!!!

Lo strattona, si allontana, poi accende la luce e si mette seduto, i piedi per terra.

 

– Baby, non fare così, ti prego!

Cla’ resta di spalle, incazzato.

 

Thomas si solleva col busto, lo abbraccia alle spalle, nonostante Cla’ cerchi di divincolarsi. Gli sussurra all’orecchio che lo ama, ancora, sempre, che ha sbagliato, che c’è ancora un futuro se solo lui…

Cla’ fa minore resistenza e sta lì ad ascoltare, ma scuote la testa.

 

– Lascia perdere Paola, Ramon… torna con me. Ho imparato la lezione…

 

Cla’ si sente come in trappola, era l’ultima cosa che voleva sentire.

Il silenzio tra loro si fa pesante.
 

Tommy gli si siede accanto, mentre Cla’ continua a guardare davanti a sé.

– Tu non capisci, Tommy…
Per mesi sono stato male quando è finita, non riuscivo a credere di averti perso.

Tatoo lo interrompe, gli accarezza il braccio – Tu non mi hai mai perso Cla’… anche quando ti ho tradito, non è mai stato contro di te, avevo solo bisogno d’altro…

– Ecco! Ora finalmente l’ho capito anch’io…
Amo Ramon, Tommy, lo amo come nessun altro… non voglio altro…

sogno
– E Paola?

– Pa’ è solo un sogno, una cosa preziosa. So che lei non la perderò mai. Qualunque cosa accada.

Clarence si gira ora verso Tatoo.

L’espressione di Tommy lo sconquassa.

– Anche te, lo so, non ti perderò mai.
A modo mio ti amo sempre… non in quel modo lì, ma ci sono sempre per te.

 

occhi TatooTatoo piazzia i suoi occhi azzurri negli occhi di Clarence. Una cosa a cui Cla’ non è mai riuscito a resistere.

(sussurrando) – Baby, ORA ho bisogno di te… Non mi dire di no.

Afferra delicatamente le mani di Cla’, se le fa scorrere addosso; si stende sul letto in attesa di quell’attimo rubato ad altri pensieri.

 

Cla’ – Una volta soltanto e solo di mano, okay?

Tommy annuisce e si abbandona.

 

——-

Nei giorni seguenti

Tornato Ramon, dopo due giorni è la volta di Clarence.
Nervosissimo, Ramon aspetta con ansia uno squillo, un sms dal suo amore biondo all’altro capo del mondo. E quando finalmente arriva, Ramon telefona a Pa’ per avvisarla che è tutto ok, Cla’ si era raccomandato… Vabbè, a Ramon serve almeno per stemperare la tensione…

Segue una settimana convulsa sia per Ramon che per Pa’, non c’è mai modo di organizzarsi, o forse il modo c’è, ma Pa’ abilmente si sottrae…

Fino a quel giorno, o meglio quella sera…

 

Roma pioggia27 luglio, a Roma una giornata campale.
Nuvole grigie fin dal mattino, previsione di pioggia in serata.
Azzeccata, alle 9 di sera attacca uno scroscio fenomenale. E tuoni nella migliore tradizione autunnale. Insomma un’estate coi fiocchi.

Niente di strano, se non fosse che quella sera il trio s’era finalmente organizzato per vedersi nel dopocena, magari per una birra in un pub (per gli uomini, ovvio, sta donna non beve…).

– C’è un cambiamento di programma – fa Gamy al cell. con Clarence.
Se non smette di piovere mi sa che non riesco a venire da te.

– C’è anche un altro cambiamento, mi sa.

– Cioè?

– Vieni e lo scoprirai.

 

Dopo mezz’ora Pa’ è in strada con i sandali in mano e ai piedi delle scarpe di ricambio. In venti minuti è al Nomentano.
Arrivata da Cla’ lui la precede nella stanza da letto.

Steso fra decine di cuscini, Ramon, coi soli boxer di seta indosso, sembra non trovar pace.

Gamy – Che hai combinato?

Ramon fa una smorfia di dolore, massaggiandosi un fianco.

– Vai Cla’ ti prego, mi fa male!

Pa’ guarda Cla’

– Sta così da mezzogiorno, ma è andato peggiorando in serata.

– Quell’è perché ci hai dato troppo dentro, di’ la verità… – lo sfotte Gamy.

 

Ramon – Magari!
È solo la bavetta fredda di stanotte…

Pa’ – E la vecchiaia, dove la metti?

 

Cla’ – Sentite, io vado in Farmacia, prima che riprenda a piovere.

Pa’ – Vuoi che ti accompagno? Ho la macchina qui sotto.

 

– No, tu resta qua con lui, dovesse aver bisogno di qualcosa.
Faccio in un attimo, dovrebbe essercene una qui vicino.

– Prendi pure le strisce Cla’, balbetta Ramon

– Okay, vado.

 

Pa’ lo accompagna alla porta, e ritorna nella stanza da Ramon.
Lascia la sua borsa sulla poltrona e si libera della maxisciarpa di lino che le nasconde le spalle. Una tunica leggera e trasparente lascia intravedere sotto un reggiseno nero.

Ramon – Come sei bella stasera, Pa’…

Lei lo guarda confusa.

– Non stare là in piedi. Vieni, siediti qua accanto a me.
Le fa segno con la mano di avvicinarsi.

 

Pa’ si accosta e si siede sul letto lambendo la sua gamba destra.

– È qua che ti fa male? fa lei indicando il lato sinistro del corpo.

 

Lui si gira lentamente, sollevando il fianco dolorante.

 

– Hai messo la crema?

– Sì, me l’ha messa Cla’, ma è finita.

 

– Qua ci vorrebbe un massaggio di Antonio, è un mago con le mani, dice Didy…

– Fammelo tu un massaggio, ti prego…

– Senza crema?

(lui fa una smorfia) – Dai sì, magari funziona lo stesso…

 

Ramon la osserva di sottecchi mentre lei si accinge a massaggiarlo.
Lei lo sfiora delicatamente con le dita.

– Male?

– Appena appena… però… Mi metto a pancia sotto? Così sto scomodo.

– Sì, forse è meglio.

 

ramon di spalleRamon si riposiziona, spingendo in basso l’elastico dei boxer.

– Mi fa male fin qui.

Praticamente le mostra mezzo gluteo.

 

Un attimo dopo Pa’ lo sente mugolare, non si capisce bene se di dolore o di piacere, sotto le sue mani.

– Anche davanti mi sa – fa lui a un certo punto.

E si gira, mettendosi supino.

 

Lei prende a massaggiarlo dal lato dolorante.

Gli occhi chiusi, Ramon sembra realmente trovare un poco di sollievo.

 

– Vai più su, con tutt’e due le mani.

– Dove?!

– Qua – lui le prende le mani fra le sue e se le sistema sulla pancia.

 

Pa’ esegue, ma comincia a pensare che lui stia approfittando un po’ troppo.

– Sì, così… sì, ti prego… mmmmhhhhhh…

Vai su…

 

Ora scendi… sì, cosììììì…. (sospira)

Ramon apre gli occhi, si rende conto che le sue parti basse si vanno destando rapidamente.

(a denti stretti) – Pa’ mi sto eccitando…

lei – Che cazzo stiamo facendo!!!…
Lei solleva le mani, decisa a smettere immediatamente.

(la voce rotta) – No, dai ti prego continua…
Continua…

 

Si solleva leggermente col corpo e con le mani fa per accostarle la testa al suo inguine.

Pa’ capisce che la situazione si sta facendo compromettente, e resta com’è ovvio esitante.

– Dai Pa’, non pensare… ti prego!

E intanto tira giù i boxer, mostrandole il mostrabile.

Il suo tono si fa più incalzante, anche se delicato

– Prima che viene Cla’, dai Pa’…
Spengo la luce, se vuoi…

E spegne.

 

Pa’ si ritrova al buio, le sue mani sul corpo fremente di Ramon, che altro non aspetta che di venire, con lei.

Lui le accarezza i capelli

(suadente) – Dai… dai, Pa’…

 

ramon boxer
Niente tempo per pensare.

Prendere o lasciare.

Niente scampo.

 

 

Niente scampo.

 

 

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

 

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