Berlino
Qualcuno non ha mandato giù il pesce d’aprile…
Ramon – Io lo spelo quando torno, lo faccio a brodo! (pausa)
Tu lo difendi e lui se ne approfitta!
– No che non è così!
– Sì che lo è invece!
Voi due fate combutta o come cazzo si dice in italiano… e perché poi?
(pragmaticamente) – Così me la tiene d’occhio Pa’…
– Sì, perché secondo te Pa’ se volesse… (e allude con lo sguardo) si fa fregare da un topo o giù di lì?
La credi scema?
A Cla’ viene da ridere ma si trattiene e resta serio
– Primo, lui non è un topo…
– Già, è un altro animalaccio…
– “Tu” sei un animalaccio… (pausa)
Secondo… i suoi scatti sono utili, a volte li prende da strane angolazioni…
Ramon – Ma sentilo!… Pure ragno sei diventato…
– Ragno? Guardale tu…
(e si dirige a un cassetto da cui estrae una decina di fotografie)
…che ne dici di queste?
Ramon le scorre con gli occhi sgranati
– Però… s’è messo d’impegno il ragazzo… e tu che gli hai promesso in cambio?
Clarence rimane zitto.
Ramon lo fissa indagativo.
– Me lo può guardare mentre mi lavo…
– Non lo faceva già? (pausa)
– …Vabbè, anche accarezzare… con le orecchie, però… poi se ha sottomano la macchinetta digitale… qualcosa ci scappa…
(scuotendo la testa)
Ramon – Io non sto con un uomo, sto con un pazzo maniacale…
Qua sono l’unico a ragionare…
– E il catalogo del pelo, dove lo mettiamo?
(colto sul vivo) – Quella è Arte, bello… perizia certosina… (pausa)
A proposito, ieri e oggi non te li ho misurati…
Cla’ – Poi sono io il pazzo…
——-
6 aprile, preparando le valigie per tornare a Roma.
Cla’ tira fuori una scatola e la mostra a Ramon.
Costume di carnevale per il Gigio. Non della misura di Cla’, però. E indovinate per chi e per farne cosa.
Ramon lo fulmina come il baffone di Stanlio e Ollio.
– No, no e poi no!!!
– E invece sì!
Ma insomma che ti costa?
(pausa)
Dai Ramon, se non per lui fallo per me…
(e si avvicina languido)
Dai…
(prende a smanettarlo a dovere….)
Ramon – Smettila Giuda…
Non vedo perché dovrei…
Cla’ sa come farlo capitolare. L’artista delle mani…
(senza sottrarsi)
– NO, stavolta sarò… inflessibileeeeee…
(in un secondo cambia parere)
(sospirando) – E va beneeeee, sìììììì!…
A quel punto Ramon è partito in quarta e rivendica un trattamento completo.
Cla’ non si fa certo pregare…
Poco dopo
Stretti l’uno all’altro, la testa del moretto appoggiata al torace di Cla’
– Va bene dai, ma solo per stavolta, e solo se mi gira, okay?
– Bon.
Cla’ gli accarezza i capelli, se lo coccola come un bambino.
– Già che ci siamo non potresti…
– Cosa?
– Farmi vedere come ti sta?
——-
6 aprile, in serata
Se ne stava bell’e tranquillo, in attesa del ritorno di Cla’ con la spesa, quando a un tratto Ramon sente squillare il cellulare. Viene investito da una voce concitata che urla e spara a raffica in spagnolo
– Brutto stronzo! Non basta quello che combini per conto tuo, mi hai rovinato pure la bambina!… Una manica di depravati siete, un’associazione a delinquere…
Ramon, preso alla sprovvista la lascia dire, e quando la voce si interrompe
– Mamma, che piacere sentirti, vedo che sei in forma!
Lei riprende a vomitargli addosso il suo veleno
– No, ma stavolta me la paghi, quanto è vero iddio non la passi liscia…
Lui tenta di difendersi
– Che avrei fatto stavolta?…
– E hai pure il coraggio di domandarlo? Mettiti la mano sulla coscienza se ancora ne hai una…
– Coscienza?
(pausa) Ah sì, forse ho capito…
(e ripensa all’unica cosa riprovevole, il bacio a Celia in aeroporto)
Per un bacetto… poi è stata lei, mica io, doveva…
Lei lo interrompe bruscamente
– Bacetto? Quale bacetto, brutto porco… Nooooo, pure questo mo’… oh madonna mia!
Non bastava le sconcezze che ha fatto con l’amico tuo…
– Di quali sconcezze parli, mammina cara?
– Quelle che Celia ha fatto col tuo fidanzato, che a quanto pare non disdegna le fanciulle in fiore!
E qua Ramon è realmente preso in contropiede.
(spazientito)
– Senti ma’, te lo ripeto, è stato solo un bacetto tra me e lei, e senza lingua se proprio lo vuoi sapere… ma per favore lasciami stare Cla’, lui non c’entra niente, Celia non l’ha neanche guardata…
Maria Filomena Vergine di Santo Spirito (nome all’anagrafe, mica inventato) diventa una vera furia anguicrinita
– Non l’ha guardata? E sì, c’ha fatto altro!
Ho le prove! Sta tutto nel suo diario, pure la foto!
A quel punto Ramon comincia a tentennare
– Quale foto?
– Quella del suo panorama sul davanti. Proprio un bello spettacolo!
In quel momento due eventi in due diversi luoghi del pianeta fanno per peggiorare lo stato delle cose: Celia, di ritorno a casa, coglie un frammento della conversazione ma da quel poco intuisce che sua madre, diario alla mano, se la sta prendendo con Ramon che ovviamente è all’oscuro delle sue magagne, mentre a Berlino un ragazzone sorridente torna stracarico di ultimi acquisti trovandosi davanti un’espressione mai vista prima.
(Celia, urlando) – Lascialo stare ma’, lui non ha fatto niente!!!
(mamma) – Lo difendi pure! Lui che ti ha reso una puttana! Anzi no, il suo compare!
Si interrompe bruscamente la conversazione telefonica.
Ramon resta col cellulare in mano, incapace di articolare un suono.
Cla’ a sua volta resta a fissarlo interdetto, l’espressione di Ramon è a metà fra lo sconcerto e l’incazzatura.
Dopo qualche secondo di muta sospensione
Ramon
– Mi spieghi che cazzo hai combinato?
Poco dopo Celia chiama Ramon, scusandosi con lui per quello che è successo con la madre.
Considerato che le due versioni fornite da Celia e da Cla’ (che finalmente realizza dove era finito nudo in allegato) coincidono, Ramon si rasserena.
A Celia, al telefono
– Di’ a mamma che se stavolta non mi chiede scusa non mi vede più, e non sto scherzando…
In separata sede a Cla’ – Tu però che scemo!
E per tutta la serata non fa che ridergli appresso e sfotterlo.
Fiumicino-Roma, 7 aprile, primo pomeriggio
Intravista Paoletta da lontano, Cla’ subito si fionda verso l’uscita per abbracciarla, quasi scordandosi delle valigie sul nastro. E meno male che provvede Ramon…
Non più nella pelle, Cla’ la solleva come una piuma e la bacia sulle labbra. Resosi conto che è meglio evitare troppa foga in pubblico la depone, attende che anche Ramon la baci più castamente, per poi avviarsi all’esterno verso la macchina di lei.
Cla’ (a Pa’) – Fai guidare Ramon, noi ci mettiamo dietro…
Valutata al volo la mise di Pa’, Ramon ammicca sornione, prende le chiavi e si dirige alla guida.
Cla’ e Pa’ intanto prendono posto dietro dopo aver sistemato le valigie nel bagagliaio.
Prendono posto… beh, diciamo che lei si siede accanto a lui e lui le impone di sedersi su di lui, dandogli le spalle. Mai sia sprecare l’opportunità fornita dalla gonna di shantung di seta… Oltretutto c’è anche l’amuchina gel nel cruscotto per le mani…
Da quel momento Cla’ non si sente più fiatare, tutto preso ad armeggiare con le mani sotto la gonna, mentre Paoletta si protende verso Ramon per scambiare comunque due parole e non farlo sentire escluso.
Non è facile però conversare se uno alle spalle ti manipola e ti assale in un certo modo…
Lei fa finta di rimproverare Cla’, ma si capisce a un miglio che ci gode.
– Ohhhhhhhhhhh! Ma insomma Cla’, vogliamo stare buoni?…
(lui candidamente) – No!
lei si rivolge al moretto
– E dai Ramon, aiutami!
(Ramon, ridendo) – E che devo fare?
Sei donna, ti devi stare…
– E figurarsi, questa mi mancava…
(lui) – E poi che vuoi, tu ti metti così, la gonna corta…
– Ma se sei stato tu al telefono a dirmi di vestirmi così!!!…
(l’espressione da diavoletto)
– Perché conosco il mio socio… volevo solo favorirlo (pausa)
Oh, poi questo sta così da un mese, dico…
– Anche tu stai così da un mese, però non mi zompi addosso.
– Solo perché sto guidando…
– Ah ecco! C’ho le serpi in seno…
Ramon – No, direi che hai qualche altra cosa da un’altra parte…
– Scemo!!!
(e gli dà un buffetto sulla testa)
Cla’ approfitta per dare un colpetto appunto da un’altra parte, lei si volta per fargli la faccia brutta.
– Okay sto buono!
Per ora…
Sì, perché ormai erano in pieno centro abitato, meglio evitare certi eccessi…
Ma una volta saliti al quarto piano, chiusa la porta…
Cla’ prende per mano Pa’ e la trascina in bagno, dove entrambi si lavano le mani, come da implicito rituale, e mentre Ramon annuncia, dirigendosi in cucina
– Allora io preparo il caffè…
cui riecheggia
– Sì, bravo!
Cla’ trascina Pa’ verso la stanza col lettone in mogano o palissandro (ancora non mi è chiaro), ovvero quella in fondo, e sedutosi sul bordo la fa sistemare di corsa a cavalcioni su di lui, dopo essersi tirato giù la zip.
In men che non si dica saltano i bottoni a pressione del suo body ricamato, e assicurato un varco Cla’ raggiunge la sua meta, senza che lei possa fare nulla per arginarlo
– Sìììììììììììììììì, dai!!!
Lei cerca di tenergli testa, di rallentarne l’impeto, cosa non facile con uno abituato, bontà sua, agli tsunami…
Il cuore gli batte all’impazzata. E nonostante questo lui si alza in piedi tenendola sospesa.
Pa’ si mette d’impegno per allentarne lo sforzo e la concitazione.
Gli sussurra qualcosa nell’orecchio, bacia le guance, gli lambisce il collo con le labbra.
– Mettimi giù, come prima…
Lui esegue e si fa guidare.
Gli occhi socchiusi, Cla’ prende a baciarla sempre più dolcemente, consapevole di esserle piombato addosso come un ciclone
– … scusami Pa’, è che non vedevo l’ora…
Lei gli prende il volto fra le mani, lo riempie di bacetti e va via via aumentando la sua, di intensità. Lui prende a muoversi in sintonia con lei, e insieme raggiungono un equilibrio e il top.
Una decina di minuti dopo riappaiono in cucina.
Ramon gli versa il caffè e gli porge la tazzina.
– Va meglio ora?
Cla’ (sorridendo) – Sì, decisamente.
Lei sorride.
Ramon – Pa’ non hai idea questo come stava… Insopportabile!
Bevendo un sorso di caffè
– Ma se non mi sono mai lamentato…
– Tu no, ma la tua faccia sì…
(a lei) Ha lavorato come un pazzo, per venir via prima…
(rivolta a Cla’) – È vero?
Cla’ annuisce.
– Altrimenti dovevamo stare là per tutto aprile…
– Senti tutto aprile… tu sei sistemato. E moi?
(lei a Ramon) – Oh, che io devo andare!
Cla’ – Nooooooo… di già?
– Eh! Sono solo in libera uscita. L’ora d’aria…
Ramon – No, però non vale, così io resto tutto costipato…
Cla’ – Vuol dire che a te ci penso io…
(protestando) – Ma non è lo stesso!… (e guarda Pa’ con finta aria supplice)
– E che volete da me!… Già è assai se sono qua…
Ramon fa la faccia sconsolata.
Ramon – Pa’ tu però potresti venire su da noi di tanto in tanto, così ehhhhh… (e lascia intendere con un gesto della mano)
– E come faccio?!
Cla’ – Ti porti la gattina nella borsa…
Farina: “Eh sì… e il Farina nel borsone. No?”
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
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