28 gennaio in mattinata
Ramon suona allo studio di Cla’.
Simona apre e lo fa accomodare nella stanza di quest’ultimo, dicendo che Clarence ha lasciato detto che arriverà a momenti.
Mentre Ramon si aggira per la stanza, dando un’occhiata ai progetti su cui Cla’ sta lavorando, si affaccia un pezzo di vichingo dal sorriso smagliante e due fari verdi da paura…
Per una volta Ramon è davvero colto di sorpresa…
Il vichingo si avvicina sorridendo e tendendo la mano
– Fammi indovinare. Tu devi essere…
(incalzando) – Ramon.
– ‘Biscottino’?
Tutto si poteva aspettare, tranne che di essere approcciato così.
Il moretto lo guarda stranito.
Stringendogli la mano
– Reinhard Leeks. Il socio di Cla’…
Ramon fa un cenno di assenso, ma resta un attimo sulle sue.
– Tranquillo. Biscottino l’ho sentito dire a Cla’ al telefono.
Confesso, origliavo…
Lui non si sognerebbe neanche di rivelarmi certe intimità…
Reinhard si appoggia col corpo alla scrivania di Cla’ e resta a guardarlo.
Ramon appare in lieve imbarazzo.
– Devo dire che Cla’ ti ha descritto bene.
Fascino latino. Davvero irresistibile…
Il tono con cui Reinhard parla è molto cordiale.
Superato l’impatto, Ramon sorride e comincia a sciogliersi.
Reinhard – So che vi siete fidanzati…
Recuperando la sua consueta verve
(Ramon) – ‘Fidanzati’… che parola grossa!
Ci siamo ‘sposati’ in Giappone la scorsa estate…
Reinhard ammicca divertito.
– Sai mi sei simpatico… (pausa)
Beh, detto tra noi, questo pone seriamente un limite ai miei tentativi di abbordare Cla’…
(ridendo) È dal liceo che lo inseguo inutilmente… poi è arrivato Tommy, come saprai…
Ramon annuisce.
– Ho tentato di nuovo quando si sono lasciati con Thomas, e anche allora è andata buca, e non per colpa di Brian… ora che ci sei tu non ci provo neanche… ormai è chiaro che Cla’ è praticamente inespugnabile…
Ramon sorride divertito.
– Comunque, detto fra noi… Tommy non mi è mai stato simpatico…
Ramon annuisce ridacchiando.
– Neanche a me…
– Vedi che qualcosa l’abbiamo in comune?
Spero che avremo modo di conoscerci meglio a Berlino.
Ramon lo guarda interrogativo.
– A Berlino?
Reinhard sgrana gli occhi temendo di aver fatto una gaffe.
– Non mi dire che Cla’ non te l’ha detto…
Ramon fa una smorfia come a dire ‘non so nulla’.
– Oddio non vorrei aver causato un incidente diplomatico…
(pausa)
Reinhard sospira.
– Gli ho chiesto di venire su un paio d’anni. C’è un grosso progetto, da solo non ce la faccio, e Cla’ è la persona più adatta…
In quel momento si sente squillare il campanello, e dopo qualche secondo compare Cla’. Clarence appoggia alcune buste sul tavolo e si avvicina sorridendo.
Vedendo Ramon e Reinhard a tu per tu, Cla’ intuisce che sono già stati superati i convenevoli.
Rivolgendosi a raffica a Cla’
Reinhard – Non gli hai detto di Berlino?
Cla’ deglutisce.
Ramon guarda Cla’ tra l’interrogativo e l’incazzato.
Clarence arrossisce, poi guardando Reinhard
– Non ancora.
Il momento di imbarazzo rompe l’atmosfera che si era creata.
– In realtà non ho avuto il tempo per pensarci. Qui c’è un sacco di lavoro, e non è semplice giostr…
Intuendo una qualche difficoltà di Cla’ a uscire dall’impasse, Reinhard lo incalza e fa per allontanarsi
– Vabbè dai, ne parlerete a casa, poi mi fai sapere. Devo dare una risposta al dottorando, se tu decidi che non è cosa…
——-
Tornando a casa, sulle scale
Ramon – Perché non me ne hai parlato?
(salendo) – Non sapevo come l’avresti presa, poi davvero non so che fare…
(guardando su) Non è un paio di mesi, Ramon, sono almeno due anni se non di più… E io da solo non…
(fermandosi sul pianerottolo e guardandolo)
Oh però ‘ste scale…
Ramon maschera quel po’ di nervosismo che gli è montato a causa dell’inattesa rivelazione.
(pensa, però, rabbuiandosi): “E io da solo non… cosa? Che cazzo voleva dire?”
Mentre Cla’ fa scattare la serratura
– C’è altro, Berlino a parte?
Ramon, ancora cupo, risponde in automatico
– Di che tipo?
– Quella faccia… Che significa?
Entrano, e Cla’ chiude la porta alle spalle.
– Vuoi sapere se me lo sono fatto?
– Ha provveduto lui. Ha detto che gli è sempre andata buca con te…
Cla’ gli accarezza il mento con le dita
– Appunto. Nessuno scheletro nell’armadio.
Dirigendosi in cucina con le buste della spesa
Ramon – Bono però quel Reinhard…
L’avrei visto bene nella tua collezione di uomini…
E anche nella mia devo dire… (allusivo) mi sembra messo bene…
Stavolta Cla’ gli molla un buffetto.
– Gli hai fatto il laser?!
Scemo!!!
Ramon ammicca malizioso.
Cla’ – Sta messo bene sì, se proprio lo vuoi sapere… Lo so perché andavamo a scuola assieme ed eravamo nella stessa squadra… Però non è il solo, come sai…
In ogni caso non mi interessa. Sono ‘felicemente’ sposato.
(Ramon) – Ecco bravo… sposato ‘con me’, ci tengo a precisare.
Tienilo a mente…
– Qua c’è qualcun altro che se lo scorda spesso…
– Davvero?
Cla’ – Eravamo o no quasi sul punto di divorziare?
Scartabellando gli acquisti e osservando i prodotti dietetici
(Ramon) – Tu mi costeresti un occhio di alimenti…
——-
Quello stesso pomeriggio
Ramon riceve una chiamata da sua sorella, Celia, che lo avvisa che è di passaggio a Roma, sulla via di Madrid, e che vorrebbe incontrarlo.
Ramon va a prenderla in aeroporto e le dice che può ospitarla a Via Galbani, ma Celia si intuisce che ha in mente altro…
In macchina
– Certo che ceniamo assieme, così ti faccio conoscere anche Cla’…
Celia – E poi?
Non posso dormire da voi?
– Ma… lo dicevo per te, a casa mia hai più privacy…
– Non mi frega niente della privacy sai?
Tutta la mia vita è già su un social network…
(preso in contropiede)
– Va bene, poi chiediamo a Cla’…
Lei sorride con aria soddisfatta.
Ramon coglie quella sfumatura di vittoria e mette le mani avanti (in senso metaforico)
– Hey, che sta pensando quella testolina?
Lei finge di cadere dalle nuvole.
– Niente!
– Sì sì… tu non me la conti giusta…
Mo’ te lo dico, piccola, Cla’ è proprietà privata…
(punta nel vivo) – E chi te lo tocca, figuriamoci…
(sfottendola) – Figuriamoci… come se non ti conoscessi…
– Tu sei solo un malfidato…
– E tu una streghetta… chissà da chi hai preso…
– Da te sicuro… (e ride)
Hai messo su un bel quadretto, complimenti!
Ramon le lancia un’occhiata interdetto
– Tu come fai a saperlo?
– Dimentichi che ti seguo attraverso la rivista… so tutto di te, di Cla’ e di quell’altra… Mamma pure ha voluto che le traducessi qualcosa, voleva sapere di Didy…
– E tu? Che lei hai detto?
– Che l’hai lasciata, e ora stai con la bionda, ma sempre con Clarence.
– Oddio… come l’ha presa?
Celia – Ha detto che non allevia i sintomi della sua menopausa…
– Allora sai anche di Mathias e Jonathan?
– Sì, ma quello non gliel’ho detto, meglio non scatenare un putiferio…
(laconico) – Già…
Arrivati a Via Galbani, salgono su al primo piano.
Ramon apre la porta e le fa strada.
Lei poggia il borsone, lui l’altra valigia.
– Però, se proprio vuoi stare sicuro che non parli…
Ramon la guarda torvo
– Come sarebbe?
– Mi devi far fare un giro con Cla’.
(lui) – In che senso?
– In ‘quel’ senso, una bottarella e via… si vede che sta messo bene!
(sconcertato) – Ma sentila!!!
Oh, che tu sei una ragazzina, non dovresti pensarle neanche queste cose…
– Che fai il fratello maggiore adesso?
E poi ho quasi vent’anni…
– Ma se non ne hai neanche diciannove… e poi a Cla’ le donne non interessano… a parte il fatto che è mio…
– Davvero? E allora com’è che ha perso la testa per Pa’?
(drastico) – L’eccezione che conferma la regola…
E poi no, non te lo presto, non ci provare neanche!
– Non mi sfidare sai, che hai una brutta sorpresa…
– Qua la brutta sorpresa l’hai tu, mo’ le prendi…
Lei sgattaiola via nel corridoio. Lui la rincorre, l’afferra e la tiene ben stretta, impedendole di muoversi.
Ramon – Allora?
Lei cerca di divincolarsi e tenta di colpirlo sulle parti basse.
Lui schiva il colpo per un pelo.
– Che queste mi servono…
La stringe di più.
Lei protesta
– Così mi fai male!
– Prometti che starai buona e ti lascio.
Lei resiste. Lui serra la stretta ancora un po’.
– Va bene va bene!!!
Lui la lascia.
Celia lo strattona, lo guarda di sbieco e allontanandosi si massaggia i polsi.
– Minchia sei diventato fortissimo!
Vai sempre ad allenarti?
Ramon fa segno di sì.
– Anche Cla’?
Ramon annuisce.
(con l’aria trasognata) – Però che figo… (pausa)
Anche tu… Se non fossi mio fratello…
Lui la guarda stranito.
– Che faresti, eh sorellina?
Lei lo guarda ammiccante.
– Cercherei di portarti sulla cattiva strada…
(lui pensa, scuotendo la testa) “Dev’essere una tara di famiglia…”
Farina: “Un tara contagiosa, a me l’ha mischiata lui…”
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
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