8 febbraio
“E io da solo non ci voglio andare…”
“…da solo non ti lascio…”
“…non ti lascio solo con Pa’”
???
O c’era altro?
Cosa caspita aveva voluto dire, o meglio evitato di dire?
Ramon si lambiccava il cervello da giorni, perché erano ormai almeno due o tre giorni che Cla’ lo vedeva strano, preoccupato.
– Che c’è amore?
Alla fine Ramon aveva deciso che era meglio affrontarlo, qualsiasi cosa venisse fuori…
Cla’ – Niente.
Ramon sapeva bene che quel “niente”, con quel tono, significava il suo esatto contrario.
(spazientito) – Okay, e facciamoci sto sperpetuo…
Ramon tira un respiro profondo, poi spara a raffica
– Hai conosciuto un altro? Reinhard è tornato alla carica? Ti ha messo spalle al muro e tu ci sei stato? Oppure no, è stato Tatoo a scaraventarti sul letto e non diciamo altro… o hai deciso che fare sesso ‘da maschi’ rende machi?
Cla’ lo osserva pazientemente, poi scuote la testa.
Ramon – Allora è la volta di Berlino. Hai deciso che parti, è così?
Cla’ si alza lentamente e va a sedersi accanto a Ramon che si è lasciato cadere a corpo morto sul divano.
– Ebbene sì. Ho deciso, non si poteva più rimandare…
Ramon prende a fissarlo negli occhi, come di chi si aspetta il peggio.
Cla’ gli prende il viso fra le mani, gli si fa dappresso e lo bacia senza che Ramon ricambi, chiaro segno che ha intuito una nota stonata in ciò che sta per dire…
Cla’ – Solo se mi dici sì…
– A cosa?
– Posso andarci di tanto in tanto… due, tre volte l’anno per controllare il lavoro del dottorando… ma solo se tu vieni con me…
– Quanto dovremmo stare?
– Non più di un mese per volta. Vabbè, massimo due…
Ramon ci pensa su un attimo.
– Poteva andare peggio.
– Cioè?
Ramon prende a baciarlo a sua volta.
– Dovrò cercarmi un lavoro a Berlino…
(pausa)
L’hai detto a Pa’?
Sconsolato, Cla’ scuote la testa.
——-
Fiumicino Airport – 9 febbraio
Celia fa scalo a Roma, sulla via di casa.
Puntuale come una cambiale, messo piede in terra chiama Ramon.
– Vieni qua con Cla’ a salutarmi?
Ti posso concedere un paio d’ore, il resto lo passo al duty free.
– Che onore! Non ho parole!
Ma non hai già comprato mezza Madrid?
– Non ho fatto in tempo a clonare la tua carta di credito.
Ramon strabuzza gli occhi. Quella ragazza è una vera peste.
– Allora vieni?
– Io sì, Cla’ non credo, sta lavorando.
– Giusto, si deve pur vivere…
– Cos’è sei diventata saggia?
Non era un corso per modelle?
– Scemo, ti aspetto, sto finendo il credito.
Già che stai, mi caricheresti una cinquantina?
– Così te li cazzi in un giorno?
(pausa)
Vabbè, ma è l’ultima volta sai.
Per tutta risposta Celia stoppa la conversazione.
Per nulla meravigliato
– Brutta razza le donne, lo dico sempre…
——-
Ore 15
Arrivato sul luogo dell’appuntamento Ramon scorge Celia da lontano, insieme a un gruppo di ragazzi molto giovani.
Non appena lei lo avvista gli va incontro sorridendo.
Gli butta le braccia al collo e lo bacia sulla bocca, con la foga di una fidanzata.
Ramon resta come un deficiente, le braccia semisollevate.
Tutto si poteva aspettare, tranne quello.
Fa per dire qualcosa, lei con la punta dell’indice lo blocca.
– Zitto, fai finta che sei il mio fidanzato.
C’è uno nel gruppo che mi scassa i marones, così me lo levo di torno…
E senza che lui possa ribattere lei riprende a baciarlo.
Ramon non l’asseconda ma non si sottrae, mentre il gruppo di ragazzi fischia e applaude.
Là diventa rosso per l’imbarazzo, ma nessuno da lontano lo nota.
Celia finalmente si stacca e lo lascia respirare, si volta verso gli amici facendo loro un cenno di saluto, non prima di aver preso per mano Ramon con l’intenzione di allontanarsi.
Quando sono ormai distanti
(lui) – Tu sei da ricovero, non c’è che fare…
Lei lo guarda sorridendo, da solita streghetta.
– Offrimi qualcosa da bere… anzi no, anche il pranzo.
Tu hai mangiato?
– Sì, ma prenderei volentieri un caffè. Anzi no, una camomilla.
Mi fai diventare nervoso…
Lei gli sfodera un sorriso malandrino.
– Oh però baci bene…
Non è che me ne daresti un altro, giusto per avere la conferma…
– Sparisci!
Celia – Faresti l’amore con me?
Ramon la guarda allibito.
– Non ho capito scusa…
(maliziosa) – Hai capito invece…
Dai rispondi, mica ti mangio sai…
(spazientito) – Ma che cazzo di domande son queste?
Certo che no…
– Ehhhhh! Che avrò detto mai… (pausa)
Ma tu l’hai visto Le età di Lulù, dove lei…?
– Ma che c’entra, quello è un film!
(incalzando) – Perché? Vuoi negare che cose così avvengano in realtà?
Ramon resta senza parole. Poi sbotta
– Senti, non mi piace affatto ‘sto discorso…
Sarò pure all’antica, ma una sorella è sacra…
(sprezzante) – E chi ti dice che sono tua sorella?
Hai visto Jonathan?
Ramon la osserva esasperato
– Mi spieghi che cazzo vuoi dire?
– Potrei essere nata da una relazione della mamma, che puoi sapere…
Oppure mi hanno adottata, sicché io e te…
Ramon stenta a credere alle sue orecchie.
– Tu sei pazza, ma che c’hai in quella testolina…
– Sì, sono pazza di te, fratellone… (e lo stringe a sé, cullandosi fra le sue braccia).
(alzando i suoi occhioni a cercare quelli di Ramon)
Scemo! Stavo scherzando, non l’hai capito…
Ramon deglutisce, e continua a tenerla stretta.
(pensa) “Meno male! Questa mi fa venire un infarto…”
– Dici che potrei fare l’attrice?
– Sì, come no, con Almodóvar…
——-
Più tardi al cell. con Cla’
– Beh, è partita?
(sollevato) – Sì, per fortuna.
– Lo dici come se ti fossi tolto un peso.
– Puoi dirlo forte. Quella è pazza fin nel midollo.
Povero chi se la prende…
– Che esagerato!
– Esagerato??? Sapessi che mi ha fatto…
Non ci crederesti neanche a vederlo guarda…
– Ma va…
– Per poco non mi scopava…
(incredulo) – Chi, tua sorella?
– Eh, mia sorella!
– Ma è tua sorella-sorella, o no?
– Sì sì, è mia sorella di sangue!
Almeno credo… ormai dopo Jonathan non capisco più niente…
– Che famiglia strana, però, la tua… tutti ‘peperini’…
Quasi quasi tu sei l’unico ‘normale’.
– Beh, mo’ non offendiamo sai…
Piuttosto, che stai a fare?
– Perché?
(allusivo) Ramon – Che ora è?
– L’ora del pavesino?
– Già. L’ora di ‘Biscottino’.
Sei solo su?
– Sì, Simona a parte.
– Dille che può prendersi il resto del pomeriggio libero…
(su di giri) Fatti trovare come si conviene… sto arrivando…
——-
Mezz’ora dopo
Nel bel mezzo delle lor faccende affaccendati, squilla il cell. di Ramon.
Pa’ – Ma non dovevi venire in redazione?
Facendo improvvisamente mente locale al giorno
– Minchia, mi è proprio passato di mente… scusa Pa’.
– Perché hai il fiatone? Stai scopando?
– Eh! Diciamo che mi stavo dando da fare… tu piuttosto, alza le chiappe e vieni qua…
– Qua dove?
– Allo studio di Cla’.
– Veramente io starei lavorando…
– Dai, fregatene della redazione, poi recuperi… daiiii, c’ho giusto un argomento interessante fra le mani…
– Cioè Cla’?
– Appunto. Se non vieni me lo pappo tutto io…
– Solito maiale!!!!!!!!
Ramon allontana il cell. dall’orecchio.
Cla’- Che ha detto?
Ramon – Ti ha dato del maiale.
– A me, e che ho fatto?
(Cla’ ride e fa il verso dell’animale)
Ramon non demorde.
(a Pa’) – Guarda come minimo ti devi fiondare qua e assecondare tutti i nostri desideri…
– Perché mai?
– A parte che sei donna… Ci interrompi mentre ci dedichiamo a questa nobile arte e per poco non mi traumatizzi il Gigio…
(pausa)
Allora vieni?
– Macché!
– Già che vieni porta pure i gamberetti che stasera rimedi una paella.
O preferisci i calamari surgelati al forno con patate?
– Sai dove li metto i calamari surgelati?
– Credo di indovinarlo…
Farina: “Io di sicuro altrove…”
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
- Le apparizioni di Gesù risorto - 20 Febbraio 2017
- Un vizio capitale: l’invidia - 6 Febbraio 2017
- La melodia dell’amore - 30 Gennaio 2017
One Reply to “Scoop by Scop (Novella 2012 – Buon sangue non mente…)”