Casa di Cla’, stanza degli ospiti
Stesi sul letto uno accanto all’altro, i soli slip addosso, Cla’ e Ramon si godono il fresco del ventilatore a pale.
Ramon – Se non fosse che è proprio indispensabile, quel coso lassù mi inquieta…
– Paura che caschi?
– Già, meglio distrarsi… (e si sistema su un fianco)
Si trova facilmente che fare…
Ramon passa in rassegna con le dita i contorni del corpo del suo amato, indugiando sui capezzoli e intorno all’ombelico. Cla’, gli occhi socchiusi, si lascia accarezzare, poi afferra la mano di Ramon e se la porta alle labbra, sfiorandola delicatamente.
Ramon – Com’è stato?
Cla’ apre dolcemente le palpebre, prendendo a guardarlo con la coda dell’occhio.
La mano di Ramon scivola di nuovo giù, stavolta in basso.
Una lieve scossa attraversa i lineamenti di Cla’ mentre Ramon insinua la sua mano all’interno dei boxer.
Ramon resta a spiare avidamente ogni variazione su quel volto, pago del suo saper assolvere alla richiesta di piacere che sembra scaturire da quelle labbra dischiuse.
Cla’ (l’aria furbetta) gli lancia un’occhiata e non risponde subito, avendo colto un guizzo di gelosia nello sguardo di Ramon.
Poi chiude gli occhi per non ridere, li riapre e osservando il soffitto
– Lo dovevo fare prima sai, ci sa fare con la lingua…
Gli rivolge quindi lo sguardo.
Ramon lo fissa tra il curioso e il preoccupato, continuando ad accarezzarlo sul Gigio.
– Più di me?
(suadente) – Nooo. Tu sei… (e lo spinge a venirgli addosso)
Ramon non se lo fa ripetere, si adagia su di lui.
Le loro parti intime sfregano le une sulle altre attraverso la stoffa.
Quando i loro visi sono vicini al punto di sfiorarsi, occhi negli occhi, Cla’ prende a sfiorargli la punta del naso con la sua, poi accosta le sue labbra a cercare il contatto con quelle di Ramon.
Un contatto, una serie di contatti, sfioramenti delicati che si susseguono per intensità senza peraltro trasformarsi in un bacio vero e proprio.
Per una volta Ramon non parte in quarta, lo asseconda lentamente: resta lì a cercare con dolcezza questi contatti ripetuti e a goderne come se quel ragazzone fosse lì con lui come la prima volta.
Pago di questa attività preliminare, Cla’ si lancia in un inseguimento dei suoi impulsi e si abbandona con Ramon a un bacio ancor più lungo e intenso di quello dedicato a Rei.
Minuti pieni e interminabili.
Staccandosi Ramon emette un gemito e si abbandona sul cuscino
– Tu mi farai impazzire, Cla’!
– Amore mio tu sei già pazzo…
– Di te. È così.
Cla’ gli sfrega le dita sotto il mento, come se stesse circuendo un gatto.
Cla’ – E a te invece?
– Cosa?
– Drudy…
– Ehhh!… (pausa)
Però non vale, sempre a me quelli coi baffi… Ti ricordi Nick?
Cla’ scoppia a ridere, riandando con la memoria al torneo di tennis-tavolo.
(cambiando tono) – Ridi te, sai…Tu non hai di questi problemi, sei abituato…
(pausa)
Cosa avete fatto poi?
Clarence afferra l’allusione e glissa abilmente una risposta diretta.
– Non roviniamo tutto…
E rovesciandosi su di lui fa scivolare arditamente la testa verso il basso.
Ramon – Aspetta!
Cla’ solleva lo sguardo.
– Mettiamoci in piedi, vuoi?…
Ramon lo spinge a ridistendersi sul dorso e gli sfila i boxer, poi procede a liberarsi dei suoi slip.
Cla’ – Vieni sopra, di spalle
Ramon non se lo fa ripetere, si stende su di lui.
Mani ancorate saldamente ai fianchi di Cla’, quest’ultimo prende a lavorare sul Gigio di Ramon. Ramon avverte il cambiamento di stato anche del suo compagno e cerca con difficoltà di insinuare le mani
Ramon (sospirando) – Anch’io…
Cla’ – Alzati!
Ramon balza in piedi come un felino, Cla’ lo cinge e riprende a lavorarlo; anche Ramon ha campo libero e può operare alle sue spalle.
Ma ormai Ramon ha preso la tangente ed è più avanti sulla via del godimento.
Pressato d’ambo le parti, l’eccitazione si rivela nei suoi sì che si susseguono a ritmo concitato
– Devo venire, Cla’!
Cla’ continua a smanettarlo.
Ramon – I fazzoletti!
Cla’ lancia un’occhiata al comodino
– Troppo lontani!
– Maaa…
– Fa niente!
– Ma ti ver…rò sìììì… in manoooooo…
– Eh!!!
– Ahhhhhhhhhhhhh!
Cla’ è costretto a tenerlo ben stretto e bloccato mentre Ramon è scosso dai sussulti, fino a che il respiro e il battito tornano più regolari.
Ramon – Gesù!
Il Gigio ancora fra le mani di Cla’, Ramon continua con le braccia all’indietro a tenersi stretto a lui, indugiando in quel contatto.
Cla’ – Devo andare in bagno, amore…
– Già.
Cla’ si divincola dolcemente e si allontana, mentre Ramon si lascia cadere sul letto esausto.
Dopo poco Cla’ riappare nella stanza.
– Che terribile spreco, direbbe Igor…
(Ramon, sorridendo) – Di più se fosse stato il tuo…
(pausa)
A proposito, me ne daresti un po’?
Cla’ si siede accanto a lui e gli dà un buffetto, prima di sparargli a raffica una serie di baci e morsi che finisce in un secondo round volto alla parità…
Per strada, il giorno seguente
– A te che ha detto, Paolè?
– Che mi ha detto…
Perché non te l’ha detto lui?
– No, non ha voluto dire niente. E non c’è verso di cavargli qualcosa.
E io mi rodo…
Paoletta lo guarda e non risponde.
Ramon cambia espressione, si fa torvo.
– Mo’ pure tu fai la gnorri? Allora chissà che ha combinato…
Tu lo sai e non me lo vuoi dire.
– Io?
No no…
– E allora dimmi che t’ha detto!
– Se non te lo ha detto è evidente che non voleva fartelo sapere.
(deciso) – Ora se non me lo dici le prendi.
(Ramon le fa la faccia brutta)
Paolè lo guarda di sbieco.
(borbottando) – Ma vedi se uno non può tenersi un segreto…
– Non con me, sputa!
E muoviti!
– Prometti che non fai la spia, che poi Cla’ si arrabbia con me?
Ramon si mette la mano sul cuore
– Promesso.
– Ha detto che lo ha ‘solo’ baciato.
– Lui.
E Tommy?
– E io che ne so… cioè ha detto che lui haaaa… ha fatto in modo di non fare sciocchezze. Sì insomma qualcosa del genere…
Ramon – Allora vedi che c’è dell’altro…
– Secondo me tu vedi cose che non esistono.
– Il mio istinto mi dice che quei due non me la contano giusta… che Cla’ non me la conta giusta… Insomma non puoi fare in modo di indagare?
– Mi dici di grazia che dovrei fare?
– Paolè tutto devo insegnarti?
Lavoratelo per bene, estorcigli la verità.
– Perché secondo te confessa mentre sta sco…
– Beh fai tu! Ma fai in modo di scoprirlo… Qua esco matto!
(ridendo) – Non ti facevo così geloso…
– Cos’è, una battuta?
Arrivati sotto lo studio di Cla’, Ramon con la sacca della palestra al braccio fa per mollarle un bacio al volo.
– Mi raccomando Paolè, datti da fare…
– Cercherò di farlo confessare mentre scegliamo le magnolie…
Sicuro che non vuoi venire con noi?
– No, a me le mignotte non mi piacciono.
(ridendo) – Le mignotte e’ mammete…
Lei alza gli occhi al cielo e lo saluta.
Al citofono
Pa’ – Scendi?
Cla’ – Cinque minuti, Paolè, sto al telefono con Rei.
Vuoi salire?
– No, ti aspetto qua.
– Ok, faccio presto.
Paoletta resta a guardare i nomi sul citofono, fra i quali ce ne sono alcuni evidentemente divertenti se lei si sforza di soffocare la risata.
A un tratto una voce maschile le sussurra in un orecchio
– Scommetto che è per l’interno 11.
Lei sobbalza.
Si ritrova quasi incollata al viso la barba elegantissima e curata di Tatoo.
– Madame Paulette, chiedo scusa per averla spaventata.
– Più che spaventata, temevo di aver fatto una gaffe col possessore di quel nome.
– Invece ha qui davanti Thomas Barclays, per servirla.
Posso offrirle un caffè per ingannare l’attesa?
– Veramente io sto aspettando Cla’… dovrebbe essere qui a momenti.
– Capisco.
Nel qual caso sarà per un’altra volta.
Sempre che…
– Sempre che?
– Voglia concedermi l’onore (e fissandola coi suoi incredibili occhi cobalto le fa un delicato baciamano)
(galvanizzata) – Non vedo perché no…
– Attenderò con ansia, Principessa.
E facendole quasi un inchino si dilegua.
Paoletta resta stranita a osservarlo mentre si allontana, quando alle spalle giunge Cla’.
Sentendosi di nuovo sussurrare in un orecchio, Paolè sobbalza di nuovo.
– Scusa, Principessa!
E fa per baciarla delicatamente sulle labbra.
Lei appare ancora interdetta.
– Hai visto un fantasma?
– Non hai idea chi è passato di qua…
– Chiunque sia, deve averti molto colpito…
– Il tuo ex, Tatoo.
L’espressione di Cla’ di colpo si fa scura.
– Davvero?
C’hai parlato?
– Voleva offrirmi un caffè.
(improvvisamente indurito) – Lui non sa che non ne bevi. Non può saperlo.
Andiamo, dai.
——-
Clarence appare decisamente con la testa altrove mentre con Pa’ cercano gli arbusti di magnolia che gli servono per un allestimento.
A un tratto squilla il cellulare di Cla’. Vedendo di chi si tratta chiede scusa e si allontana.
(sbrigativo) – Che vuoi?
Tommy – Che tono! Momento nero?
– So che sei passato dallo studio
– Ero lì per caso, poi ho notato la bionda e ho pensato…
Cla’ lo interrompe bruscamente
– Le hai parlato.
Tommy – Avrei preferito altro, non lo nego…
Mi conosci…
(incazzato) – Lascia in pace Paolè, non è una preda.
(strafottente) – Cos’è, un ordine o una sfida?
(esasperato) – Piantala Tommy!
– Baby non posso negare che mi intrippa… (pausa)
Comincio a capire perché ti ha preso tanto…
(deciso) – Te lo ripeto: stai-lontano-da-lei.
Tommy sospira e interrompe la comunicazione.
——-
Quello stesso pomeriggio, a casa di Cla’
In attesa che Ramon sia pronto per uscire, Cla’ mette su un po’ di musica e si siede sul divano. La mente va alla sera della festa di Drudy, in quel locale di Berlino. Ma non è sulla festa che si sofferma.
– Entra, che stai lì impalato?
Era chiaro che qualcosa non andava.
Cla’ era entrato e subito gli aveva buttato le braccia al collo.
Figurarsi, Tatoo non se l’era fatto ripetere due volte.
– Ramon si è portato male, è così?
Cla’ si era limitato ad annuire.
– Vedrai tutto si aggiusta… e intanto lo stringeva, e lo teneva ancorato a sé.
Inevitabile baciarsi.
Inevitabile che Tatoo volesse andare oltre.
Oltre la camicia. E ancora non bastava.
Non c’era troppa resistenza mentre Tommy gli abbassava la cerniera
-Ti prego, fammiti baciare là.
In ricordo dei vecchi tempi…
Qualche esitazione, questo sì.
Cla’ – No, meglio di no
Era chiaro che era un sì.
– Dai che ti costa… e poi lo vuoi anche tu, baby…
Così Tommy aveva preso il sopravvento.
Cla’ – No, ti prego noooooo!
Meno male che alla fine Cla’ l’aveva fermato. Chiamalo bacio, quello…
Non poteva negare che quel ritorno al passato fosse stato quantomeno piacevole.
Fin troppo, per i suoi gusti…
Così erano rimasti sul divano, stesi uno accanto all’altro, la testa di Cla’ appoggiata sul ventre di Tatoo, come facevano sempre, un tempo.
– Pensaci Cla’.
Dipende solo da te, lo sai che io ti amo.
– Non è possibile.
– Perché no? (pausa)
(accarezzandogli i capelli) Credi che sia un problema la tua donna?
Tienitela. Sai che non sono geloso…
E poi… (pausa) potrebbe trovarsi bene anche con me, noi tre…
– Smettila di dire sciocchezze…
– Perché no?
– Perché non voglio.
Sollevandosi
(un’occhiata all’orologio) – Devo andare.
Ramon – Cla’?
(ripetendo) – Cla’?
(tornando alla realtà)
– Scusa, non ti avevo sentito
– Stai bene?
– Sì.
– Sicuro?
– Mai stato meglio!
(retropensiero: “Mi odio…”)
Farina – Ma starsene buonini no, non c’è speranza?
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
quadri di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it
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