Casa di Cla’
20 novembre, di sera, da soli
Il moretto è, come suo solito, accoccolato nell’incavo del braccio di Cla’.
Clarence sembra ora completamente rilassato.
Ramon – Meno male che ero io quello che la strapazza… ti sei dato da fare come un matto… Lei però ti ha sfinito bellamente, e brava Paolè…
Clarence accenna appena un mugolio.
Ramon – Oh, sicuro che non hai combinato un guaio?
Cla’ lo guarda di sottecchi
– Sicurissimo, purtroppo.
– Come sarebbe ‘purtroppo’?
– Mi piacerebbe che si bucasse qualche volta…
(Ramon, sconcertato) – Cla’ ti sei fatto una canna?
(pacioso) – Ti pare mai?
– E allora?
– E allora… c’è che a volte… lo vorrei…
Ramon – Un figlio?…
– Non lo so… però da quando c’è Mathias…
– Mathias o Paolè?
Cla’ sembra andarsene per la tangente
– Ci pensi?… potremmo prendere anche un gatto, uno di quelli che piacciono tanto a Pa’… quelli con la coda alla Léon… i turchi…
– Meglio che dormi, Cla’…
(retropensiero: “Qua bisogna correre ai ripari, d’urgenza!”)
——-
Lunedì 21 novembre, sera
Ramon se ne sta spaparanzato sul divano con indosso un plaid di cachemire.
Clarence si avvicina e si meraviglia di trovarlo coperto, lui che sta sempre mezzo nudo, anche col gelo.
– Che è successo, stai male?
– No, sto benissimo, ti stavo aspettando…
Cla’ gli si siede accanto e solleva un lembo del plaid.
Cambia subito espressione e ridacchia
– Ah ecco perché…
Sotto Ramon è a torso nudo come al solito.
– Così ti invoglio a farmi due coccole…
– Perché, non te ne faccio abbastanza anche vestito?
(soffocando la risata)
– No, mi trascuri…
(Cla’ invece se la ride apertamente)
– Io?
Vieni qua a papà, scemotto…
Si allunga sul divano e gli consente di sistemarsi fra le gambe.
Cla’ prende ad accarezzargli i capelli pensando che deve approfittare della situazione per liberarsi del peso…
Senza rendersene conto si mette a pensare ad alta voce.
– Amo’, ti devo parlare…
– Di’ pure…
– Cosa?!
– Hai appena detto che mi devi parlare…
Cla’ pensa “Oh madonna, e mo’?…”
Ramon si volta a guardare Cla’.
Clarence non sa come cominciare.
– Che è st’aria seria?
È successo qualcosa?
Paolè?…
– No. (pausa)
Prometti di non arrabbiarti?
– Sì. Cioè no. Dipende.
– Hai presente la volta che Paolè ti ha fatto lo shampoo e…
Ramon lo fissa
– Sì. E allora?
– E allora lei ha preso un campione del tuo (e guarda in basso)… e io l’ho portato al laboratorio per farlo esaminare…
– Oddio e perché mai? (pausa)
Non mi dire… Aids?
– Ma che Aids e Aids… Noooo!
Ramon fa un sospiro di sollievo.
Poi lo si vede elucubrare.
– Non mi dire…
– Avevamo anche un fazzoletto di Mathias…
– Ma perché?
– Perché… perché io non credo alla versione di Roxy, e neanche Pa’…
Silenzio.
(Ramon, timoroso) – E cosa è venuto fuori?
Il cuore prende a battergli all’impazzata.
– Che c’è una compatibilità fra voi due del 90-95%.
– Cioè vuol dire che Mathias…
Cla’ annuisce.
Ramon si alza in piedi, liberandosi del plaid e prendendo ad andare su e giù per la stanza.
A un certo punto si ferma e si mette le mani nei capelli.
– Devo parlare con Roxy.
——-
La mattina seguente, a casa di Roxy.
Ramon si è fiondato da lei senza nessun preavviso.
– Guarda ho solo 10 minuti 10, sono già in ritardo pazzesco…
(lui, deciso) – Okay. Allora dimmi solo perché.
– Perché COSA?
– Perché non mi hai detto che Mathias è ‘davvero’ mio figlio…
Lei sgrana gli occhi
– Questa poi…
Ma che vi prende a voi uomini, vi fate le canne già dal mattino?
Lui sembra non ascoltarla
– …e per favore non mentirmi anche adesso…
Lei sospira.
– Senti, fai così lascia perdere, non è il caso di discuterne…
– NO. Voglio la verità Roxy, una volta per tutte…
– Potrebbe non piacerti…
– Lascia che sia io a decidere…
(rassegnata) – E va bene…
È Jonathan il padre di Mathias, non tu.
– Sì, e allora come mai ha il sangue come il mio?
Non lo dico io, lo dicono i test che abbiamo fatto…
Lei appare confusa da quella rivelazione, ma soprattutto preoccupata.
(incerta) – È perché Jonathan è… tuo fratello… o quasi…
Ramon la guarda stranito.
– È nato da una relazione che tuo padre ha avuto dopo la tua nascita… una dottoressa americana al distretto militare…
Hai mai sentito parlare di una certa Gwen?
(balbettando) – Nooo.
– Non mi meraviglia… Tuo padre pare che non abbia mai voluto riconoscere Jonathan, e sua madre fino a pochi anni fa non ha mai voluto dargli spiegazioni.
Ramon fa un gesto di sconcerto con le braccia.
– Quindi Jonathan non sa ancora chi è suo padre?
– L’ha scoperto dopo la nascita di Mathias…
(lei si siede sul bracciolo del divano)
Quando gli ho detto che non sapevo quale di voi due fosse il padre lui mi ha fatto fare un test. Da un campione di sangue di Mathias. Poi è andato dalla madre e le ha detto che il bambino aveva un difetto genetico e per curarlo occorreva fare delle indagini sugli antenati. Non era vero, ma così l’ha costretta a rivelargli chi era suo padre. È anche riuscito ad avere una copia della cartella clinica redatta alla tua nascita, per confrontare i dati. Praticamente lo stesso sangue…
Ramon la blocca.
– Scusa io continuo a non capire… ma se io e Jonathan abbiamo del sangue simile… o compatibile… insomma, perché dici che è proprio lui il padre e non io?
– Perché voi due avete il sangue quasi uguale, tranne che per dei dettagli.
E quei dettagli dicono che è lui, non tu.
Ramon la guarda perplesso.
– Se non ci credi parla tu con Jonathan…
– Va bene, voglio crederti.
Ma a questo punto perché lui non dice apertamente di essere il padre di Mathias?
Non l’ha riconosciuto o sbaglio?
– Ancora non l’ha fatto, ma forse lo farà. Col tempo.
All’inizio aveva preso tutto molto male.
Odiava l’idea di non sapere chi fosse il suo vero padre, e inconsciamente ce l’aveva anche con te, si è sentito tradito due volte dalla stessa famiglia…
Poi però ha capito che non doveva andarci di mezzo anche Mathias.
– Ma lui non si è mai fatto vivo con… mio padre?
– Che io sappia no.
Anzi gli ho promesso che non te l’avrei mai detto.
Ramon appare sconcertato quanto esausto.
Si accascia sul divano.
(lei) – Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così.
Lui scuote la testa.
– Dovevo aspettarmelo da uno come lui… come mio padre voglio dire…
Mi chiedo se mia madre non lo sa.
– Se non lo sa non è il caso che lo sappia adesso, non credi?
Squilla il cellulare di Roxy.
Lei guarda il nome che compare.
(a Ramon) – Lupus in fabula.
poi risponde – Dimmi… (pausa)
Ok. Alle 4 va bene.
(chiude)
Scusa Ramon ma ora devo proprio andare.
Lui fa per alzarsi
– Resta il fatto che Mathias è… mio nipote.
Lei sorride
– Sì… in pratica sì.
– Cla’ ne sarà felice… Lo sono anch’io, anche se…
– Se?
(sinceramente emozionato) – Non mi sarebbe dispiaciuto essere suo padre.
Lo stai tirando su bene.
Lei sorride di nuovo.
Ramon – Io voglio esserci, nella sua vita.
Non sono come mio padre.
– Questo lo so ragazzaccio… Ora però andiamo…
——-
22 novembre, più tardi allo studio di Cla’
Ramon ha spiegato per filo e per segno la faccenda a un Cla’ visibilmente sconcertato.
– Minchia ora c’hai pure un fratello ed un nipote. Che vuoi di più?!
(pausa)
Però che palle, ormai mi ci ero abituato…
– A chi, a Mathias?
– Al fatto che lui fosse tuo figlio… Così lo sentivo un poco mio…
Ramon lo guarda e fa una smorfia di disapprovazione.
– Questo non toglie però che noi si possa… tenerlo di tanto in tanto…
– Cla’ lo sai che io e i bambini non è che…
– Tu e i bambini… per me è diverso.
– Sseee…
– Perché, che hai da dire… la volta scorsa scusa non me la sono cavata bene?
(coglionandolo) – Sì sì…
– Eri tu ad essere un perfetto rimbambito… un incapace, ha detto bene Pa’…
– Quella è meglio che sta zitta… io sarò pure un incapace, ma quanto a istinto materno lei proprio zero…
– Magari prima o poi le verrà…
– Sì quando? Nel 3000 dopo Cristo?
– Quando io la metterò incinta…
(Cla’ allarga le braccia) Incidente!
(cambiando di colpo espressione e prendendolo per il colletto della camicia)
– Hey tu guardami bene negli occhi… non lo dire neanche per scherzo sai, che sei pericoloso… Meglio che l’avverto mi sa, che qua davvero stavolta facciamo una frittata e di quelle grosse…
– Io sono pronto a prendermi le mie responsabilità, se è questo che vuoi dire…
– Non lo metto in dubbio, mi sa che non aspetti altro…
(Cla’, pensandoci su un attimo)
– Vabbè, non esageriamo… voglio dire che mi piacerebbe, NON che lo farò…
– Già così va meglio… però io l’avviso lo stesso quella poveretta… se no tu glielo fai alle spalle…
(malizioso) – Eh, perché no…
——-
Al telefono, in serata
Anche Pa’ è stata messa al corrente, direttamente da Ramon, delle novità sul caso Mathias, e in parte degli imprevedibili risvolti sul caso Cla’.
Ma il discorso prende di colpo una strana piega…
Ramon – Paolè mi raccomando d’ora in avanti comprali ‘sempre’ rinforzati al titanio che qua tu rischi grosso…
– Ma scusa non era solo Cla’ il problema?
(sfottendo) – Sai ci ho ripensato, mi andrebbe bene un bel mulino bianco con tanto di bambini e di micione… forse ha ragione Cla’…
(lei) – Bene. Da questo momento in poi noi 3 abbiamo chiuso, chiaro?
Finito!
(ridendo) – Ahahah, e tu ci credi?
Tu non puoi fare a meno di noi, e noi di te, convinciti…
Sei donna e devi sottostare alla nostra volontà.
– Tu sei pazzo!!!
– Sì, sono pazzo. E allora? Non mi sfidare!
(minaccioso)
Guardati le spalle, Paolè, e pure davanti…
Ti metteremo incinta col solo sguardo… Io te l’ho detto…
… e pure io (Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
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